Capitolo 53

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"Ti devo parlare"

Quello fu il messaggio che inviai a Shawn l'indomani mattina, sapendo già che quella domenica sarebbe stata terribile. Avevo passato tutta la giornata precedente in giro per riflettere un po', senza rispondere ai messaggi o alle chiamate di nessuno. Ero tornata a casa nel tardo pomeriggio, pensando che mio fratello fosse andato via da casa nostra, ma invece era ancora lì. Mia madre lo aveva giustamente invitato per cena e per restare a dormire da noi, nella sua vecchia cameretta. Entrai arrabbiata di vederlo ancora lì e saltai anche la cena rifugiandomi nella mia camera per pensare.

Quella mattina mi ero alzata col pensiero di tentare almeno un'altra volta a convincere mio fratello e mia madre per farmi restare, ma poi pensai che Shawn aveva tutto il diritto di sapere cosa stava succedendo, così decisi di inviargli quel messaggio.

"Okay, dimmi che non è nulla di brutto ti prego" rispose qualche minuto dopo. Mi misi a sedere sul letto, ancora avvolta nelle calde coperte. Cosa dovevo dirgli "Sai Shawn mi sa tanto che devo andare a vivere a New York, però tranquillo, non è niente d'importante"? No, non era assolutamente la cosa adatta.

Presi una lunga boccata d'aria prima di digitare la risposta "Ci possiamo vedere da qualche parte stamattina?".

"Da John tra mezz'ora?" rispose subito dopo. Mandai un messaggio accettando la sua proposta prima di alzarmi.

Mi diressi verso l'armadio per prendere dei vestiti. Scelsi un paio di leggins neri aderenti e una felpa nera con delle scritte bianche di una taglia più grande della mia, prima di scendere al piano inferiore per farmi una doccia. Erano già le undici, quindi dovevo sbrigarmi se volevo essere puntuale.

Saltellai sugli ultimi gradini arrivando nel corridoio del primo piano. Sperai di non incontrare quei due che si aggiravano per casa, ma il destino volle che proprio mentre stavo aprendo la porta del bagno mio fratello uscisse da quella che un tempo era la sua cameretta da teenager, bloccandomi.

- Ciao Annie - mi salutò. Ruotai gli occhi al cielo dandogli ancora le spalle prima di abbassare la maniglia lucente di metallo per entrare in bagno.

- Aspetta, credo che dovremmo parlare - mi disse e lo sentii avvicinarsi. Mi voltai di scatto con i vestiti fra le mani - Senti Luke, non sono in vena ora. Sono anche di fretta - mi limitai a dire liquidandolo prima di entrare in bagno e chiudermi la porta alle spalle.

Sbuffai guardandomi allo specchio prima di scuotere la testa. Non volevo che i pensieri mi tormentassero ancora come avevano fatto per tutta la notte precedente. Mi tolsi il pigiama e la biancheria intima di dosso prima di aprire il getto d'acqua della doccia. Aspettai che l'acqua raggiungesse la giusta temperatura prima di entrare nel box doccia per lavarmi. Quando uscii mi asciugai velocemente ed indossai i vestiti che avevo scelto.

Mi sistemai i capelli in una treccia classica e uscii dal bagno senza truccarmi. Corsi in camera per indossare le scarpe e recuperare il cellulare e qualche monetina. Scesi velocemente al piano terra e senza avvertire nessuno uscii di casa andando verso la fermata dell'autobus più vicina.

Dieci minuti dopo ero arrivata alla fermata vicino scuola, così mi incamminai verso il nostro fast-food preferito. Ricordavo bene come molti mesi prima ci ritrovavamo quasi ogni pomeriggio proprio lì, a bere una cioccolata calda tra una chiacchiera e l'altra, oppure a scrivere il testo di quella canzone che non avremmo mai potuto cancellare dalla nostra memoria, forse perché l'avevamo scritta insieme.

Fu solo in quel momento che capii che se non fossi riuscita a convincere quei due per farmi rimanere a Toronto, avrei dovuto lasciare Shawn. Dovevo trasferirmi dal Canada agli Stati Uniti per chissà quanto tempo, senza più vederlo, ed il fatto che nessuna persona presente sulla faccia della terra avrebbe potuto sostenere una relazione a distanza era ovvio. Ma volevo provarci.

Quel ragazzo con la chitarra in manoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora