XIX

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Due giorni dopo.

«Mi dici cosa ti prende, Justin?»

Ryan mi guarda dall'altro lato del divano con le braccia conserte e gli occhi seri. È forse la terza volta nell'arco della stessa giornata che si ostina a farmi questa domanda, e io come da copione ho minimizzato la cosa con un gesto della mano. In realtà non sto per niente bene, però non voglio parlarne con nessuno perché significherebbe rendere il tutto maledettamente reale. Io che ho una cotta per una dottoressa, e in più ci sto pure male. Sembrerebbe proprio una bella barzelletta, se in mezzo non ci fossi io. E poi non voglio sentirmi dire che è tutta colpa mia, che non dovevo farlo accadere. Lo so, cazzo! Lo so che sono stupido e che non avrei dovuto farmi coinvolgere. Non avrei dovuto innamorarmi, non di lei almeno, ma è successo e purtroppo a queste cose non si può rimediare, non in così poco tempo.

«Niente, ti ripeto.» Non vorrei sembrare scocciato, ma a questo punto essere freddo e distaccato spero sia l'unico modo per fargli dimenticare di questa inutile domanda.

«Sai cosa? Non me la bevo. Per quanto tu creda di essere una persona diversa dal "vecchio" Justin», dice gesticolando con entrambe le mani, «beh, non lo sei affatto. Ti ricordo che conoscevo molto bene quella persona, e credimi che aveva la stessa faccia sofferente ogni qualvolta andava male qualcosa. Se non vuoi parlarne va bene, ma almeno ammetti che c'è qualcosa che non va: è il primo passo verso la guarigione.»

«Non sono un malato terminale, lo sai vero?»
«Faceva parte del discorso, cretino. Non rovinarmelo!», ribatte, lasciandomi un cuscino sulla faccia.
«Va bene, va bene, lo ammetto. Contento ora?», chiedo con un sorrisetto di sfida stampato sulle labbra, mentre gli rilancio lo stesso oggetto, giusto per stuzzicarlo.
«Oh si, contentissimo. Bene, ora dimmi cos'hai che non va.»
«Avevi detto che se non volevo parlarne andava bene lo stesso...»
«Te lo ripeto, faceva parte del discorso! Ora dimmelo.»
«Sei uno stronzo!» dico sbalordito, non potendo evitare di scoppiare a ridere. È proprio un tipo!
«Allora?», continua imperterrito, deciso a scoprire qualcosa.
«Credo di essere nei guai», mi decido a dirgli infine.
«Belli o brutti?»
«Entrambi, immagino.»
«E questi guai hanno un nome?»
«Si, lo stesso nome della mia dottoressa.» Ryan mi guarda interdetto per un attimo, dopodiché assume uno sguardo compiaciuto, accompagnato da tanto di alzata di sopracciglia e sorrisetto sghembo.
«Oh-oh! E così al ragazzino piacciono le donne più grandi!»
«Oh, ma smettila! Non è poi così grande, solo nove stupidi anni.»
«Beh, se l'età non è un problema, buon per te! Perché non ci provi?»
«Vorrei fosse così semplice, però purtroppo ci sono un po' di intoppi.»
«Cioè?», chiede invitandomi a continuare con un gesto della mano. Sbuffo leggermente, e preso dalla frustrazione mi passo un paio di volte le mani sulla faccia. Avevo ragione, sta diventando tutto maledettamente reale.

«I miei genitori la detestano, Hailey continua ancora a parlare con i miei affinché io cambi idea, lei è sposata e il marito è un bastardo che dovrebbe solo stare in galera. Il riassunto rende l'idea?»

«Si, abbastanza. Mi dispiace amico!», dice battendomi una mano sulla spalla con fare amichevole. «Non immaginavo potesse essere così complicato. Però, secondo me, devi fregartene dei tuoi e di Hailey e pensare a te. Non nascondo che all'inizio anch'io speravo tornassi con lei perché è una brava ragazza e a te ci tiene molto, però se non è quello che vuoi la gente non può obbligarti.»

«Già, è quello che penso io, però quando sono i tuoi a dirtelo è ancora più difficile e fastidioso. Per quanto possa dire di non conoscerli, sono loro i primi che posso chiamare se dovessi aver bisogno di aiuto. Non voglio che pensino che io sia un ingrato o cose del genere, vorrei solo che capissero che se mi sono preso una sbandata per una persona che non è Hailey non devono prenderla come qualcosa di personale. Non è una sorta di insulto nei loro confronti, e nemmeno in quelli della mia ex. È semplicemente successo che mi sono sentito incredibilmente vicino ad Ashley, mentre in Hailey non c'ho trovato nulla se non un bel visino. E questo non è quello che sto cercando, capisci?», concludo, smettendola di fissarmi le mani e guardandolo negli occhi. Un sorrisetto compiaciuto gli si disegna sul volto, un altro. «Che hai da ridere?», chiedo stizzito. Mi sento già piuttosto in imbarazzo a parlare così liberamente dell'argomento, non ci si può aggiungere pure lui con la sua smorfia da maniaco.

The Cure || Justin Bieber (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora