29 - L'occasione più importante della mia vita

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Los Angeles

Era ormai notte fonda e Ignazio dormiva profondamente a pancia in giù.
Io invece non mi davo pace e mi rigiravo nel letto. Non facevo altro che pensare a quella maledetta proposta.
Da piccola ne parlavo sempre con mio padre. Gli dicevo con occhi sognanti:<<Sai papà? Da grande io diventerò un bravissima fotografa e vivrò in America! Lavorerò con la gente famosa!>>.
Lui sorrideva ascoltandomi mentre ispezionava i suoi rullini e io, seduta sul suo tavolo da lavoro, lo osservavo  attentamente.
<<Ambiziosa...proprio come tuo padre>>, mi diceva poi sorridendo e stropicciandomi i capelli.

Adesso sarebbe stato fiero di me sapendo che un regista di Los Angeles aveva scelto me per affiancarlo e io mi sarei accontentata di essere anche solo una sua semplice porta caffè per assaporare quel mondo.
E invece no! Mi toccava rifiutare forse l'unica opportunità della mia vita.

"Ma lo fai per il bene di tuo figlio che è la cosa più importante", penserete voi...come lo pensa chiunque io abbia chiesto consiglio, anche Ignazio che impassibile aveva subito dato per scontato il fatto che avrei rifiutato.

Ma in realtà io pensavo che avrei saputo controllarmi, capire il mio limite ed ero certa che avrei potuto farcela senza stressarmi.

Mi addormentai cercando un discorso convincente per far capire a tutti che dovevo fare quello stage.

La mattina dopo, al mio risveglio, Ignazio era già andato via per le solite interviste mattutine.

Ma chi volevo convincere? Pensai poi sorseggiando il mio thè tiepido.
Forse avevano tutti ragione. Forse era un rischio e io dovevo essere più razionale.
Ormai rassegnata e dopo vari kilometri avanti e indietro per quella camera d'albergo composi il numero del regista.

<<Pronto Mister Richard? Sono Arianna la rag...>>>
<<Ciao Arianna! Mi fa piacere risentirti. Hai delle buone notizie per me?>>, Mi interruppe lui riconoscendomi subito.
Io rimasi spiazzata.
<<A dire il vero...credo che dovrò rifiutare. Nelle mie condizioni mi hanno sconsigliato tutti di stressarmi troppo perché ho avuto già delle difficoltà i primi mesi di gravidanza...>>, dissi tutto d'un fiato.
<<Oh...ma ti ho già detto che non comporta alcun stress? Dovrai solamente star seduta a guardare e ascoltare ciò che faccio. Non devi far mica una maratona su e giù. A quello ci penseranno altri stagisti. A me serve la tua mente giovane e fresca, ricca di idee nuove come quella di ieri...lo sai che poi ieri hanno approvato la tua idea?>>
Non ci potevo credere.
<<Ma dice sul serio?!!>>, esclamai portandomi una mano alla bocca per lo stupore.
<<Ma certamente! Lo sa che probabilmente sta dicendo di no all'occasione più importante della sua vita?>>.
Ecco la frase non avrei voluto sentirmi dire. Mi provocò una fitta stomaco e un blocco in gola. Rimasi in silenzio per qualche secondo.
<<Ho poco tempo...facciamo così! Io lunedì mattina alle 8:30 ti aspetto agli studi. Se ti vedrò sarò molto contento, altrimenti capirò...>>, concluse infine.
<<Ok Mister Richard>>, dissi a stento.
<<Ok allora, a lunedì!>>, Disse come se fosse sicuro di vedermi. E in realtà mi aveva stregata, di nuovo.
Staccai la chiamata ancora più confusa di prima e ripetei quel "a lunedi" appena dettomi circa 250 volte, fissando il vuoto.
Dopo una mezzora circa, sentii la porta aprirsi.
<<Amore mio!>>, esclamò sorridente Ignazio, chiudendosi la porta alle spalle.
<<Ciao...>>, risposi io non staccando lo sguardo.
Ignazio entrò caotico nel salottino per avvicinarsi al divanetto su cui ero seduta e salutarmi con un bacio sulle labbra.
<<È successo qualcosa?>>, mi chiese poi preoccupato quando notò la mia espressione.
<<Ho chiamato il regista e..>>
<<Hai già fatto? Pensavo volessi farlo insieme a me!>>, Mi interruppe lui cominciando a vagare per la stanza togliendosi la cravatta.
<<Ho preso coraggio...>>, risposi sospirando.
<<Meglio! Sono sicuro che avrai altre occasioni...>>, disse lui impiattando quella solita frase che avevo ormai sentito una ventina di volte.
Gli rivolsi uno sguardo che avrebbe voluto fargli capire cosa avevo dentro, cosa provavo. Ma niente. Ignazio si tolse giacca e camicia, si infilò velocemente una maglietta comoda e si sedette accanto a me sul divanetto. Mi circondò con il suo braccio e io mi appoggiai al suo petto.
<<Come sta il mio patato?>>, Chiese poi accarenzandomi la pancia.
<<Scalcia più del solito stamattina>>, dissi abbozzando un sorriso e prendendo le sue mani per poggiarle sulla pancia.
<<Patato quando ti farai sentire al tuo papà?>>, bisbigliò con voce buffa al pancione per poi alzare lo sguardo a me e incrociare il mio sguardo.
<<Ma tu sei bellissima>>, Mi sussurrò sfiorandomi il viso.
Riusciva ancora a farmi imbarazzare, a farmi diventare rossa con poco.
Così nascondevo la faccia sul suo collo per sentire quel meraviglioso profumo della sue pelle e lasciarci sopra tanti piccoli baci. L'unica cosa che mi faceva stare bene. E lui adorava quel mio gesto. Così, quando mi staccavo da lui mi baciava appassionatamente.
Quei baci di cui non ti sazi mai, di cui non potevamo ormai farne a meno nella nostra strana quotidianeità.

▪Suo Figlio dentro me▪ Ignazio Boschetto| Il VOLODove le storie prendono vita. Scoprilo ora