Entrai nello studio e lo vidi con un sorrisetto compiaciuto seduto sulla sedia dietro la scrivania.
"Sapevo saresti venuta"
"Avevo scelta?" Chiesi confusa e lui rise.
"Si ha sempre una scelta, non credi?"
"Assolutamente no" Risposi all'istante corrugando la fronte.
"Perché sei tu a non volerla"
Queste sue ultime parole mi lasciarono un po' perplessa. A quel punto mi chiesi quante cose sapeva questo uomo sul mio conto. Insomma, i miei gli avevo dato già qualche informazione, no?
"Cosa le hanno detto i miei di me dottore?" Chiesi incrociando le braccia sul petto.
"Chiamami pure Patrick" Rispose lui indicandomi la sedia davanti a sé.
"Ok Patrick... Cosa le hanno detto i miei?" Richiesi stanca.
"Non mi interessa quel che dicono i tuoi di te. Vorrei sentire ciò che hai da dire tu su te stessa"
Rimasi a bocca aperta per un attimo poi la chiusi. Mi sedetti sulla sedia difronte alla scrivania e lui mi sorrise.
"Iniziamo con... umh... il college? Oh no! Aspetta... col gatto? Oh! Aspetta Aspetta! Ci sono! Parlami di quel ragazzo, il tuo ex-maggiordomo" Disse in maniera buffa.
Se voleva che parlassi di Luke perché non dirmelo subito invece di fare tutti quei giri di parole?
"Luke... si chiama Luke" Risposi e pronunciando il suo nome sentii una fitta al cuore.
"Lo so, poi parleremo anche di Zack e Noah" Disse il che mi fece sentire così confusa.
"Lei come..."
"Dammi del tu. Dai parla" Disse poggiando i gomiti sul tavolo.
Io mi strinsi con le spalle e abbassai il volto.
"Non so che dire" Risposi un po' imbarazzata.
Lui si allontanò un po', prese in mano una penna e aprì il suo taccuino su una pagina vuota.
"Dimmi le cose che ti sono rimaste più impresse nella mente" Cercò di aiutarmi giocherellando con la penna.
Rimasi zitta per un bel po', entrando in quella stanza sapevo benissimo a cosa andavo incontro e l'idea di potermi sfogare mi elettrizzava ma ora... ora mi sentivo così imbarazzata... perché?
Chiusi gli occhi e feci un lungo sospiro. Poi aprii gli occhi e incrociai il suo sguardo.
"Otto anni fa lui varcò per la prima volta la porta di casa mia. Aveva solo sedici anni eppure doveva affrontare tutto questo schifo da solo... lo accolsi con un sorriso e lui ricambiò. I miei non c'erano quasi mai a casa. Per questo mi attaccai così tanto a Wanda e a Josh, ma non potevo pretendere che mi stessero dietro ventiquattro ore su ventiquattro... però Luke c'era... lui c'era sempre per me. Aveva così tanti problemi eppure non ci pensava due volte ad aiutare me coi miei. Mi ero innamorata e mi venne la felice idea di chiedere consigli a mia mamma. Sa cosa ricevetti per risposta?" Raccontai inizialmente e feci un sorriso privo di allegria. Era chiaro che non lo sapesse infatti scrollò il capo.
"Uno schiaffo. Luke era povero. Non potevo stare con una persona povera. Perché la cosa più importante nella vita sono i soldi! No dottore?" Continuai poi feci una pausa per prendere aria e ripresi. "Mi disse che non l'avrebbe detto a mio padre se avessi cambiato atteggiamento. Avevo così tanta paura di lui che lo feci ma così finii per farmi odiare da tutti... anche da lui. Cioè... come biasimarlo... una volta lo costrinsi a mangiare seduto a terra..."
Alzai gli occhi verso il soffitto quando sentii lui ridere.
"Wow"
"Già. Ho cercato di dimenticarlo in tutti i modi. Mi sono fidanzata con Zack. È il solito bad boy, lei conosce il tipo, no?" Continuai introducendo Zack.
"Ovvio" Rispose lui annotandolo sul taccuino. Aveva scritto già metà pagina.
"Bene. Cioè andava tutto bene fino a quando... fino..." Cercai di dire ma al sol ricordo mi tornarono tutte le varie emozioni che provai al momento.
Patrick si accorse che c'era qualcosa che non andava e si avvicinò.
"Chiudi gli occhi Ariel e dimmi tutto" Cercò di tranquillizzarmi.
Feci come consigliato e sospirai corrugando la fronte.
"Fino a quando non mi trovai in una stanza da sola con lui... gli avevo detto più volte che non ero pronta, che non volevo farlo e lui cosa ha fatto? Ha iniziato a baciarmi in maniera strana poi capii tutto quando infilò la mano sotto la gonna. Lo spinsi ma lui mi fece solamente un sorriso dicendomi va tutto bene. Il cavolo... mi agitai così tanto che alla fine riuscii a liberarmi dalla sua presa e corsi fuori" Riuscii a raccontare piuttosto velocemente e dal mio tono di voce si poté intuire tutta la mia rabbia. Mi alzai all'improvviso e mi portai le mani ai capelli.
"Oh! Patrick. Lo dissi ai miei ma loro mi rimproverarono, sa perché? Perché aveva tanti soldi e quindi ci dovevo stare" Dissi in una risata isterica, perché comunque era una cosa che faceva ridere... per me.
Lui abbassò lo sguardo e cerchiò qualcosa che non riuscii a distinguere dalla mia distanza.
Alzò gli occhi e si riappoggiò coi gomiti sulla scrivania.
"Cosa altro ti ha segnato di più?" Domandò facendomi entrare in confusione.
C'erano così tante cose che avevo bisogno di ripetere ad alta voce, così da poterle realizzare. Sì perché dopo anni ancora non riuscivo a concepirle.
"Ci sono così tante cose... il primo bacio per esempio" Dissi appoggiando una mano sul mento poi mi venne in mente cosa dire.
"Oh! Forse la cosa che mi ha fatto svegliare in un certo senso è stato quando ho accompagnato Luke a casa sua per trovare i suoi" Dissi entusiasta e anche lui sorrise.
"Interessante" Rispose annotando anche questo.
"Già, è... è stato bellissimo. Quella signora non mi conosceva eppure mi ha trattata come se fossi di casa. Ho visto Luke sorridere come non mai. Per la prima volta ho visto come una vera madre dovrebbe comportarsi con il proprio figlio. Per la prima volta mi sono sentita a casa. Mi sentii così male perché i miei ed io gli avevamo cacciato tutto ciò, gli avevamo cacciato gli anni più belli della sua vita" Continuando e il mio sorriso sparì lentamente.
"Perché ti includi?" Domandò confuso cacciandosi gli occhiali e io sentii un groppo in gola.
"Perché io... io ho fatto in modo che lo stipendio fosse minimo e quindi che non fosse possibile ripagare subito il debito che aveva con i miei" Gli svelai lasciando trasparire quanto mi fossi pentita.
"Oh, continua" Rispose rimettendosi gli occhiali. Era chiaramente sorpreso.
"Quando tornammo in macchina gli dissi che lo amavo ma quando tornammo a casa lo negai. Perché io non volevo tornare a casa ma non potevamo di certo scappare eppure ce l'avevo con lui... Gli svelai tutto e così mandai a rotoli tutto il nostro rapporto. Lui si è fidanzato con un'altra e io... io con Noah" Dissi velocemente sentendo gli occhi bruciarmi.
"Ora parliamo di Noah?" Mi chiese senza staccare gli occhi dal taccuino dove stava scrivendo.
"Noah era il mio migliore amico. Non era il mio ragazzo eppure sui giornali non si parlava d'altro. Non ho mai smentito questa voce e non avevo intenzione di farlo perché volevo che i miei ci credessero, così sarebbero stati orgogliosi di me. Insomma... stavo con il figlio del duca. Ma Patrick... come facevo a far finta di essere innamorata di una persona quando l'amore della mia vita viveva sotto il mio stesso tetto?" Chiesi a lui per avere un'approvazione per le mie azioni.
"I tuoi sentimenti erano così forti?" Mi domandò lui a sua volta fissandomi dritto negli occhi.
Io mi sedetti velocemente sulla sedia e mi sporsi verso di lui.
"Sono. Patrick... sono ancora così forti" Risposi senza distogliere lo sguardo.
Lui alzò le sopracciglia e fece un piccolo sorriso.
Io mi misi composta e mi guardai un po' a torno.
"Perché hai smesso di parlare con Noah?" Domandò all'improvviso e io mi ritrovai spiazzata.
"Lui... lui mi ha usata" Risposi a bassa voce, quasi come per dirlo a me stessa.
Come facevo a parlare di ciò senza svelare il suo segreto?
"Ti ha usata?" Domandò ancora confuso.
"Sì..."
"Come?"
"Non posso dirlo, ho promesso a Noah di non dirlo a nessuno"
A quel punto lui fece una risata fragorosa lasciandomi perplessa.
"Suvvia Ariel. So che Noah è omosessuale, se è di questo che parli" Disse poco dopo e io sgranai gli occhi. Mi sentivo così stupida.
"Cosa?"
"Sono stato anche il suo psicologo"
"Sta scherzando?"
"No, lo sanno anche i suoi ma lui pensa di no e quindi cerca... di nasconderlo"
Mi sentii più che confusa.
"C-Come hanno reagito loro?" Domandai senza incrociare il suo sguardo.
"Come reagiresti tu?" Chiese lui a sua volta cercando i miei occhi.
