12 - Delusione.

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Quella sera non riuscivo proprio a dormire. Erano le tre di notte e mi rigiravo tra le coperte ormai da ore. Il temporale in sottofondo accompagnava la mia ansia. Era il giorno prima della partenza per la Sicilia, la vigilia del giorno della verità in cui avrei fatto ciò che non ero riuscita a fare due mesi fa.

<<Mamma tra un settimana verrò per le feste>>, le avevo detto per telefono.

<<Non vedo l'ora Arianna. Finalmente la mia bimba tutta per me!>>, aveva esclamato lei, facendomi giá sentire in colpa.

<<In realtà...viene per un paio di giorni anche un ragazzo. Te lo voglio fare conoscere. Che ne pensi?>>.

Mia mamma si era mostrata sorpresa e felice a sapermi in compagnia. E nonostante avessi sottolineato che era solo un amico, non vedeva l'ora di conoscere il mio "fidanzato" e mi aveva poi torturata per tutta la settimana. Avevo quindi deciso di dirle almeno chi fosse il ragazzo per evitarle anche quella sorpresa ed era diventata l'euforia in persona. Non poteva crederci che era proprio Ignazio Boschetto....il cantante del gruppo di cui tutta la mia famiglia era fan. Infatti dopo pochissime ore mia madre lo aveva già comunicato a tutti. Non l'avessi mai detto! Ma effettivamente non aveva tutti torti...portare a casa una persona famosa non era cosa di tutti i giorni.

Ed eccomi nella notte del fatidico giorno. Nonostante mi promettevo di non pensarci, in realtá me la stavo seriamente facendo sotto.
Decisi di alzarmi a bere un bicchiere d'acqua per calmarmi un pò. Ma quando entrai nella stanza notai che non ero l'unica ad essere nervosa. Ignazio stava praticamente litigando con il cuscino e il piumone. Era buffo ma probabilmente la colpa era la mia. Passava le notti su quel divano, comodo ma pur sempre un divano, da più di un mese mentre io avevo occupato il suo lettone. Istintivamente mi avvicinai e lo svegliai.
<<Ignazio...>>, sussurai poggiando una mano sul suo braccio. Lui aprii gli occhi e cercò di focalizzarmi.
<<Ignà...vai a dormire sul letto dai>>.
<<Mmm..perchè tu dove dormi?>>, mi chiese mugugnando.
<<E io...il letto é grande c'è spazio per due...e poi non ho per niente sonno e tu non puoi litigarti con le coperte. Hai bisogno di un letto>>, dissi velocemente probabilmente non facendogli capire niente. Ma comunque Ignazio si alzò e, non convinto, andò a dormire nel suo letto.
Dopo qualche minuto lo raggiunsi e vidi che si era addormentato profondamente, con un espressione tranquilla. E fatta quella buona azione mi misi a dormire anche io.
Quando mi svegliai la mattina dopo, mi accorsi che mi ero accovacciata accanto a lui, prendendo il sopravvento sul suo lato del letto. Avevo trovato protezione vicino al calore del suo corpo da cui subito mi allontanai in imbarazzo. Lo guardai dormire fino a quando si svegliò. Si guardò intorno stralunato e ci furono momenti di silenzio imbarazzante fino alla colazione. Ignazio mi guardava e pensava a qualcosa sorridendo sotto sotto. E io lo guardavo con l'espressione di chi era curiosa di sapere che pensava.
<<Grazie per stanotte...>>, accennò poi versandomi il latte nella tazza.
<<Quando ti ho visto su quel divano mi hai fatto una tenerezza assurda...sarà stato l'istinto materno>>, risposi con un lieve sorriso che lui ricambiò.

E dopo aver preparato tutto partimmo per la Sicilia. Sarebbe stato un lungo viaggio in macchina e mi organizzai con cibo, passatempi e musica.
Ignazio guidava la sua BMW spedito mentre io preparavo il discorso che avrei dovuto fare alla mia famiglia.
<<Agitata eh?>>, mi chiese il ragazzo vedendomi in sovrapensiero.
<<Si vede tanto?>>, dissi con sorriso nervoso. <<Che situazione brutta...>>, sbuffai.
<<Stai tranquilla...>>
Ignazio cercò di parlarmi di altro per svagarmi. Lui era parecchio calmo e mi disse che ciò era dovuto alla guida. Guidare lo rilassava e gli piacevano le belle auto. E infatti con i primi soldi si era comprato quel macchinone.
Dovevo ammettere che aveva anche un suo fascino, vederlo tenere le sterzo, cambiare marcia...urlare agli altri automobilisti...ok questo forse no.
Ci facemmo compagnia ascoltando musica, parlando di noi e delle nostre vite che scorrevano su rette parallele finché un giorno si ci misero dei caffè di mezzo. Era stranissimo pensare a tre mesi fa e a come ci ritrovavamo in quel momento.
Passammo quattordici ore su quell'auto più le soste per riposarci o mangiare. Avevamo scelto la via più lunga per prendere più tempo, per prepararci psicologicamente, ma Il tempo purtroppo trascorse velocemente. Eravamo quasi arrivati a Trapani. Ammiravo quei paesaggi che mi erano mancati ma allo stesso tempo il mio stomaco si arrovellava sempre di più.
Mia madre mi conosceva e soprattutto era una ginecologa. Avevo paura che guardandomi un secondo se ne sarebbe immediatamente accorta, nonostante mi fossi messa vestiti più larghi.
Indicai a Ignazio la via e mi ritrovai davanti casa mia.
Mi tremavano le gambe e mi bloccai sull'auto per la paura. Ignazio fece un profondo respiro.
<<Ari stai calma, non sei sola, lo diremo insieme e ci difenderemo sempre insieme..non ti abbandono>>, mi confortò il ragazzo afferrando la mia mano e prendendomi il viso affinchè guardassi i suoi occhi sinceri.
<<Me lo prometti?>>, dissi io con gli occhi un pò lucidi.
<<Te lo prometto.>>, mi sussurrò lui.

▪Suo Figlio dentro me▪ Ignazio Boschetto| Il VOLODove le storie prendono vita. Scoprilo ora