Schiaffo

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Spalancai gli occhi e serrai la bocca.
Lei continuò a fissarmi divertita poi spostò lo sguardo di nuovo sul gatto.
"Respira Luke" continuò seria.
Feci un respiro profondo e mi diressi verso la porta.
"Dove vai?" Mi chiese sporgendosi verso avanti.
"Non c'è bisogno che vigili ancora su di te. Ti senti bene a quanto pare" risposi seccato.
"Eh?"
Il gatto le scappò dalle mani e mi passò da sotto le gambe per poi uscire dalla porta.
Ariel sgranò gli occhi poi strinse i denti e si alzò all'improvviso.
"Aspetta Queen!"
Corse verso per arrivare alla porta e fermare il gatto ma si bloccò poco prima e si aggrappò al mio braccio abbassando la testa.
"Anche il gatto mi odia" disse facendo un sorrisetto.
Io non parlai. Non ne avevo voglia. Continuai a fissarla indifferente.
Ero abituato alle sue provocazioni ma questa volta era diverso. Il fatto che sapesse del bacio e che mi era piaciuto le dava più potere. Avrebbe potuto dirlo ai suoi, a Wanda o a Josh e la mia vita in quella casa sarebbe finita.
Certo io sapevo di quel tatuaggio e quindi non si sarebbe azzardata a dire nulla. O almeno così pensavo.
"Mi gira la testa" disse.
Io in silenzio le misi una mano sulla fronte.
"Sei ancora calda. Dovresti tornare a letto e riposare ancora un po' "
"PERCHÉ!?" Mi urlò all'improvviso strattonandomi dal braccio, sempre con la testa verso il basso.
"CHE TI PRENDE!?" Urlai a mia volta.
Lei iniziò a singhiozzare e si voltò verso di me aggrappandosi alle mie braccia e poggiando la testa sul mio petto.
"Perché Luke? Tu sai più di chiunque altro come sono fatta... Allora perché... Perché ti comporti così?" Continuò stringendo di più le mani.
"Ariel che st-"
"PERCHÉ NON DICI CHE MI AMI!?" Mi urlò ancora una volta con la voce tremante.
Sgranai gli occhi e stetti zitto.
"Luke! Dimmelo! Ti prego!" Disse alzando la testa e le notai gli occhi rossi pieni di lacrime, anche la faccia rosse e teneva la bocca semichiusa.
"Ariel..." Deglutii e continuai "Tu stai delirando. Per favore lasciami ora"
Lei spalancò gli occhi e avrei giurato di aver sentito il suo cuore farsi a pezzi ma poi capii che era impossibile.
Ariel stava male e stava dicendo cose a caso, era impossibile che ci tenesse davvero a una risposta.
Lasciò cadere la testa verso il basso e rimanemmo per un po' tutti e due zitti poi l'afferrai dai bracci.
"Per favore Ariel ora vai a riposare" Dissi con un accento di preoccupazione.
Lei si liberò dalla mia presa e andò a sedersi sul letto sempre col volto abbassato.
"Non te la sarai presa realmente?" Chiesi.
"Questo dovrei chiederlo io a te" rispose all'istante.
Mi avvicinai a lei e le spostai una ciocca dietro l'orecchio.
"Ammetto che non mi sono comportato bene. Scusa, hai ragione. So come sei fatta e non dovrei prendermela per così poco" dissi dolcemente e lei alzò lo sguardo stanco.
"Tu sei l'unico con cui posso parlare Luke" disse e mi abbracciò lentamente.
Ero incapace di prevedere le sue mosse, questo non era un segreto ma ,mentre prima rimanevo rigido e in disagio, ora era piacevole.
"Ariel, non posso dire di amarti. È una parolona. Però posso dirti che-" Stavo dicendo con tono dolce quando qualcuno entrò bruscamente spalancando la porta.
"ARIEL TESORO! COME STAI!?"
Sgranai gli occhi alla vista della madre.
Tutto intorno a me si gelò. Il tempo, il mio cuore, quello di Ariel che sentivo a contatto con il mio corpo e la signora Michele.
Poi tornò tutto come prima, le vidi volto farsi rosso dalla rabbia e si spedì verso di noi con fare minaccioso.
"ALLONTANATI DA MIA FIGLIA!"
Spezzò l'abbraccio e mi spinse all'indietro, per poco non caddi.
Mi tenni in equilibrio e quando alzai lo sguardo vidi la sua mano andare a grande velocità contro la guancia di Ariel.
Sgranai gli occhi allo schiocco e quest'ultima si scaraventò sul letto.
"NON LO FARE MAI PIÙ! PENSAVO DI ESSERE STATA CHIARA O SBAGLIO? NON CI DOBBIAMO MISCHIARE CON GENTE DEL GENERE! SMETTILA DI ESSERE COSÌ STUPIDA E INGENUA!" Le urlò tutto in un colpo e la parola stupida risuonò più volte nella stanza.
Era solo un abbraccio eppure Ariel aveva ricevuto una dura punizione. L'aveva ricevuta per un abbraccio senza doppi fini, senza cattiveria...
Forse queste scene si ripetevano in continuazione nella sua testa ogni giorno. Forse era accaduto anche in passato. Per questo era cambiata, eppure noi continuavamo a criticarla.
Fissai incredulo il suo corpo in attesa di una risposta ma non si muoveva, non era svenuta, aspettava che la madre se ne fosse andata per sfogarsi e piangere. Per ora piangeva in silenzio coi capelli sul volto. La conoscevo e non voleva farsi vedere debole davanti i suoi.
"Non lo dirò a tuo padre. Solo Dio sa cosa potrebbe fare" disse fredda senza neanche un'emozione.
"S-Signora" aprii bocca infine.
"Non so cosa è successo prima Luke, ma credo a quello che ho visto e quello che ho visto era tu che cercavi di parlarle e lei che ti teneva abbracciato. Non voglio che si ripeta più"
Deglutii ma non mi stetti zitto.
"Signora non sono affari miei ma era solo un abbraccio!"
"Hai detto bene. Non sono affari tuoi" ci fu un breve silenzio e mi fissò con lo stesso identico sguardo della figlia che mi fece sentire inferiore.
"Tu non provi assolutamente nulla per lei? Vero? O sarò costretta a..."
Sgranai gli occhi e deglutii.
"Non provo assolutamente nulla signora. Per lei io sono solo il suo maggiordomo e per me lei è solo il mio capo" dissi serio fissandola negli occhi a mo' di sfida.
Si voltò e sparì dietro la porta senza dire nulla.
Io la seguii con lo sguardo e una volta sicuro che non ci fosse più nei paraggi sospirai e mi girai verso Ariel. Per fortuna la madre non le guardò il busto perché aveva la maglia leggermente alzata e si notava un po' la punta della piuma.
"Se ne è andata"
Si stava mordendo il labbro inferiore e quando sentì la mia voce iniziò a tremare e singhiozzare.
Io stetti zitto. Non pensavo che una madre potesse essere così crudele con la propria figlia.
Abbassai lo sguardo al pavimento e strinsi i denti.
Avevo visto piangere Ariel tre volte ma questa volta mi si spezzò il cuore.
Mi inginocchiai e le sorrisi dolcemente.
Le spostai i capelli con una mano e le accarezzai la guancia divenuta rossa per il colpo ricevuto mentre con l'altra strinsi la sua di mano.
"Non sei stupida Ariel... e non sei neanche ingenua. Credimi. Sei la persona più forte e più intelligente che io abbia mai conosciuto" le dissi dolcemente.
"L-Luke" disse col volto contro il cuscino.
"Sì?"
"Puoi andartene ora? Per favore"
Volevo rimanere a consolarla, volevo aiutarla ma decisi di non insistere. Aveva bisogno di un po' di tempo da sola e io glielo avrei concesso.
Mi alzai lentamente e avanzai verso la porta.
"Grazie" disse a bassa voce ma riuscii a sentirla comunque.
Le sorrisi, uscii e chiusi la porta dietro le mie spalle. Mi ci appoggiai e sospirai.
Le avevo mentito, avevo mentito a sua madre e avevo mentito a Josh.
Io mi sono innamorato di Ariel tempo fa ed è proprio in questi momenti che quei sentimenti tornano e mi ricordano che io amo Ariel Obelion più di quanto ami la mia stessa vita.
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Saaalve!!!
Mi scuso come sempre per non aver potuto aggiornare prima, comprendetemi 😭
Per altro vorrei ringraziarvi come al solito per aver continuato a leggere la mia storia❤️
Spero di poter ritornare presto.
Alla prossima.
~Pia

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