Capitolo 15

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Dedicato ad una persona che in silenzio mi dà supporto. Una lettrice modello. Dedicato a @piccolagentile

Era già arrivato il giovedì successivo, in quei ultimi quattro giorni ero stata a letto. La febbre mi aveva assalita, c'era d'aspettarselo, poi con quel vestito scollato mi ero data automaticamente il colpo di grazia.

Starnutii. Uffa! Mandai un messaggio a Kate, non avendo altro da fare "Che fai?".

Scesi al piano di sotto, stanca di dover stare allettata. - Mamma - la richiamai con la voce ovattata per il naso chiuso. Odiavo il raffreddore! - Tesoro, vuoi una tazza di tè? - chiese gentile - Preparane due, verrà anche Tyler - risposi con un sorriso.

In realtà non avevo ancora avvertito il mio amico ma sapevo che non avrebbe perso neanche un minuto ad arrivare, "Vieni da me?" gli mandai. Mi trascinai fino al divano a penisola e accesi un po' di televisione per ammazzare il tempo. La risposta del mio amico non tardò ad arrivare "Arrivo allora". Spensi il cellulare e mi concentrai sulla mia serie televisiva preferita. Quindici minuti più tardi un Tyler provvisto di libri e quaderni entrò in casa. - Ciao Tyler! - esultai con la voce fioca.

- Oh mio dio Annie sembri una papera - scherzò, facendomi scoppiare in una risata.

- Spero che non ti dispiaccia: ho portato degli appunti - dichiarò, lo ringraziai e poi, dopo aver preso il tè caldo, salimmo al terzo piano, nella mia camera. - Ma come cavolo fa tua madre a fare questo tè buonissimo?! - disse entusiasta - Non fare complimenti - risposi, mi accomodai sul letto e Tyler scivolò sulla sedia rosa della scrivania - Leggi tutti questi libri? - chiese, roteando la sedia e puntando lo sguardo sui libri disposti accuratamente sulla mensola attaccata alla parete.

- Sì, ma non lo dire a nessuno - dissi giocosa. Sorseggiammo un po' di tè tra una chiacchiera e l'altra. - Chanel mi ha detto che mercoledì scorso siete state da lei - disse poi.

- Sì, è vero. Non ti ha invitato? -

- Certo che mi ha invitato ma ho rifiutato. Mi ha detto anche che c'erano Edward, Richard e quello - spiegò.

- Quello si chiama Shawn. Perché ce l'hai con lui? - protestai. - Ti ho detto semplicemente che non lo devi frequentare -

- Ma un motivo ci deve essere! -

- Ma non c'è, tu stagli lontana e basta, fidati. Okay? -

Sbuffai - Okay -. Odiavo quando facevano così, avevo il diritto di sapere - Anche Kate sa, ma non mi vuole dire niente - aggiunsi ma non sembrò sorprenderlo o preoccuparlo. Quei due nascondevano qualcosa di molto importante ed erano anche complici!

- Un attimo che mi misuro la temperatura. Speriamo che sia scesa con l'aspirina -

Presi il termometro da sopra il comodino e lo cacciai in bocca, un paio di minuti dopo lo rilasciai. Non avevo la febbre ma ciò non toglieva il malessere che mi infastidiva.

- Febbre? - domandò.

- No, è passata. Non vedo l'ora di guarire, senza scuola mi annoio -.

- Allora è meglio che studi, dai ti aiuto io. Ringrazia che esisto -

***

Il venerdì mattino mi alzai di buon umore, per fortuna. Soprattutto perché il detto "Il buon giorno si vede al mattino" con me funzionava fin troppo. Salutai mia madre e senza fare colazione mi dileguai verso scuola. Mia mamma era felice in quei giorni e non aveva nessun livido.

Mio padre era da quella famosa sera che non si faceva vedere, da quasi due settimane ormai, ed era meglio così per tutti. Chissà dove si era cacciato. Ma sinceramente non mi importava molto.

Quel ragazzo con la chitarra in manoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora