5 - E poi c'ero io che correvo...

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Sud America.

<<Ignà...ci vuoi dire che hai?>>
<<Niente Piè...>>
<<Non può essere Ignà ti conosciamo ormai quando c'è qualcosa che non va. Che è successo?...Parla però!>>
<<Mii che siete pesanti! Non ho niente!>>
<<Ma lo facciamo per te! Sei muto, sempre nervoso, imbronciato, con la testa per aria, non dormi...Non sei più tu! Ma come...stiamo facendo un'esperienza fantastica promuovendo la nostra musica in giro per il mondo e tu te la stai vivendo male!>>.

Ecco. Sapevo che prima o poi avrebbero preso il discorso. In effetti a Piero e a Gianluca non potevo nascondere niente perchè da un singolo sguardo o gesto capivano sempre tutto. Eravamo dopo anni come dei fratelli, legati da un profondo affetto.
Eppure non avevo parlato con loro, e continuavo a non farlo. Correvo sul tapis roulant della palestra all'ultimo piano dell'hotel per scaricare lo stress, le non dormite, i pensieri. C'era chi, in queste situazioni, si buttava nell'alcol pensando "Su i bicchieri e giù i pensieri"...e poi c'ero io che correvo o facevo pesi, mi rinchiudevo in quella palestra ogni volta che avevamo del tempo libero, accompagnato sempre da buona musica, la mia amata. Quella di Stevie Wonder, quella che cercavo di comporre oppure semplicemente le nostre canzoni. La musica non mi avrebbe mai abbandonato.
In realtà correre non mi piaceva affatto, ma dava quel senso di stanchezza e dolore muscolare che non mi faceva pensare ad altro.

Quel pomeriggio però ero stato interrotto dai ragazzi. Già appena entrati avevo sentito aria di discorso. Ma continuavo a stare in silenzio. Continuavo a correre mentre Piero era poggiato ad una panca e Gianluca seduto, mi fissava.

<<Ignà io penso che se non ti sfoghi con qualcuno è peggio>>, mi disse Gian cercando di convincermi. Avevano ragione. Ma se avessi parlato avrei riaperto quella pagina che cercavo di rimuovere da circa un mese.
Mi ero chiuso come un riccio, passavo le notti a rimurginare e di giorno ovviamente ero un zombie. La simpatia che mi caratterizzava era sparita. Non mi andava nemmeno di comunicare con la gente, nè dal vivo nè sui social.

I due continuavano a fissarmi. Erano preoccupati per me. Piero improvvisamente perse la pazienza e spense il tapis roulant. Mi ritrovai con il culo per terra e con il fiatone. Non ebbi la forza per arrabbiarmi perché sotto sotto sapevo che lo faceva per il mio bene, perche era preoccupato.
<<Piè non c'è bisogno di fare così...se non vuole dircelo pazienza>>, sussurò Gianluca a Piero.
<<No Gianlù...perchè io non l'avevo mai visto così! Non vorrei fosse una cosa grave>>, rispose Piero.
Io rimasi per terra. Sarei voluto scoppiare e dire tutto, liberarmi di quel peso che non mi lasciava in pace nonostante io cercassi in tutti i modi di allontanarlo, cancellarlo dalla mente. Ma cazzo non potevo cancellarlo. Quella notizia mi aveva sconvolto, terrorizzato. Mi aggrappavo al fatto di non crederci, alla convinzione di essere stato attento e alla possibilità che ha una ragazza di andare con più ragazzi. La ragazza da cui mi ero allontanato per la paura di affezionarmi troppo e che si era ripresentata spiazzandomi. Ripensavo a lei ogni secondo. Mi ero divertito come avevo fatto con altre ragazze. Ma adesso avevo capito che non si cura un cuore spezzato in quel modo.

<<L'ho messa incinta...>>, dissi poggiando la testa tra le mani. Feci uscire quella frase come esce l'aria quando scoppia un palloncino.
Piero e Gianluca si guardarono scioccati.
<<Ma chi Ignà? Che dici?>, urlò Piero scuotendomi. Io mi alzai piano e mi sedetti su una di quelle panche. Ormai lo avevo detto, e mi sentivo meglio. Decisi quindi di continuare.
<<Arianna, la ragazza che vedevo sempre, che ci portava i caffè ogni giorno, mi ha detto prima di partire che è incinta e che il padre sono io>>, raccontai questo ai ragazzi che continuavano a guardarsi tra loro sconvolti come lo ero stato io.
<<Ignà ma sei sicuro?>>, chiese Gianluca automaticamente.
<<No che non lo sono...Siamo stati insieme tante volte e non era una cosa seria..Ma di certo potevo dirglielo in un altro modo visto che le ho urlato che lei poteva essere andata con chiunque. Ma l'ho fatto per negare, per cercare un appiglio e sfuggire alla situazione...Questo è l'unica cosa di cui mi pento>>.
<<E tu volevi tenerci nascosta una cosa del genere Ignà?!>>, disse Piero quasi arrabbiato.
<<No Piè io volevo solo cancellare questa cosa dalla testa, non pensarci più...ma è impossibile..il pensiero fisso mi tormenta>>, ammisi sbuffando.
<<Ma è normale...se é vero come dice la ragazza non puoi scappare>>, mi disse Gianluca.
<<Ma ci pensate alla gravità di una notizia del genere? Quando lo scropriranno i media cominceranno ad incasinare tutto! E la mia famiglia come la potrebbe prendere? Mio padre...mia madre...>>, dissi provando ad immaginare il caos piu totale che sarebbe potuto succedere.
<<Ma questo è l'ultimo dei problemi! Per ora non ci pensare. E Arianna che dovrebbe dire? Sola ad affrontare tutto ciò a soli diciannove anni umiliata da te! Ma ci pensi a questo Ignà?>>, mi disse Piero in tono severo, rimproverandomi e sbattendomi in faccia la realtà. A questo io ci pensavo costantemente.

<<Io una notte avevo anche pensato alla possibilità di un test del DNA, se lei è d'accordo. Ma poi la mattina mi sono chiesto "Con quale faccia mi presento davanti a lei?">>, dissi in tono disperato.
<<Con la faccia di chi è maturo da prendersi questa responsabilità ma non è sicuro al 100%>>, rispose Gianluca.
<<Mi sembra che questa soluzione sia la più giusta Ignà...se non vuoi andarci da solo posso accompagnarti io da lei quando torniamo. La troviamo, le parli e le dici tutto va bene?>>, mi chiese Piero poggiandomi la mano sulla spalla.
Io annuii non convinto.
<<Se non ha già preso un'altra decisione....>>, dissi alla fine.
<<Ah ma quindi tu non sai piu niente di lei?>>, chiese Piero.
<<No non ci siamo mai sentiti. Io per paura ho cancellato il suo numero>>, ammisi.

Passai il pomeriggio a sfogarmi con loro e cercammo insieme cosa fare. Mi sentii più tranquillo e sussurrai loro un: <<Grazie di tutto ragazzi>>, con tutto il cuore. E loro erano accanto a me. Mi invitarono a non tormentarmi perchè nella vita esisteva una soluzione a tutto e la discussione finì con un abbraccio fraterno.

Preso di coraggio più tardi confessai tutto anche a Barbara, la nostra seconda madre, guida e confidente. Durante i viaggi è lei che ci sopportava. E anche lei aveva intuito il mio momento no. Forse l'avevano capito tutti.
Da donna e da madre propose le stesse idee dei ragazzi. Insomma le dovevo parlare. Io continuavo a tentennare.

Chi mi avrebbe convinto del tutto però doveva ancora arrivare. In effetti chi più di un genitore riesce, senza saperlo, a farti fare la cosa giusta sempre?

Ciao a tuttiii! Nuovo capitolo in cui vediamo cosa succede ad Ignazio nell'altra parte del mondo. Si convincerà finalmente a parlare con Arianna o si chiuderà di nuovo in sè stesso? Come avete visto anche lui ha un cuore e scoprirete cosa succederà nel prossimo capitolo!
Fatemi sapere cosa ne pensate. Bacii♡

▪Suo Figlio dentro me▪ Ignazio Boschetto| Il VOLODove le storie prendono vita. Scoprilo ora