2 - Quando una storia parte male...

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***
Avevo appena iniziato a lavorare al bar in centro. Ero ancora in prova e quindi lavoravo anche il pomeriggio.
Luigi, il proprietario, mi ebbe subito a cuore. Mi vedeva una ragazza spaesata in quella grande città. Mi diceva che gli ricordavo sua figlia. E mi insegnò tutto, perché io non sapevo nemmeno fare un caffè, nemmeno azionare un forno a microonde.
Il bar era sempre super affollato. I primi tempi furono difficilissimi ma riuscì presto a cavarmela.
Un giorno Luigi mi chiese di portare dei caffè e dei dolcetti all'edificio di fronte e solo allora mi accorsi dell'esistenza di uno studio di registrazione. Mi gasai quando mi disse che ci lavoravano cantanti famosi.
Ricordo ancora le sue parole. <<Mi raccomando Arianna, chiunque incontri massima accortezza e discrezione>>.
<<Si capo>>, annuii avviandomi.
Primo piano stanza n.4, lessi sul bigliettino. Quando arrivai davanti la porta ebbi un pò di ansia. Non sapevo chi avrei avuto di fronte. Fantasticai un Tiziano Ferro o un Cesare Cremonini, sentivo delle voci. Presi un respiro e bussai. Entrando però non vidi nessuno, solo un ragazzo di spalle, che cantava.
<<Non ho paura se resti qui, perchè l'amore mi chiude gli occhi. Vorrei baciarti, adesso sì, vorrei che fosse così.....>>
<<Buon Giorno. Scusi, ho portato i caffè>>, balbettai.
Il ragazzo non mi diede retta. Notai che aveva le cuffie alle orecchie e continuava a canticchiare. Posai imbarazzata il vassoio su un tavolo. <<L'amore si muov....>>, in quel momento si girò, bloccandosi e togliendosi subito le cuffie quando mi vide.
<<Scusami non mi ero accorto che eri qui>>, disse imbarazzato. <<Ragazzi é arrivato del cibo!>>
Mentre il ragazzo gridava verso l'altra stanza, io ci misi qualche secondo per capire chi era. Quel ragazzo moro, alto, con la barba e i baffi, il ciuffo alto, e una faccia dolce ma furba, non passava inosservato. Arrivarono gli altri due ragazzi intenti a parlare con un signore con barba e capelli bianchi. Lì non ebbi più dubbi. Li avevo visti vincitori a Sanremo, due di loro erano miei compaesani, mia nonna li amava e ascoltavamo sempre insieme le loro canzoni. Avevo davanti Ignazio, Piero e Gianluca del Volo, e quella situazione era piuttosto surreale.
I tre mi fissarono per qualhe secondo, lanciandosi occhiate fra di loro, come se non avessero mai visto una ragazza in vita loro.
<<Ragazzi ecco i caffè e i dolcetti offerti da Luigi>>, dissi a disagio.
<<Ah ma quindi tu lavori da Luigi??>>, mi chiese il signore con i capelli bianchi.
<<Si, sono nuova...>>, annuii. Continuavo a guardarli, anche mentre divorarono i dolcetti, incredula. Erano simpaticissimi e tutti e tre molto carini. Non riuscii a trattenere l'entusiasmo.
<<È strano vedervi dal vivo, anche io sono siciliana>>, dissi imbarazzata.
I ragazzi rimasero sorpresi. <<Davvero? Hai visto Piero? I siciliani sono ovunque! >>, disse Ignazio sfoggiando un sorriso che mi lasciò immobile, imbambolata.
<<Di dove sei di preciso?>>, mi chiese.
<<Trapani>>, risposi.
<<Che bello, proprio vicini vicini>>, mi rispose il moro in modo buffo.
<<Mia nonna vi ama! Se solo sapesse mi invidierebbe>>, dissi ridendo e causando una risata generale. Furono dolcissimi quando chiesi a loro un autografo per lei. I tre continuavano a guardarmi fino a farmi diventare rossa. Così scappai il prima possibile.
Pensai a quel sorriso tutto il giorno. Era di una bellezza particolare e mi sapeva di dolcezza, di Sicilia. Era proprio il tipico ragazzo solare siciliano, difficile da dimenticare. Sapevo poi che aveva una voce calda, da brividi, e che con quella di Piero e Gianluca formava un connubbio che piaceva a tutti perchè emozionante e vincente.

Il giorno dopo Luigi mi mise al bancone. Stavo lavando un bicchiere, quando tutto ad tratto sentii una voce con quell'accento familiare.
<<Oggi vengo io a prendere i caffè>>.
Alzai la testa e ritrovai davanti a me quel bellissimo sorriso. Colta di sorpresa iniziai a balbettare parole a caso.
<<Ignazio che ci fai qui? Se avreste chiamato saremmo venuti noi>>, gli disse Luigi.
<<Ma no...volevo venire di persona perchè dopo che ieri abbiamo visto la new entry - mi indicò - volevo vedere se avevi alzato la qualità del personale>>, disse lui ridendo.
<<Sei sempre il solito simpaticone..ti piace scherzare eh?...vi preparo i caffè va>>, rispose Luigi.
<<Allora...ieri non mi hai detto il tuo nome>>, disse poi rivolgendo gli occhi a me.
<<Arianna>>, risposi con un filo di voce.
<<Arianna...contenta la nonna dell'autografo??>>, mi chiese.
<<Tantissimo. L'ho chiamata ieri e non vede l'ora che torno in Sicilia solo perchè le porto l'autografo>>, gli risposi ripensando alla telefonata della sera prima.
Ignazio mi sorrise e rimasi a fissarlo per interminabili secondi.
<<Hai chiesto l'autografo?>>, interruppe Luigi arrabbiato. <<menomale che avevo detto accortezza e discrezione!>>
<<Tranquillo Luigi! È anche il nostro lavoro. Manda cameriere così carine più spesso e ti daremo una mancia extra...Ciao ciao!>>, disse facendomi l'occhiolino. Prese i caffè e andò via.
Rimasi scioccata. Luigi mi guardò meravigliato e da quel giorno mandò sempre me a consegnare quei caffè.

▪Suo Figlio dentro me▪ Ignazio Boschetto| Il VOLODove le storie prendono vita. Scoprilo ora