10 - E scoprii che mi mancava...

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Città del Messico.

<<Ciao Arianna come va? Tutto apposto no?>>
<<Si Ignà tutto apposto...come lo era un'ora fa...Sei assillante però!>>
<<Ma che ci posso fare se mi preoccupo! Mi ha cercato qualcuno?>>
<<No a parte la schiera di fan fuori dalla porta! Solita routine ormai ci sono abituata. Tu quando atterri?>>
<<Parto tra un'ora quindi tra dieci ore dovrei essere lì.>>
<<Perfetto! Io sono sempre qui come sai...Non puoi capire di quanta voglia ho di passeggiare fuori, muovermi, andare in giro...uff>>
<<Dai Ari ne hai ancora per poco! Nel frattempo in aereoporto ti ho preso un sorpresa...così a casa non ti annoi!>>
<<Davvero?! Cos'é? Cos'è?>>
<<Dai è una sorpresa! Non te lo dico>>
<<E Miiii! Dai dimmeloo!>>
<<Adesso devo andare...chiamano il nostro volo>>
<<Sei cattivo però! Scherzo dai...Fai Buon viaggio.>>

Da una settimana ormai sentivo Arianna solo per telefono dall'altra parte del mondo. La promozione del tour e dell'album era finita e tra un pò sarei tornato a casa. Io e Arianna avevamo passato circa un mese insieme nella stessa casa, ci eravamo conosciuti meglio, e lei faceva ormai parte della mia vita quotidiana. Avevo imparato a riconoscere i suoi sguardi, le sue voglie notturne, le sue nause mattutine, i suoi cambi d'umore all'improvviso. Senza forzarmi mi aveva fatto entrare nel mondo di un futuro papà e anche se tentennavo ancora, a volte dimenticavo tutte le incertezze e mi ritrovavo a fare dentro di me pensieri e ragionamenti su un figlio. Avevo ancora due pensieri contrastanti. Da un lato avevo accolto Arianna a casa mia, mi ero preso cura di lei e del bambino consapevole che fosse mio, mentre dall'altro persisteva sempre il dubbio. Quella non fiducia proveniva da esperienze che mi avevano ferito e che avevano creato un muro tra me e le persone di cui tendevo a non fidarmi subito. Attendevo sempre l'esito di quel test per cominciare a rendermi conto della situazione in cui mi trovavo.

Fui scosso da Piero. Probabilmente mi ero imbambolato. Era arrivato il momento di salire sull'aereo. Mi aspettava un lungo viaggio.
Saliti su, mandai subito un messaggio ad Arianna. Non l'avrei sentita per più di dieci ore ed ero in ansia perchè non ero per niente tranquillo a pensarla sola a casa in quella situazione, anche se Giulia era rimasta con lei per tutto il tempo.

"Wer pray the gentlemen passengers to fasten their seat belts and turn off all electronic devices".

Piero e Gianluca stavano già quasi per addormentarsi mentre io osservavo l'aereo prendere il decollo e alzarsi piano piano. Misi gli auricolari alle orecchie e azionai play sulla mia playlist preferita. Poi diedi un veloce sguardo al sacchetto sotto ai miei piedi e mi scappò un lieve sorriso immaginando la faccia di Arianna quando avrebbe visto la collezione di film anni settanta che le avevo preso.
Il cinema era la sua passione e da circa un mese passavamo quasi tutte le sere sul divano, sotto un piumone a guardare un film da lei scelto. Lei non si soffermava sulla trama, sui personaggi e sulla recitazione ma mi faceva notare tutti particolari tecnici. E se li aveva studiati mi raccontava come si realizzavano certi effetti, tagli e scene. Io non me ne intendevo molto e mi limitavo ad ascoltarla, a tenerle compagnia, a guardarla parlare della sua passione con quegl'occhioni che le luccicavano. Poi puntualmente io mi addormentavo prima della fine del film. Arianna spegneva la TV, mi avvolgeva nel piumone e andava a dormire. Il giorno seguente poi mi raccontava il finale.
Amavo quella parte della giornata in cui, stanchissimo, mi rilassavo sul divano con lei. E in quella settimana mi era mancato quel piccolo angolo di giornata che ci ritagliavamo. Mi era mancato tornare da lavoro e trovarla affacciata alla finestra intenta a sbuffare perchè sarebbe voluta uscire mentre io le ripetevo che il mondo fuori era sempre lo stesso e che doveva avere pazienza.
Mi erano mancati i pranzi e le cene insieme, anche con Giulia e Piero che si guardavano tutto il tempo lanciandosi attenzioni ma senza avere il coraggio di fare un minimo passo avanti. Mi era mancato sentirla lamentarsi per i jeans che non entravano più, vederla leggere o studiare al Pc con i suoi occhiali da vista, scoprirla in piena notte mangiare dalla maionese al cioccolato preferibilmente fondente, sentirla ridere di me quando mi sforzavo di fare una faccenda domestica. Mi mancava la mia quotidianità con Arianna. In particolare scoprii su quel volo che mi mancava proprio lei. E non sapevo se questo voleva dire che provavo qualcosa per lei. Non sapevo se ero influenzato da quella situazione, averla a casa mia, incinta e vedere quel pancino crescere giorno dopo giorno. Era inevitabile pensare al quel bambino. Non sapevo cosa mi stava succcedendo in quel periodo, da quel giorno in cui mi ritrovai Arianna davanti casa mia, sotto la pioggia, non avevo capito più niente della mia vita. Sapevo solo che quella mancanza mi spaventava, perchè se era legato ad un sentimento sarebbe stata la prima volta dopo tanto tempo...

