Capitolo 48

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Sospirai aggiustandomi il cappellino di lana grigia prima di scendere dell'automobile. Il viaggio di solito non breve e a volte anche noioso, era stato piacevole ed era praticamente volato. Io e mia madre avevamo chiacchierato per tutto il tempo e avevamo avuto il tempo di recuperare il tempo che avevamo perso in quei giorni.

Mia madre si affrettò a suonare il campanello e poco dopo i grandi cancelli si aprirono dandoci il consenso di entrare nella grande proprietà dei nostri amici di famiglia.

Melanie ci venne in contro attraversando il lungo vialetto di pietra. - Benvenute! - esclamò abbracciando entrambi - Entrate, qui fuori fa davvero freddo -.
- La neve per fortuna si sta quasi sciogliendo - commentò mia madre entrando in casa al suo fianco mentre io restai dietro in silenzio.

Entrammo in casa e Sasha ci aiutò a togliere i cappotti per poi andarli a sistemare da un'altra parte.

Mia madre e Mel continuarono le loro chiacchiere entrando con passo lento in salotto. Mi voltai verso Sasha che stava appendendo accuratamente i nostri giubbotti - Tyler non c'è? - le chiesi. Mi guardò con sguardo dolce - Oh, no. È uscito - disse sorridendo. - E non cenerà con noi? - continuai. - No, non penso -.

Annuii prima di sorriderle e raggiungere Melanie e mia madre in salotto. Erano comodamente sedute sul grande divano con penisola a sorseggiare qualcosa di alcolico da un colore scuro da un piccolo bicchiere. Mi accomodai anch'io su una poltrona di una stoffa nera accanto al divano.
- Come va con il tuo ragazzo? - chiese Mel alla fine di una veloce conversazione con mia madre.
- Bene, grazie - risposi timidamente forzando un sorriso. - Quest'anno avrà il diploma? - domandò adagiando il bicchierino di vetro vuoto sul moderno tavolo da caffè davanti a lei.

- Sì - risposi. - Ma dove si iscriverà? - si intromise mia madre. - Non ha ancora deciso - dissi - Non vuole andare in un College qui a Toronto, ma i suoi genitori non vogliono che vada fuori -.

Annuirono entrambi prima di ricominciare a chiacchierare tra loro. Le solite chiacchiere inutili del più e del meno, che non facevano altro che annoiarmi. Non vedevo l'ora che Tyler sarebbe tornato per fare qualcosa.

***

- Ma è fantastico! - esclamai con un sorriso smagliante. Mi guardò di traverso - No, è uno schifo - ribatté lasciandosi cadere sul grande letto. Un cipiglio si formò sulla mia fronte - Perché? - chiesi logicamente.

Scosse la testa chiudendo gli occhi. Mi accomodai sul letto accanto a lui - Ma lei, insomma, lei ti ha fatto capire che le piaci, no? -.
Sbuffò rimettendosi seduto vicino a me - Non ci ho capito un tubo. Cioè quando sono con lei dimentico tutto, non riesco più a concentrarmi su qualcosa - sospirò abbassando lo sguardo - Come faccio Annie? -.

Lo guardai con un sorriso sincero - Io credo che tu sia innamorato - affermai guadagnandomi una sua occhiataccia. - Non dire scemenze... - disse serio alzandosi e andando verso la finestra del balcone.
- Perché, non hai mai pensato di esserlo? Sei stato tu a farmi capire quando si è innamorati, no? Ora dovresti capirlo per te stesso Tyler - sussurrai alzandomi e andandogli incontro.

Si voltò verso di me - Forse hai ragione - ammise - Grazie Annie -. Si avvicinò e mi bloccò in un caloroso abbraccio, di cui entrambi ne avevamo bisogno. Eravamo entrambi troppo timidi per le grandi dimostrazioni d'affetto, infatti erano pochissime le volte in cui ci eravamo abbracciati, ma avevo assolutamente bisogno di dirgli che gli volevo bene, anche con i gesti.

- Ti voglio bene Tyler - sussurrai con la testa sul suo petto. - Anch'io, più di quanto immagini - rispose lasciandomi un bacio fra i capelli. Mi staccai lentamente da lui per poi guardarlo negli occhi - Non ti ho mai ringraziato per il sostegno che mi hai dato da quando ti conosco - ammisi leggermente triste. - È come se lo avessi già fatto, tranquilla -.

Quel ragazzo con la chitarra in manoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora