Vecchie conoscenze

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Ariel's POV
Non è che cercassi di nascondermi ma non avevo il coraggio di tornare a comportamenti come se nulla fosse davanti a Luke. In un certo senso provavo vergogna e imbarazzo. Mi ero mostrata debole fin troppe volte davanti all'unica persona che volevo non mi vedesse in quel modo. Non mi era mai capitato di sentirmi così davanti a qualcuno e ciò mi faceva stare tanto male.
Una volta pensavo che dopo aver detto la verità a Luke sarebbe rimasto tutto così come era, lui si sarebbe arrabbiato ma a me non sarebbe importato, invece...
Penso che la colpa sia stata di quel bacio e del fatto che abbia ammesso che mi amava. Seduta qua, su una sedia, ad un bar poco distante da casa, riflettevo ormai da tanto.
Ancora mi chiedevo come diamine mi era venuto in mente di dirgli che lo amavo, anche solo per gioco.
"Sono una cogliona" borbottai a bassa voce con la testa china sul bancone. Fra le mani tenevo un bicchierino e quando alzai il volto trovai il cameriere davanti a me.
"Le serve qualcos'altro miss?" Chiese sfoderando un sorriso smagliante.
Io lo fissai indifferente poi poggiai il gomito sinistro sul bancone e la testa sulla mani. Con l'altra mano spinsi il bicchierino verso di lui.
"Un altro"
"Giornata dura?" Continuò prendendo il bicchiere e voltandosi per riempirlo.
Quando si rigirò verso me alzai le spalle sospirando.
"Sono Ryan" Disse poggiandosi sul bancone.
"Non ho chiesto come ti chiami" Risposi fredda fissandolo dritto negli occhi color ghiaccio.
Lui non se la prese ma rise soltanto.
"Tu devi essere Ariel, giusto?" Domandò pulendo il tavolo con uno strofinaccio.
"Chissà come avrai fatto a capirlo" Risposi sarcasticamente alzando gli occhi al cielo.
"Il capo mi aveva avvertito che eri una ragazza difficile da trattare"
"Solo?" Domandai accigliata.
"Anche che sei un cliente abituale"
"Ah beh" Dissi bevendo dal bicchiere.
"Ok, Signorina la lascio ai suoi pensieri" Concluse e si diresse verso l'altra parte del bancone a servire un altro cliente.
Quando finii il bicchierino poggiai il capo sul gomito e iniziai a disegnare cerchi invisibili sul tavolo.
"Scusi" Disse un tizio dietro di me ma feci finta di non averlo sentito.
"Scusi potrebbe lasciare questo posto? Sto aspettando una bella ragazza e vorrei che si sedesse qua" Continuò.
Alle sue parole sentii un profondo senso di rabbia, insomma nel locale non c'era praticamente nessuno, perché proprio il mio posto? Comunque non volevo litigare con nessuno a quell'ora perciò senza neanche guardarlo mi alzai e feci qualche passo in avanti.
Con la coda dell'occhio lo vidi sedersi.
"Oh eccoti!" Esclamò neanche un'istante dopo.
Mi fermai di botto e mi guardai intorno. Non c'era nessuna ragazza a parte me in quell'angolo di stanza.
Mi voltai lentamente con aria confusa mentre lui continuava a fissarmi con un sorriso enorme.
"Dai siediti" continuò allargando il sorriso.
Involontariamente mi scappò una piccola risata. Mi avvicinai un po' di più e lo guardai meglio. Era un ragazzo dagli occhi chiari però non riuscivo distinguere se fossero blu o verdi. I capelli erano color caramello visti sotto la luce del bar. Agli angoli dalla bocca, quando sorrideva in quel modo , spuntavano due fossette profonde. Inoltre, si era sicuramente fatto la barba poco fa poichè si notava ancora un po' l'ombra.
"È il tuo modo per rimorchiare una ragazza?" Chiesi divertita.
Lui alzò le spalle.
"Non lo so... Ha funzionato?" Rispose indicandomi la sedia.
Io socchiusi gli occhi e lo guardai attentamente. Mi sembrava di averlo già visto in precedenza.
"Torno a sedermi solo perché non ho molta voglia di tornare a casa ora e... " Dissi risiedendomi girata sempre verso di lui.
"E...?" Continuò sorridente.
"Io e te per caso ci conosciamo già?" Chiesi con sguardo serio.
"Beh se questo non lo sai tu" Rispose abbassando un po' lo sguardo sul bancone.
"Touchè" Dissi e con una mano chiamai Ryan.
"Sì miss?" Chiese sorridente.
"Due Bud" Risposi senza distogliere lo sguardo da quel ragazzo.
"Subito"
"Come ti chiami?" Domandai stringendo sempre di più gli occhi come per cercare qualcosa.
"Ecco a voi" Si intromise Ryan lasciandoci sul banco le birre.
"Ah se te lo dicessi non ci sarebbe più nessun divertimento" Rispose prendendone una. "Grazie comunque"
"Sai ho altre cose per la mente per ricordarmi di te" Risposi acida.
Lui rise e bevve dalla bottiglia.
"Come al solito le tue parole per me sono così carine" Disse sarcasticamente posando la birre sul bancone.
"Cosa?" Chiesi confusa.
"Terza media, ti chiesi d'uscire e tu rifiutasti, poi ti chiesi un bacio e mi offendesti profondamente" Disse facendo un mezzo sorriso.
In quel preciso momento mi sentii più che confusa. Mi era venuto in mente un nome ma era impossibile.