"A me importa solo che mio figlio sia felice" Risposi alzando lo sguardo pian piano.
"Anche a loro. Ma non è facile vivere in questa società e tutta la famiglia ne pagherebbe le conseguenze" Cercò si spiegarmi ma nella mia testa tutto era così maledettamente confuso.
"Io... non capisco..."
"Sarebbe un grosso scandalo non credi? E l'eredità? Ohoh"
"Beh sì ma-"
"Sì ma non parliamo di Noah, piuttosto raccontami cosa è successo" Mi bloccò all'istante ma io avevo così tanti dubbi in testa. Non riuscivo a pensare ad altro. I suoi lo sapevano?
Lui mi toccò una spalla facendomi tornare alla realtà.
Lo fissai a lungo poi decisi di parlare a quel punto.
"Ho scoperto che mi ha usata per far ingelosire Zack. Zack... non è neanche minimamente pensabile omosessuale"
"Oh, sei sicura che le sue intenzioni erano solo queste? Sembrava molto dispiaciuto"
"Quali altre dovrebbero essere?" Domandai corrugando la fronte.
"Forse voleva solo esserti amico"
"Perché non dirmelo?"
"Dopo quello che ti ha fatto quel ragazzo? Credo che le sue paure erano più che ragionevoli. O in un modo o nell'altro ti avrebbe persa" Disse lasciandomi ancora una volta senza parole.
Abbassai lo sguardo e strinsi i pugni.
"Sono così importante?" Chiesi ridendo.
"Perché non dovresti esserlo?"
"Potrei risponderle in così tanti modi" Dissi alzando gli occhi lasciandogli capire quanto fossi seria.
Avevo portato a tutti così tanti problemi...
Lui mi fissò strizzando gli occhi poi chiuse il taccuino e si allontanò dalla scrivania.
"Senti arriviamo ad un verdetto"
"Abbiamo già finito?" Domandai un po' dispiaciuta. Volevo parlare ancora e ancora. Sarei rimasta a parlare per tutta la vita con una persona che né mi appoggia e né mi contraddice.
"Visto? Non è stata una tortura"
Lui sorrise e io distolsi lo sguardo.
"Credo, no, anzi rettifico. Devi smetterla di fare così" Disse tornando serio.
Io corrugai la fronte confusa. Smetterla di fare che?
"C-Cosa?"
Lui si caccio gli occhiali e li poggiò sulla scrivania.
"Sì Ariel. Devi smetterla di fare tutto quello che i tuoi ti dicono. Devi vivere. Sei grande oramai loro non hanno più nessun potere su di te" Disse con un accento di voce irritato.
"Vivo sotto il loro tetto..." Risposi lentamente.
Lui si alzò all'improvviso poggiando le mani sul tavolo e si sporse verso di me facendomi spaventare.
"Allora scappa! Vattene! Cosa ti trattiene ancora qua!? Non noti che stai impazzendo?!" Esclamò e riuscii a vedergli una vena del collo pulsare.
"Io... io... credo-" Balbettai ma lui mi bloccò.
"Credi?" Domandò socchiudendo gli occhi.
"Io-"
"Fallo Ariel, loro non potranno fermarti. E poi... Se ti rinchiudessero in casa che figura farebbero?" Disse ancora e mi convinse.
Abbassai lo sguardo per pensare.
Non c'era nessuno che mi legava ancora qua, certo Wanda... Josh, il college. Oh al diavolo io neanche volevo farlo.
Ma comunque i miei non mi avrebbero fatto partire sola dopo quel che era successo.
Sgranai gli occhi quando mi venne un'idea.
"Ha ragione" Risposi facendo un sorriso enorme.
"È stato bello ascoltare le sue vicende signorina" Disse lui soddisfatto.
Mi avvicinai e gli stampai un bacio sulla guancia.
"La ringrazio!" Esclamai e corsi verso la porta lasciandolo sbigottito.
Arrivai in salotto e Noah era ancora là per fortunaz
Avrei usato lui per andarmene da questa casa maledetta, così almeno eravamo pari.
"Ariel" Mi chiamò confusa mia madre.
Corsi verso Noah e lo abbracciai stampandogli un bacio sulle labbra.
Lui rimase perplesso mentre sentii qualcosa cadere sicuramente dalle mani di Wanda, e come biasimarli.
"Andiamocene"HEY!🎄
Come avete passato il Natale? Spero bene. Auguri anche se con un giorno di ritardo🙈
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e spero di tornare prima di capodanno!
Alla prossima ❤
~Pia
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Don't let me go
RomanceÈ così difficile reprimere i propri sentimenti. Ariel non può dichiarare i propri sentimenti verso Luke e quest'ultimo non può di certo darle la soddisfazione di farle sapere che lui se ne è innamorato. Sarebbe meglio stare lontani, no? Ma purtrop...