Quando aprii gli occhi per affrontare una nuova giornata, la casa mi sembrava stranamente calma, segno che i miei genitori erano già andati a lavoro. Mio padre era da ben dieci anni che lavorava in una azienda di nonsochecosa e veniva ben retribuito, al contrario di mia madre che qualche volta faceva da baby-sitter, nulla di serio.
Adoravo quando ero sola in casa, avevo tutto a mia completa disposizione e potevo rilassarmi al massimo. Niente urla, rumori e rimproveri. Ma purtroppo dovevo affrontare quella maledetta scuola.
Quindi dopo aver indossato la divisa scolastica scesi di corsa in cucina, afferrai una barretta ai cereali e un bicchiere di succo d' arancia, ingoiai il tutto molto velocemente e scappai fuori. Mi aspettava un'altra giornata tremenda e non avevo ancora avuto il tempo di prepararmi psicologicamente a quella tortura.
***
- Annie - qualcuno mi chiamò. E come non poter riconoscere la mia dolce Kate, super ordinata, con lo zaino in spalla e qualche nuova applicazione per il cellulare; al suo seguito Chanel, la pazza del gruppo, quella che la trovi a tutte le feste, la reginetta de ballo, quella che ucciderebbe per far shopping ogni giorno.
- Ragazze - esclamai raggiungendole a passo svelto e scontrandomi con qualcuno a cui neanche diedi importanza per la fretta.
Le abbracciai ed entrammo a scuola in seguito all'irritante suono della campanella. Chiesi quale materia avrebbero dovuto avere a prima ora. - Noi due matematica, tu? - mi rispose Chanel prendendo un libro dal suo armadietto. Sbuffai, - Letteratura inglese -. Il lunedì era stato da sempre un giorno traumatico. L'alzarsi la mattina dopo il weekend, il dover sopportare delle materie pesanti. Lo odiavo.
Sbattei l'armadietto con noncuranza, dopo aver preso alcuni libri. - A dopo - dissi, ma subito dopo mi resi conto che le mie due amiche erano andate già via. Scrollai le spalle e iniziai a farmi spazio fra i corridoi affollati. Svoltai a destra, trovandomi in un corridoio più piccolo ed entrai nell'aula di letteratura inglese.
Scelsi accuratamente il posto che avrei avuto per quell'ora, visto che ero ancora sola. La seconda campanella non era ancora suonata ma mi piaceva entrare prima per non dover affrontare la folla che cercava di entrare in classe per prendere i posti in fondo.
Scelsi un posticino in fondo all'aula, era all'angolo ed era adiacente alla finestra, proprio come piaceva a me. Posai lo zaino sul banco e notai una piccola scritta col pennarello indelebile, era il nome di Chanel. Era stata sicuramente lei a scriverlo, la sua scrittura piccola ma elegante era inconfondibile. Feci un sorriso divertito.
- Emh... Scusa... -, sussultai. Alzai gli occhi per vedere di chi si trattasse.
Una ragazzina bionda e slanciata, con la pelle chiara e gli occhi color del ghiaccio, mi stava fissando, in piedi sull'uscio della porta. - Sapresti dirmi qual è l'aula di storia? - continuò. Mi avvicinai e le dissi che era la classe a fianco, e detto questo mi ringraziò e scappò via.
Un attimo dopo suonò la campanella. La classe si riempì di studenti e la professoressa fece il suo ingresso.
Le ore passarono in fretta e quasi mi parse di star per morire quando arrivai in aula mensa. Presi un vassoio e vi poggiai sopra un piatto di purè, una mela e un panino. Mi guardai in torno, adocchiai Chanel e Kate ad un tavolo e non ci pensai due volte a raggiungerle.
- Ehi Annie - mi chiamò Kate scuotendo una mano in aria. M'incamminai verso di loro ma qualcosa di freddo mi colpì la schiena, coperta solamente da una leggera camicia. M'irrigidii all'istante. Ringraziai Dio per aver fatto sì che nessuno si fosse accorto di niente.
Inspirai profondamente e strinsi i pugni. Quando mi girai, davanti a me c'era proprio chi mi aspettavo: Catherine Smith.
Pensavo che quelle galline che andavano in tre erano solo nei film. Le ho sempre viste come zoccole, popolari, soprattutto tra i ragazzi. Invece quando iniziai la high school, scoprii che quelle tre che girano per i corridoi dei film esistevano davvero.
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Quel ragazzo con la chitarra in mano
FanfictionAnnie non se lo aspettava, non se lo sarebbe mai immaginato. Non avrebbe mai potuto prevedere che aprendo quella porta la sua vita sarebbe cambiata. "Non sapevo che dietro quella porta si nascondesse il mio destino" *** INFORMAZIONI E AVVERTENZE Tu...