Ignazio
Mi lasciavo ormai Los Angeles alle spalle e, con lei, anche Arianna.
Fissavo il finestrino dandomi del pazzo perchè mi ero già pentito di averla lasciata lì, da sola, ma non avevo potuto fare altro.
Arianna era determinata e i suoi occhioni mi avevano convinto. In fondo anche io per realizzare il mio sogno avrei fatto di tutto.Mi ero già sfogato con i ragazzi e Barbara raccontando quello che era successo e tutti avevano compreso il gesto di Arianna. Solamente io avevo delle difficoltà.
Mi chiedevo come avevo potuto non accorgermi che qualcosa non andava in lei, come avevo potuto pensare che una ragazza cosí ambiziosa e testarda avrebbe rinunciato al suo sogno così facilmente.
Era evidente che l'istinto di protezione verso lei e mio figlio aveva preso il sopravvento e mi sorprendevo di me stesso, del mio cambiamento. Ma li amavo così tanto e tutto questo qualche mese fa mi sarebbe sembrato impossibile, assurdo.
Ma invece eccomi lí.<<Ignà forse stai esagerando con tutte queste chiamate, lasciala vivere!>>, mi rimproverò Piero all'ennesima chiamata ad Arianna senza risposta.
<<Mi sto preoccupando...>>, risposi nervoso. Quale punto della frase "sentiamoci sempre per telefono" non aveva capito quella ragazza?!
<<Ma che vuoi che faccia? Si starà preparando...magari non sente il telefono...sarà di fretta>>, mi consolò.
Forse aveva ragione, stavo esagerando.
<<L'abbiamo perso Gian...perso completamente...davvero non ti riconosco più>>, scherzò poi dandomi una pacca sulla spalla e scatenando delle risate generali.
<<E c'hai ragione...forse sono cresciuto...>>
<<E innamorato...>>, concluse Piero con un tono da presa in giro.
Annuii con un po' di imbarazzo.
<<Beh...come te con Giulia no?>>, dissi rimbalzando il discorso.
<<Può essere...>>, rispose Piero con finta nonchalance. Seguirono le prese in giro di me e Gian e quel clima familiare mi calmò un po'.Quando squillò il mio telefono, eravamo quasi arrivati a destinazione.
Sul nostro autobus era calato il silenzio poiché quasi tutti dormendo, me compreso.
Quella suoneria mi svegliò all'improvviso e ci misi qualche secondo a mettere a fuoco e a leggere sul display "numero sconosciuto".
Risposi con la voce ancora assonnata e un signore americano cominciò a parlare molto veloce non dandomi il tempo di capire.Mi parlava di un incidente, di una ragazza incinta trasportata in ambulanza al pronto soccorso, mi diceva di stare tranquillo ma di presentarmi il prima possibile.
Inutile dire che rischiai un infarto, soprattutto perché mi fu detto tutto in un brutto modo, di fretta e con pochissime informazioni.
Ricordo solo una serie di frasi del tipo: "Don't worry! La ragazza sta bene! Niente di grave".
Le mie urla al telefono svegliarono tutti. Fecero fatica a capire subito cosa fosse successo.
Nonostante la mia assenza di totale lucidità, sapevo che dovevo tornare subito indietro, a costo di scendere dall'autobus nel bel mezzo dell'autostrada a fare l'autostop.
Barbara ordinò subito all'autista di tornare indietro e di aumentare la velocità, a costo di pagare noi le multe.
Erano tutti preoccupatissimi e io non riuscivo a ragionare, a reggermi in piedi
Non ricordo gran parte del viaggio per la tanta paura. Mi sembrò eterno. Fatto di tante voci caotiche e confusionarie che cercavano di calmarmi inutilmente, fatto di chiamate con il vano tentativo di sapere con chiarezza cosa fosse successo ad Arianna e al bambino.Quando arrivammo all'ospedale e ci precitammo al pronto soccorso fu difficilissimo mantenere la calma perché nessuno riusciva a spiegarmi cosa fosse successo e dove si trovava Arianna.
Ma forse sarebbe stato meglio non saperlo.
Dopo mille casini mi spiegarono che avevano dovuto portarla in sala operatoria per far nascere il bambino attraverso il cesareo.
Mi spiegarono che il tamponamento aveva aggravato il precedente problema. Quel problema che aveva costretto Arianna a stare ferma per un mese. Quel problema che si pensava fosse risolto. Ma in realtà non lo era.
Mi dissero poi di aspettare e cercai di fare per circa un'ora mezza, fuori da quella porta della sala operatoria, con gli occhi sbarrati, cercando di mantenere la calma se no sarei esploso da un momento all'altro e i ragazzi non smisero neanche per un secondo di farmi coraggio e sperare con me.
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▪Suo Figlio dentro me▪ Ignazio Boschetto| Il VOLO
FanfictionQuesta non è la solita storia d'amore, ma è stravolta fin dall'inizio. Ignazio Boschetto e Arianna, una ragazza siciliana con un sogno nel cassetto, sono completamenti diversi, le loro differenze sociali sono abissali, i loro caratteri sono opposti...