Luke's POV
Non mi ero mai sentito così codardo in vita mia.
Avevo spezzato il cuore di Ariel ancora una volta eppure faticavo a crederci.
Dopo quella discussione furono poche le volte che ci scambiammo qualche parola.
Con la scusa della caviglia mi comandava in continuazione.
Portami acqua. Ho fame. Ho freddo. Ho caldo. Portami Queen. Dammi il computer ecc...
Ma non diceva altro.
Non voleva affrontare il discorso, non voleva sentir uscire dalla mia bocca altre parole che l'avrebbero fatta soffrire e sinceramente non lo volevo neanche io.
Due volte alla settimana mi prendevo il mio giorno di libertà e andavo in palestra dove incontravo Alison.
Stare sul tappetino era una sensazione indescrivibile.
Mi facevo male ok. Ma per un momento dimenticavo tutto quello che mi circondava e riuscivo ad esternare tutti i miei sentimenti repressi.
Ariel non sapeva nulla di questa storia del kick-boxing e non glielo avrei detto per ora.
Il padre di Alison, invece, insisteva più volte a chiedermi se volevo gareggiare ma non avevo tempo a disposizione perciò temporeggiavo a dargli una risposta concreta.
Volevo farlo, gareggiare intendo e forse un giorno gli avrei risposto di sì.
"Luke tieni alto il gomito!" Mi urlò da fuori mentre cercavo di proteggermi dai pugni del mio avversario.
Non facevamo mai sul serio durante gli allenamenti, anche per questo volevo gareggiare, per poter costatarne le differenze e sfogarmi al meglio.
"Fermi!" Urlò ancora il mio mister.
Ci bloccammo e ci avviammo alle corde per ascoltare ciò che voleva dirci.
"Eric mira alle sue gambe, Luke tu cerca di schivare saltando mentre lo colpisci alla testa" Ordinò, noi annuimmo e tornammo al centro del tappetino.
Dopo un'ora il mio allenamento si concluse quindi mi avviai agli spogliatoi per farmi una doccia veloce.
Una volta fatta, mi vestii e tornai nella sala centrale coi capelli bagnati.
Era là. Quella nanetta dagli occhi del colore dello smeraldo.
La nostra relazione era ufficiale ora e per la prima volta non mi sentii costretto a nascondere i miei sentimenti. Era bellissimo poterle dimostrare il mio affetto a qualsiasi ora del giorno, in qualsiasi luogo, davanti a qualsiasi persona.
Il suo arrivo nella mia vita mi aveva dato una svolta decisiva, ero un'altra persona, più felice...
"Ecco il mio campione" Disse Alison sorridendo e venendomi incontro.
Allargò le braccia e me le mise intorno al collo poi mi baciò dolcemente.
Le cinsi i fianchi con le braccia e ricambiai l'abbraccio poi sentii un finto colpo di tosse e allora staccai le mie labbra dalle sue spostando lo sguardo sulla persona che aveva fatto quel verso.
"Sai ragazzo se non fossi stato una mia giovane recluta, ti avrei già spezzato le gambe"
Mi misi a ridere e anche Alison.
"Papà!"
Lui alzò gli occhi al cielo e tornò dai suoi combattenti.
"Gli piaci, e tanto" Disse dolcemente voltandosi verso di me.
"Ah, lo so"
La baciai e lei mi prese il volto con le mani.
"Dovresti asciugarti i capelli, anche se è aprile fa abbastanza freddo fuori" Mi rimproverò.
"Ali non siamo fuori ancora" Risposi seccato.
"Credi che ti si asciughino magicamente prima che riesca ad aprire la porta?" Mi chiese sarcasticamente e a me venne da ridere. Adoravo quando lo faceva. Metteva le mani sui fianchi e inarcava le sopracciglia.
"Umh, forse"
Lei mi diede un pugno sulla spalla e mi voltò spingendomi.
"Dai non fare l'idiota! Ti aspetto" Disse buttandomi verso la porta dello spogliatoio.
"Va bene mamma!" Urlai e andai ad asciugarmi i capelli.
Una volta finito tornai da Alison ed uscimmo per andare al bar.
"Hey Lily" La salutai sedendomi difronte al suo bancone.
"Era ora" Rispose lei con tono acido.
"Cosa vorresti dire?" Domandò confusa Alison sedendosi alla mia sinistra.
"Da quando siete fidanzati non venite quasi più al bar" Sbuffò dandoci le spalle per afferrare dei bicchieri.