Bologna

<<Sono atterrato a Milano. Tra un'ora saremo a casa>>, lessi ad alta voce a Giulia che nel frattempo stava preparando la pizza fatta in casa per tutti. La avvisai del messaggio di Ignazio, perchè sotto sotto era anche quello di Piero.
I ragazzi si sarebbero fermati qui a cena.
<<Ari così metti ansia però!>>, disse mentre impastava la pizza. Mi misi a ridere vedendola così.

Tra un'ora avrei rivisto Ignazio dopo una settimana. Lo avrei rivisto di nuovo vagare per casa canticchiando, tornare da lavoro nelle ore più assurde, addormentarsi sul divano la sera e raccontarmi la sua giornata a cena. Eccome se mi mancava. Ma dovevo frenarmi, placare i miei sentimenti. Mi ero giá bruciata una volta non volevo ripetere lo stesso errore. Per quanto Ignazio fosse cambiato nei miei confronti continuava a non fidarsi di me. Ogni volta che per un suo gesto mi batteva il cuore pensavo al test del DNA e spariva tutto. E così lucida dovevo rimanere fino alla prossima ecografia, quando il dottore mi avrebbe detto che il bambino non correva nessun pericolo, che potevo muovermi e tornare alla mia vita, a casa mia, a lavoro e all'Accademia.
Tutti quei pensieri si offuscarono nuovamente quando Ignazio e Piero tornarono a casa. L'incontro tra noi mi emozionò.
<<Ciao bella!>>, mi disse sorridendo e baciandomi la fronte. Io lo abbracciai dal divano risentendo quel profumo che mi era mancato.
<<Fatti vedere un pò - disse guardandomi - il patatino che fa?>>, chiese chinandosi e accarezzando la mia pancia.
<<È tanquillo e cresce>>, risposi risposi mostrandogli un sorriso a trentadue denti. Era l'effetto di averlo lì accanto a me.

Mangiammo subito la pizza preparata da Giulia perchè i ragazzi erano affamati. Ci raccontarono della loro settimana in Messico portando allegria alla serata.
<<Ma tu non mi avevi comprato una cosa?>>, chiesi poi ad Ignazio ricordandomi della sorpresa.
Lui si sbattè una mano in fronte. <<Chi testa!!>> urlò correndo verso la valigia e causando una risata generale. La aprì violentemente e prese un sacchetto che portò a tavola.
<<Ecco qui...>>, disse imbarazzato porgendomi il sacchetto. Io curiosa lo presi subito e lo aprii.
<<Ma a me niente?>>, sbuffò Giulia scherzosamente. Ma non sapeva che Piero le aveva preso un regalino che però si vergognava di darle.
Quando vidi quel cofanetto di DVD fui super contenta e ringraziai Ignazio abbracciandolo. Immaginavo già le prossime serate a guardare quei film insieme. Mi aveva sorpreso tanto. In un mese aveva conosciuto i miei gusti e le mie passioni più di persone che mi conoscevano da una vita.

Dopo cena Gianluca tornò a casa perchè era esausto mentre io e Piero parlavamo sul divano, Ignazio sparecchiava e Giulia lavava i piatti.
<<E allora? Che intenzioni hai con la mia amica? Resterete a guardarvi a vita?>>, bisbigliai al ragazzo.
<<Arianna a me piace tanto. Guarda mi fa pure effetto a vederla con il grembiule mentre lava i piatti ma...>>
<<Ma?>>
<<Ma non lo so...sai la mia vita non è come quella di tutti gli altri ragazzi. E poi non credo alle relazioni a distanza>>, mi sussurrò Piero continuando a guardare la mia amica di spalle.
<<Lei è una ragazza seria, dolce, e senza grilli per la testa. É un amica fantastica. Io penso che non puoi rimanere con il dubbio. Tu provaci e se son rose fioriranno. Se non lo fai ti rimarra il rimpianto>>, dissi saggiamente al ragazzo che restò in silenzio a pensare. Poi ringraziandomi si alzò e si avvicinò a Giulia invitandola a fare una passeggiata più tardi. Osservai la scena fiera. Piero era un ragazzo d'oro ed ero sicura sarebbero stati bene insieme. Quando andarono via, Giulia mi lanciò un'occhiata piena di emozione.
<<Poi mi chiami e mi racconti>>, le gesticolai mentre si chiudeva la porta alle spalle.

Rimasti da soli, Ignazio si buttò sul divano esausto. Io decisi di lasciarlo riposare e andai a letto dandogli la buona notte. Però mi ricordai di una cosa e tornai indietro.
<<Ignazio...>>, chiamai con un filo di voce.
Lui saltò guardandomi preoccupato.
<<C'è qualcosa che non va?>>, mi chiese spaventato.
<<No stai tranquillo! È solo che domani devo andare a fare il controllo...Tu devi lavorare?>>, chiesi girandoci intorno.
<<No ti accompagno io>>, rispose lui sbadigliando.
<<Davvero?>>, esclamai sospresa. Lui annui guardandomi con gli occhi gonfi.
<<Buona notte allora>>, gli dissi piano.
<< Buona Notte Arianna>>, rispose lui chiudendo gli occhi. Era bello riaverlo lì.

Sciaooo! Ecco il nuovo capitolo! Come sempre fatemi sapere cosa ne pensate :) Una settimana distanti é galeotta per Arianna e Ignazio che scoprono di mancarsi e forse qualcosa di più...chissà...Come continuerà? Come andrà il controllo dal dottore? Filerà tutto liscio o un nuovo colpo di scena è dietro l'angolo? Lo scoprirete nel prossimo capitolo.
Bacii♡

▪Suo Figlio dentro me▪ Ignazio Boschetto| Il VOLODove le storie prendono vita. Scoprilo ora