II

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Se qualcuno mi avesse profetizzato il tipo di vita che avrei condotto sposandolo, mi sarei suicidata, piuttosto.
Purtroppo, la vera essenza delle persone si rivela sempre troppo tardi, quando ormai il dado è stato tratto e gli eventi della vita non si possono più cambiare.

Probabilmente dovrei rassegnarmi una volta per tutte, capire che ormai nulla potrà cambiare e che sono costretta a vivere con lui e a fare quello che tacitamente mi ordina. Quello che mi preoccupa maggiormente, però, è che sono ancora estremamente giovane. Ho solo 31 anni, e nel mio futuro non vedo niente, il buio più totale. A cosa potrà portarmi una vita del genere? Monotona, indesiderata e sofferta.

Me la prospettavo sicuramente in una maniera diversa. Desideravo un marito dolce e premuroso, e credevo addirittura di averlo trovato, almeno fino alla prima settimana di matrimonio. E poi, da un giorno all'altro si era trasformato tutto in un incubo. Ero giovane, più di ora, e insisteva con il suo desiderio di avere un figlio. Come potevo, se dovevo ancora finire gli studi? E poi, non ero sicura nemmeno di desiderarlo tanto quanto lui.

Ma ho imparato, con il corso del tempo, che i miei desideri non contano. Non conta che io vorrei fare tanto altro nella vita, non conta che vorrei essere dappertutto, ma non in questa casa, non conta che abbia smesso di amarlo da fin troppo tempo che ormai non so più nemmeno cosa voglia dire 'amare'. Nulla di tutto ciò è importante o almeno rilevante. Poiché, se lui in quel momento decide che vuole un figlio, lo otterrà. E se tu vuoi che metta un fottuto preservativo perché dio, tu un figlio a 28 anni proprio non lo vuoi, non gliene frega niente: non lo indosserà. E se tu dici no, niente sesso, beh, secondo te queste deboli parole lo fermeranno in qualche modo? No, ti possiederà con la forza perché lui è malato, lui vuole solo questo, convinto che sia amore. Chissà se prima o poi lo capirà.

E, ovviamente, alla lunga ci fai l'abitudine. Le prime sere piangi, ma non ti asciuga nemmeno le lacrime, è un essere senza cuore. E piano piano, volta dopo volta ti convinci a non curartene, tanto, se anche dopo un mese di continui stupri, nella tua pancia non cresce ancora nulla, perché di punto in bianco dovrebbe iniziare a farlo? Stringi gli occhi ma ormai hai pianto così tanto che di lacrime non ne hai più, o almeno non ne hai per sfoggiarle di fronte a qualcuno al quale non interessano. Loro sono il tuo piccolo segreto, le veneri in solitudine.

Mi sforzo a trattenerle, ancora una volta. Sono sveglia da un paio di ore ma faccio finta di dormire, non vorrei che gli venga la brillante idea di volermi ancora: una volta al giorno è più che sufficiente.

La mia mente girovaga tra i pensieri, e odio quando lo fa, ma non riesco a fermarmi.
Per fortuna oggi ho il turno di notte, magari posso arrivare in ospedale un paio di ore prima fingendo di avere un'urgenza, così potrei evitarlo. La cosa negativa, però, è che sono costretta a stare tutto il giorno in casa, tra queste mura che ho presto imparato ad odiare. Voglio cambiare vita, lo voglio più di ogni altra cosa.

Sono le 8:30 e la sveglia suona insistente, fingo di stiracchiarmi ma in realtà la mia voglia di vivere è così bassa che non ho nemmeno la forza di compiere questi piccoli gesti. L'uomo al mio fianco non accenna a muoversi, e per un momento, così come tutte le mattine, spero che sia morto. Sarebbe una liberazione senza pari, sarei libera e felice, nonostante il giuramento di Ippocrate mi imponga di non desiderare mai una cosa del genere.

Mi alzo senza aspettare che lui si svegli, e nel momento esatto in cui impongo una certa distanza tra di me e lui mi sento infinitamente meglio, come se un peso insopportabile si sia appena tolto dal petto.

Prendo una scatola di cereali nella dispensa, li verso in una ciotola accompagnandoli con un po' di latte. Ingoio i primi bocconi, osservando il paesaggio fuori la finestra. La vita, lì fuori continua. Sembra strano, ma il resto del mondo se ne frega di quello che ogni giorno tu sopporti, non conosce i tuoi dolori e le tue pene, non conosce quello di cui tu vorresti liberarti. Sarebbe tutto più facile se sapesse, ma non avrei mai il coraggio. Il fatto è che ho paura, paura che possa farmi ancora più male di quello che mi sta facendo ora. Non voglio nemmeno immaginare il dolore che potrebbe infliggermi se si sentisse minacciato da me.

The Cure || Justin Bieber (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora