"COSA!?" Urlai sgranando gli occhi.
"Ora te l'ho detto, però non dirlo a nessuno" Mi pregò prendendomi per le spalle.
"E a chi dovrei dirlo?" Domandai sconvolta scrollandomelo di dosso.
"Beh-"
"MA IN CHE SENSO!?" L'interruppi all'improvviso. Lui sobbalzò sul divano dallo spavento e mi fissò perplesso.
"Calma!" Urlò.
"Scusa è che... È..." Cercai di dire abbassando il tono della voce.
"Ha messo incinta una ragazza. Un giorno mi sono ritrovato a dover fare delle visite mediche all'ospedale e mentre camminavo ho notato questa ragazza che veniva seguita da Zack a distanza, mi sono avvicinato e gli ho chiesto che stesse facendo, la ragazza si voltò e notai la pancia. Dai loro sguardi feci due più due e tirai le somme"
Spiegò brevemente.
"Però è bravo a nascondersi" Pronunciai stupita.
"Già... Senti cambiamo discorso?"
"O-ok" dissi ma in realtà volevo saperne di più... Per quanto nella mia mente lo ripetessi tante volte, non riuscivo a crederci. Zack padre.
"Questa sera c'è una festa in un bar vicino casa tua. Ti va di andarci?" Domandò abbozzando un mezzo sorriso.
"Vuoi ufficializzare là le cose?" Risi.
"Noi ci andremo solo come amici. Invita anche Luke no?" Fece alzando le sopracciglia.
"Cosa? Te lo scordi!" Esclamai corrugando la fronte.
"Perché?" Domandò confuso.
"E se dovesse invitare a sua volta quella ragazza? O peggio... Se si rifiutasse di nuovo di parlare con me?"
"Beh allora è un cretino" Rispose poggiando la sua mano destra sulla mia spalla.
Dopo esserci scambiati un paio di sguardi decisi di accettare.
Sbuffai e lui esultò.
Però non avrei invitato Luke, neanche fra un milione di anni. L'idea che avrebbe potuto incontrare quella Alison mi uccideva. Ero stata io la causa del loro primo incontro e non volevo esserlo per un altro incontro dove avrei potuto notare lo scambio di sguardi innamorati fra loro.
"Usciamo?" Chiese ricomponendosi dopo un paio di secondi irrompendo nei miei pensieri.
"Di solito si esce la sera dopo cena non dopo pranzo" risi abbassando lo sguardo.
"Che importa"
Mi feci seria e spostai lo sguardo alla tv dove segnava l'ora. Erano le quattro.
Mi domandai cosa stesse facendo Luke in quel momento. E se Alison lo aveva raggiunto a casa mia? Iniziai ad agitarmi e cercai di spostare i miei pensieri altrove ma non ce la feci.
"Vorrei tornare a casa" Dissi mordendomi il labbro inferiore.
"Posso venire?" Chiese gentilmente sorridendomi.
"Ok" pronunciai e mi alzai dal divano.
Noah mi seguì e mi superò andando ad aprire la porta.
Uscii sorridendo e mi diressi verso l'auto.
Lui chiuse la porta e mi seguì.
Ci infilammo in macchina e per un po' rimasi in silenzio poi lui mi parlò.
"Come hai intenzione di invitarlo?" Domandò accendendo il motore.
"Non ho detto che l'avrei fatto" risposi indifferente guardando fuori dal finestrino.
Stava piovigginando. Avrei voluto cacciare fuori un braccio e sentire l'acqua piovana fredda sul palmo della mano. Non so perché ma sin da piccola questa era una delle mie parti preferite di quando pioveva.
"Come scusa?" Continuò lui ricordandomi il discorso che stavamo affrontando.
"Non ho intenzione di invitarlo" Dissi abbassando il vetro del finestrino e cacciando una mano fuori.
In qualche modo, facendo così riuscii a cambiare discorso.
"Che fai?!" Esclamò lui guardando prima la strada poi me.
"Volevo sentire la pioggia" Risposi facendo rientrare la mano e alzando il finestrino.
Mi fissai la mano e le gocce d'acqua che rimanevano perfettamente nella loro posizione.
"Sei strana" Rise tornando a guardare la strada.
"Già" Pronunciai poi mi asciugai la mano sul jeans e tornai a fissare fuori dal finestrino.
"Senti lasciamo stare Luke per un secondo"
Continuai intraprendendo un altro discorso "Convincere tutti della nostra relazione non sarà molto difficile"
"Perché lo dici?"
"I paparazzi adoro ficcare il naso nelle questioni private di noi ricchi"
"Quind-"
"Quindi basterà farci vedere in giro insieme qualche giorno e loro tireranno le somme da soli" Spiegai interrompendolo.
Lui si limitò solo a fare un mezzo sorriso malinconico e improvvisamente un profondo senso di malinconia pervase anche me.
"Noah"
"Sì?"
"A volte non vorresti sentirti libero nel fare le tue scelte?"
"A volte?" Rise rumorosamente e io capii la stupidità della mia domanda.
"Vorrei poter mandare tutto a quel paese e fare ciò che voglio ...ma ogni volta che lo faccio finisco per deludere i miei che non mi guardano neanche più in faccia" Spiegai fissando malinconicamente le gocce d'acqua che scendevano lentamente sul finestrino.
"Ti capisco, neanche io voglio deluderli ma... Mi sento come soffocato dalle loro regole e dai loro giudizi" Ammise.
"Esatto" Pronunciai con tono stanco.
"Credi che un giorno questo possa cambiare?" Mi domandò.
"Lo spero" Risposi quando arrivammo a casa.
Tutte e due non aprimmo bocca e sembrò passare un'eternità prima che uno dei due aprisse lo sportello.
Prima di scendere, però, osservai Noah che sembrava essersi cacciato di dosso tutta la tristezza.
"Ti prego non mettermi in imbarazzo" Dissi sospirando.
"Come? In che senso?" Si mise a ridere.
"Non fare battutine su me e Luke, ok?"
"Non lo farei mai" Disse poggiando una mano sulla mia.
Sospirai un'altra volta e uscii.
Noah chiuse l'auto e ci avviammo alla porta.
Suonai al citofono e ,dopo qualche secondo, Luke venne ad aprire la porta.
"Bentornata Signorina" Disse spostandosi facendoci passare.
"Signore" continuò serio salutando Noah.
Spostai lo sguardo in casa e non c'era nulla di strano. Feci un lungo sospiro di sollievo e mi diressi verso il centro della stanza.
"Ciao" Gli rispose Noah sorridente.
Mi voltai verso di lui e l'osservai inarcando le sopracciglia.
"Andiamo su" Dissi andando verso le scale.
Quando arrivai vicino la rampa mi accorsi che non mi stava seguendo perciò mi voltai e gli lanciai un'occhiataccia.
"A me piace stare in salotto" Disse alzando le spalle.
Sgranai gli occhi e il mio battito cardiaco iniziò ad accelerare. Che diamine aveva intenzione di fare?
"Stai scherzando"Affermai ma mi accorsi che non era così quando andò a sedersi sul divano.
"Oddio" Sbuffai tornando da lui.
Luke se ne stava dietro fissandoci scrupolosamente.
Noah mi prese per un braccio e mi strattonò affinché mi sedessi vicino a lui.
"Noah!" Esclamai in un certo senso divertita.
"Ariel ma quindi questa sera?" Domandò lui, così, dal nulla.
"Cosa?" Domandai a mia volta confusa.
"La festa" Continuò e sul suo volto apparve un sorriso malizioso.
Mi stava mettendo alla prova con Luke? "Che grandissimo bastardo" Pensai.
"Oh... La... La fe-festa... Io penso che..." Ripresi balbettando.
Che mi stava prendendo? Sentivo la mia faccia in fiamme. Non era per Noah, sicuro, ma per Luke che ci fissava da dietro.
Noah si voltò verso di lui e sorrise.
"Vuoi venire anche tu?" Gli chiese senza giri di parole.
Io gli diedi un calcio alla gamba mentre Luke sgranò gli occhi e strinse i pugni.
"Ai! Ma che fai?!" Esclamò voltandosi verso di me.
"Io?!" Domandai con lo stesso tono di voce.
"Va bene" Pronunciò Luke.
Io e Noah ci voltammo verso di lui sorpresi.
"Cosa?" Chiese Noah divertito.
"Vengo"Salve!
Rieccomi dopo due giorni 😎
Spero il capitolo vi sia piaciuto e chiudete un occhio se trovate eventuali errori di ortografia 🙈 grazie!
Alla prossima ❤️
~Pia
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Don't let me go
RomanceÈ così difficile reprimere i propri sentimenti. Ariel non può dichiarare i propri sentimenti verso Luke e quest'ultimo non può di certo darle la soddisfazione di farle sapere che lui se ne è innamorato. Sarebbe meglio stare lontani, no? Ma purtrop...