Ricordavo che in terza media un ragazzo, con tre volte la mia taglia, mi chiedeva imperterrito di uscire e una volta si avvicinò a me con l'intenzione di baciarmi, io lo scansai e iniziai a dirgliene tante. Era il figlio di un duca e a quel tempo pensavo che solo per questo piccolo fattore credesse che tutti cascassero ai suoi piedi ma in quella scuola c'eravamo solo noi con un alto ceto sociale quindi lo trovavo anche difficile.
"Sei..." Sospirai guardandolo con più attenzione "Tu sei Noah? Noah Stefield?" Domandai sgranando gli occhi.
"Vedo che ti ricordi allora" Sorrise ancora di più.
"Se sapevo che saresti diventato un gran figo non avrei rifiutato" Continuai bevevo un sorso di birra.
Lui cacciò fuori una grande risata e quando tornai a fissarlo negli occhi si fece serio.
"Come hai fatto... Insomma... A..." Chiesi con qualche difficoltà, non volevo ferirlo, ancora.
"Cibo sano, palestra... E una forte volontà" Rispose alzando le spalle.
Restammo un attimo in silenzio, poi tornai a parlare.
"Dove sei stato finora?"
"In Spagna"
"Come mai?"
"Affari di famiglia. Loro sono ancora là, io sono tornato"
"Non ti piaceva stare là?"
"No al contrario, però volevo tornare a casa"
"Quindi hai casa libera?"
Lo vidi farsi rosso poi deglutì e annuì velocemente.
"Calmo, era solo una domanda, non voglio mica venire a casa tua" Risi finendo l'ultima goccia di birra che era rimasta.
"Tu?"
"Cosa?" Risposi tornando seria.
"Che combini?"
"Io sono rimasta qua... Vado al college"
"Carino"
"Carino?" Risposi inarcando una sopracciglia.
"Ma... Che ci fai qua qua?" Chiese facendo un sorriso comprensivo.
"Io potrei chiederti la stessa cosa... O mi stavi seguendo?" Risposi facendo un mezzo sorriso fissandolo con occhi quasi socchiusi.
"Fortuna" disse facendo spallucce.
"Fortuna?" Risi.
"Non cambiare discorso Ariel" Fece lui imitando il mio sguardo di prima.
Io deglutii e tornai a sedermi eretta appoggiando i gomiti sul tavolo.
"Perché non vuoi tornare a casa?" Domandò con tono calmo.
"Perché te lo dovrei dire?"
"Touchè" Rispose alzandosi.
"Dove vai?" Chiesi quasi con tono supplicante senza che me ne accorgessi.
"Torno a casa, e dovresti farlo anche tu. Sono quasi le tre di mattina" si voltò alzando una mano come per salutarmi.
Io non risposi rimasi a riflettere un attimo poi cacciai degli spicci dalla tasca e li posai sul bancone. Mi alzai e lo rincorsi.
"Aspetta!" Dissi strattonandolo da una manica.
Lui si voltò sorpreso.
"Perché non mi hai chiesto d'uscire?" Chiesi cercando nei suoi occhi la risposta.
"Perché devo essere sempre io a farlo?" Sorrise sganciandomi la mano dalla giacca.
"Bene... Allora domani?" Risposi seria.
Lui sorrise col volto abbassato poi lo alzò lentamente.
"Una volta questa proposta me la sarei sognata... Ariel, se non fossi dimagrito e non avessi gli addominali ... Tu vorresti ancora uscire con me?" Domandò con un'aria afflitta.
Mi sentii colpita nel profondo. Aveva ragione molto probabilmente non avrei pensato neanche minimamente di uscire con lui.  O forse sì. Non ho mai parlato realmente con Noah. Questa era la prima volta, se solo lo avessi ascoltato di più da ragazzina ora avrei avuto una risposta certa.
Abbassai il volto spostando gli occhi velocemente.
"Ecco" Concluse e si voltò verso l'uscita.
Io lo seguii lo stesso.
"Sì... Uscirei lo stesso con te" Ammisi in fine.
"Facile a dirsi" Continuò alzando gli occhi.
"Non mi fare la predica Noah... Perché sei cambiato? Perché non ti piaceva quell'aspetto ecco perché! Quindi se il primo a non volerlo sei tu perché lo dovrebbero volere gli altri?!"
"Io l'ho fatto per te!" Urlò avvicinandosi a me, io sgranai gli occhi e aprii la bocca come per dire qualcosa ma lui mi bloccò.
"Volevo solo esserti amico... Ammetto di essere stato fin troppo impertinente ma cos'altro avrei potuto fare per attirare la tua attenzione?" Continuò placando la voce.
"Perché volevi essermi amico?" Chiesi confusa. La mia lista di amici non era molto lunga... Anzi non ce l'aveva neanche una lista. I miei amici erano soliti farsi vedere solo quando avevano bisogno di qualcosa ma nessuno mi ha mai chiesto o si è mai preoccupato di me... Per questo ora stavo seguendo Noah.
"Sinceramente non lo so... Non capisco davvero che ci trovavo in te" Disse e sentii il cuore spezzarsi. Per quanto cercassi di tornare ad essere la vecchia Ariel... Quella costruita dai miei genitori riusciva sempre a precedermi. Ero stanca di risultare senza cuore e arrogante davanti agli altri ma come potevo cambiare ora? E come potevo farlo senza che i miei mi odiassero in fine?
"Quindi ora ... No-non vuoi esserlo più?" Dissi osservando l'aria condensata uscitami dalla bocca e una lacrima mi rigò la guancia destra.
Lui alzò il braccio e mi asciugò una lacrima con le dita che, a contatto con la mia pelle, mi mandarono una scossa lungo la schiena.
"Finalmente la vera Ariel"






Salve 💤
Spero vi sia piaciuto questo capitolo e spero di tornare presto.
Grazie per i commenti ! Alla prossima ❤️
~Pia

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