il club

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A scuola erano state aperte le iscrizioni ai club.
Io decisi di iscrivermi a quello di karate e a quello di calcio.
Sin da piccola avevo sempre giocato alla lotta e a fare partite a pallone, con mio fratello Alex, e con il mio migliore amico Mark.
Cosí, decisi di iscrivermi.
Guardai attentamente la lista degli iscritti.
Ć era anche Marshall.
Il primo riflesso fu quello di tentare di cancellare il mio nome dalla lista.
Una ragazza passó e disse:«Nha, spiacente niente ripensamenti!» io buttai la penna nella borsa e mi inchinai in segno di scuse.
Che rottura peró.

Ci fu il primo giorno di allenamento a calcio.
Me la cavavo bene ma....di ragazze ć ero solo io.
Tutte le altre erano andate a fare il tifo per Marshall.
Io ero ĺ unica ad allenarmi.
Decisi di non farci caso.
Iniziammo a fare la partita di prova.
Marshall era nella squadra avversaria, era molto bravo.
«Ti batteró sicuramente rossa...» mi disse passandomi accanto.
"Tutto da vedere" pensai.
La partita stava volgendo alla fine.
Eravamo pari.
A quel punto una strana forza mi pervase, ripensai alla frase di Marshall.
Non potevo, non volevo perdere.
Io fortunatamente ero attaccante.
Un mio compagno aveva il pallone:«PASSAMELA ALTA!!» li gridai.
Fece un lancio perfetto.
Ero vicino alla rete.
Riuscii a calciare il pallone in maniera spettacolare, feci una rovesciata e GOAAAAAAAL!!!
Rimasero tutti stupiti.
La mia squadra gioí, mi sollevarono e mi fecero saltare in aria.
Mi sentivo dio in Terra.
La voce di quella performance perfetta si era sparsa.
Una ragazza del club di giornalismo mi aveva fatto una foto nel momento clou.
Ero in prima pagina del giornalino.

Marshall:«Mai visto niente di simile..» io:«Lo so!Dopotutto...sono io..»(ero modestina nhe?) Lui rise:«Ahah, modesta eh?Comunque per me sei la migliore» mi sorrise.
Io arrossii e con lo sguardo rivolto da uń altra parte dissi:«Te la cavi anche tu peró...»
«Grazie!»rispose.

Fummo interrotti da un urlo.
Entrambi corremmo verso le urla.
Nello spogliatoio femminile ć era una ragazza congelata contro il muro.
Era morta, qualcuno le aveva tolto fino alľ ultimo goccio di sangue.
Marshall era pietrificato.
«Merl...» sussurrò.

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