"Beh cerchiamo di goderci ogni istante, sai come è... non sono sempre disponibile" Dissi trovandoci una scusa.
Alison prese la mia mano mentre Lily ci diede due bicchieri con birra.
"Sì, hai ragione scusa" Concluse sorridendoci.
Parlammo del più e del meno. Erano queste le mie giornate libere, le vivevo serenamente, mentre quando ero a casa degli Obelion mi sentivo sotto pressione, si respirava un'aria davvero pesante.
Avevo costantemente gli occhi di Ariel addosso eppure quando mi voltavo per incrociarli, correndo il rischio di rimanerne incantato, lei spariva nel nulla.
Era una situazione assurda.
Anche Wanda mi fissava in modo strano mentre Josh... Ecco... lui si faceva gli affari suoi.
Era come se la colpa di tutto ciò era mia, ma esattamente cosa avevo fatto?
"Luke?" Mi chiamò preoccupata Alison accorgendosi che ero con la testa fra le nuvole.
Scrollai il capo e mi voltai verso lei sorridendo.
"Che ne dici di una passeggiata?" Propose infine.
Annuii, mi alzai salutando Lily e con Alison ci diregemmo verso la macchina.
"A cosa stavi pensando prima?" Domandò una volta dentro e dopo aver messo la cintura.
"Ah nulla, cioè... manca una settimana"
"Ah!"
Una settimana...
Una settimana e la mia vita da servitore degli Obelion sarebbe finita. Per sempre.
Non mi sarei svegliato più alle otto di mattina per andare a svegliare la figlia perfetta dei miei capi. Non mi sarei più sentito una nullità nei loro confronti. Non mi sarei più dovuto sorbire prediche in continuazione su quanto sbagliassi a fare il mio lavoro.
Solo a pensarlo il cuore mi si riempiva di gioia eppure c'era sempre quella parte di me che aveva paura.
Avevo paura a lasciare Wanda sola, Josh, e... avevo paura di perdere per sempre Ariel.
Ma perché?
Non ero felice con Alison, ero felicissimo eppure... era tutto così complicato.
"Luke!" Mi chiamò ancora una volta quest'ultima riportandomi alla realtà.
"Eh? Sì?"
"Stavo parlando ma non mi hai calcolato... che hai?" Domandò e sembrò davvero seria.
"Nulla..." Risposi cercando di rimanere calmo.
"Stai stringendo il volante..." Mi fece notare e io allentai la presa.
"Scusami Ali... io non lo so proprio"
"Capisco ok... ricapitolando, hai detto a tua madre di noi?"
Diamine.
Me ne ero completamente dimenticato.
Avevo chiesto ad Alison di trasferirsi a Leicester con me dopo aver concluso le ultime cose all'università. Il fatto era che dovevamo cercare un appartamento o una casa tutta nostra, per questo saremmo rimasti a casa mia per un po'... però mia mamma ancora non lo sapeva.
"Emh..."
"Luke! Non posso venire a vivere da te senza che tua madre lo sappia, senza che tua madre sappia che sei fidanzato!" Mi rimproverò e io mi sentii davvero un imbecille.
"Scusa, davvero me ne sono completamente dimenticato... appena arrivo a casa la chiamo ok?" Cercai di rimediare e lei sospirò.
"Va bene"
Nella macchina tornò il silenzio che poi venne spezzato da me in seguito.
"Alison"
"Sì?"
Ora più che mai, prima di andarmene, volevo sfogarmi il più possibile.
"Stavo pensando alla proposta di tuo padre"
"Quale delle tante?" Chiese lei ridendo.
Io mi voltai e le sorrisi.
Ero sicuro, il sol pensiero mi elettrizzava.
"Voglio partecipare ad un incontro"SALVE!
No no! Non sono morta! Per poco...
MA CIO' NON IMPORTA! SONO TORNATA!
Mi scuso per il ritardo ma, oltre ai tanti compiti che mi hanno assegnato in questi giorni, ho avuto anche quello che comunemente viene chiamato il "blocco dello scrittore". Comunque ce l'ho fatta e sono riuscita ad aggiornare.
Spero il capitolo vi sia piaciuto!
Alla prossima ❤️
~Pia
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Don't let me go
RomanceÈ così difficile reprimere i propri sentimenti. Ariel non può dichiarare i propri sentimenti verso Luke e quest'ultimo non può di certo darle la soddisfazione di farle sapere che lui se ne è innamorato. Sarebbe meglio stare lontani, no? Ma purtrop...