Purtroppo so esattamente perché all'unica lacrima versata ne seguì un pianto disperato. Era inevitabile, di fronte ad un dolce quadretto di famiglia come quello, pensare: 'Perché io no?'
Mi sentivo una stronza senza cuore ad essere invidiosa di un mio paziente in bilico tra la vita e la morte, però l'elemento negativo dei sentimenti è che essi non possono essere controllati, e di sicuro i miei erano molto fuori controllo.
I due giorni successivi sono passati in fretta. Non è successo nulla di particolare. A casa, la solita routine scandisce il tempo con la precisione di un orologio svizzero. Thomas, mio marito, sembra essersi calmato, ma questo ho potuto solo intuirlo dal fatto che si è limitato a stuprarmi imperterrito, senza però aggiungere una parola o uno schiaffo. È tornato tutto alla normalità, se questo stato può definirsi tale.
E, oltretutto, sono tremendamente in ansia. Tra meno di mezz'ora saprò, finalmente, se è tutta colpa mia. Una parte di me vorrebbe che i referti mi diano una risposta che una normale donna non sarebbe disposta ad accettare, e cioè che se nel mio ventre non cresce nulla è solo colpa mia. Almeno, in questo caso, avrei la certezza che non concepirei mai una schifezza che possa appartenere anche a lui.
Ma poi, la me più vendicativa vorrebbe che io non sia sterile, e vorrebbe sbattergli i risultati in faccia, per dimostrargli che quello sbagliato è lui, non la sottoscritta. Ma so che non avrei il coraggio di farlo. Di fronte a lui provo un sentimento troppo forte di timore e terrore per reagire in quel modo. Non voglio che mi tocchi più, non voglio che mi faccia ancora del male. Uno schiaffo mi è bastato per capire che non farò quel tipo di fine. Ho solo bisogno di tempo per studiare un piano.
Ieri sera, dopo quei soliti cinque minuti di orrore, ho finto di sentirmi male. Sono corsa verso il bagno solo per piangere di nascosto, e come previsto lui non si è nemmeno preoccupato di chiedermi come stessi. La sua persona diventa, giorno dopo giorno, per me, sempre meno sopportabile. È da un paio di settimane circa che ho questi pensieri e non so come mai d'un tratto i miei sentimenti nei suoi confronti siano diventati così... radicali. Prima, certo, solo al pensarlo sentivo come una stretta a livello dello stomaco, come se dovessi rimettere il pasto da un momento all'altro. Ma ora la situazione sembra peggiorata, al posto di una semplice stretta, sento fuoco. Fuoco dentro di me, su di me, nella stanza, dappertutto. Fuoco da evitare, a tutti i costi. Infatti, la notte ho dormito sul divano nel salotto, e adesso, seduta in macchina ormai da un bel po' di tempo, la schiena incomincia a lamentarsene.
Scendo dall'auto o resto ancora un po'? Chissà se le analisi sono già pronte. Nel caso in cui dovrei aspettare ancora un altro po' di tempo potrei sempre fare un salto nel mio reparto e controllare i miei pazienti. Indovinate? Il bimbo di appena sei anni si è svegliato! E ne sono felicissima, cosi come la sua mamma. È contentissima, aveva quasi perso le speranze e invece, proprio in quel momento, suo figlio ha aperto gli occhi, le ha stretto la mano e l'ha chiamata "Mamma!"
Quanto le era mancato il suono della sua voce, mi diceva la donna mentre mi stringeva in un abbraccio, ringraziandomi ripetutamente, come se il merito fosse solamente mio. Il vero eroe era il suo bambino.
Alla fine, scendo dall'auto e chiudo la portiera. Stringo le mani una contro l'altra a causa dell'ansia e mi dirigo verso il laboratorio delle analisi. Non c'è ancora molta gente, forse è troppo presto, ma non potevo aspettare un momento di più. Le poche persone che stanno aspettando il loro turno mi dicono che la dottoressa non è ancora arrivata, quindi mi siedo, incrociando tra di loro le gambe. Intravedo, dopo un po', la figura di una dottoressa diversa da quella che mi aveva fatto il prelievo. Non l'ho mai vista da queste parti al dire il vero, lavorerà qui da poco. È decisamente più veloce dell'altra, e quando è mio turno, il suo sorriso mi fa capire che è sicuramente anche molto più simpatica.
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The Cure || Justin Bieber (#Wattys2016)
FanficAll the rights deserved to @miperdoinjustin Cover by @DYVLAN24 Ashley ha il lavoro dei suoi sogni. Quando è in ospedale a curare i suoi pazienti si sente felice, al riparo. Il problema sorge quando è costretta a tornare tra le mura di casa sua, dove...