XXI

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Ci siamo baciati a lungo, fermandoci ogni tanto solo per guardarci negli occhi e ridere come se fossimo ragazzini e non avessimo nessuna preoccupazione. Se avessi saputo che le sue labbra fossero così deliziose, e i suoi baci così esperti, sicuramente non ce l'avrei fatta a resistere. Inoltre, avevo ragione: i suoi capelli sono liscissimi e le mie mani riescono ad accarezzarli come se stessi sfiorando della seta.

«Forse dovremmo fermarci?», chiedo insicura ad un certo punto. Sarà passata quasi un'ora, ormai, e noi abbiamo continuato a coccolarci sul divano senza sosta.

Ma non è tanto per questo che gli ho chiesto se sarebbe stato necessario fermarci, quanto perché quasi fin da subito ho sentito la sua eccitazione premermi tra le gambe, e non vorrei neanche immaginare quanto sia doloroso sopprimere qualcosa del genere, anche se la situazione mi lusinga parecchio.

«Neanche per sogno!», sussurra lui con voce roca, rifiondandosi subito dopo sulle mie labbra. Beh, meglio così, perché muovermi su di lui mentre le nostre lingue si rincorrono, mi viene così naturale che sarebbe impossibile fermarsi. Mi scappa un gemito soffocato dalla vicinanza della sua bocca, e mi ritrovo a pensare che questo sia stato il primo vero suono pronunciato da anni.

«Justin.. Aspetta. Aspetta un attimo», gli dico staccandomi per un momento. Lo fisso negli occhi, ma non ho il coraggio di parlare. La verità è che... sono io quella che ha bisogno di andare oltre. Ogni suo tocco mi fa completamente impazzire e non ce la faccio più a reprimere questo forte desiderio che ho di lui. Con Thomas non provo più tutto questo da così tanto tempo che mi sembra siano passati secoli. Ogni volta con lui è come una pugnalata nel petto perché non fa altro se non farmi sentire dolore. Justin sembra così diverso. Dov'è stato per tutto questo tempo?

Inspiro, decidendomi a parlargli. Lui mi guarda paziente, attendendo qualche mia parola. Sta respirando affannosamente con la bocca aperta, la fronte imperlata di sudore e i capelli arruffati. È davvero bellissimo, anche in queste condizioni. Gli è stata donata una bellezza così mozzafiato, ma non sono certa che lui ne sia al corrente.

«Sei bellissimo», mi lascio sfuggire ad alta voce, portandogli le mani sulle guance per accarezzarle. Mi pare di vederlo arrossire per l'imbarazzo.

«Anche tu sei fantastica, ma non c'era bisogno di fermarsi per questo», ribatte, cercando di nuovo la mia bocca, ma io glielo impedisco.

«N-non era per questo. Volevo chiederti dov'era la tua stanza da letto», butto tutto d'un fiato, distogliendo lo sguardo dal suo.

«Cosa? Sei sicura?», chiede stringendomi a sé ancora di più, a metà tra l'imbarazzato e l'entusiasta. Annuisco.

«Ashley, non voglio costringerti», sussurra, prendendomi il viso tra le mani e facendo scontrare i nostri sguardi.

«Justin, non lo stai facendo. Lo voglio sul serio, ne ho bisogno, okay?», ammetto.

«Va bene. Tutto... quello... che vuoi», scandisce bene ogni parola intervallandole con dolci baci sulla mia mascella. «Vorrei essere in grado di grado di portarti in braccio, a mo' di principessa, fin in camera mia.»

«Fa niente, non è necessario.»

«Prima o poi lo farò», promette. Eccone un'altra. Questo ragazzo sforna promesse come fossero biscotti.

Mi fa scendere dalle sue gambe e zoppicando leggermente mi conduce verso la sua camera. È molto spaziosa e accogliente, decorata sui toni del nero e del viola, un po' come tutta la casa. Potrebbe sembrare macabro ma è un abbinamento di colori che mi affascina. Il letto a due piazze è posto proprio al centro di una grande parete dipinta con diverse sfumature e tonalità degli stessi colori, mentre le altre sono semplicemente bianche, per non scurire troppo la stanza. Mi giro tremante verso di lui. È rimasto poggiato allo stipite della porta, osservandomi al centro della stanza intenta a studiare ogni minimo particolare.

The Cure || Justin Bieber (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora