Lasciati aiutare

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Capitolo 3: Lasciati aiutare.
-Cosa ti è passato per l'anticamera del cervello? Ti sei messa contro tutti. Quelli ti renderanno la vita un inferno- urlò Tyler entrando in camera di Moon.
La ragazza era comodamente seduta sul letto e si stava rifacendo le unghia dei piedi. Era talmente concentrata, che sembrava non aver fatto caso al fratello a un passo da una crisi isterica.
-Williams, poi?! Quello ti fa a pezzi.-
-Almeno saprai chi dover denunciare per il mio omicidio. Oh no, ho beccato il dito- cercò di rimediare subito all'errore fatto con lo smalto.
-Moon, non prenderla leggera come cosa. Dovevi stare zitta, lasciarla parlare.-
La ragazza alzò il viso, rivolgendo al fratello uno sguardo glaciale. -Nessuno deve osare toccare le persone alle quali tengo- sentenziò seria.
-Effie è morta! Cosa pensi di ottenere facendo così? Ti stai solo rovinando con le tue stesse mani- Tyler alzò nuovamente la voce.
E Moon sentì quel famigliare dolore prendere possesso del suo petto, stringendole il cuore, tanto da farlo dolere.
-Esci dalla mia camera- gli ordinò a denti stretti.
-Moon.
-Va via- Moon alzò la voce, alzandosi anche dal letto. Prese il fratello per un braccio e lo portò fuori dalla sua camera, chiudendogli la porta in faccia.
Si poggiò con le spalle alla porta, con lo sguardo perso nel vuoto. "Effie è morta". Lo sapeva benissimo oramai, ma ricordarglielo era come riportare a galla il suo dolore. Un dolore con il quale aveva dovuto imparare a convivere in quei tre anni.
"Ti voglio bene Moon. Sei la migliore amica che potessi desiderare." il ricordo dell'ultima frase di Effie le stava stracciando il cuore. Si lasciò scivolare per terra, mentre lacrime calde rigarono le sue guance. Un singhiozzo sfuggi al suo controllo, nascose il viso sulle ginocchia imponendo a se stessa di essere forte.
-Mi dispiace, Moon- Tyler era rimasto dietro alla porta e lei si sentì in colpa per averlo trattato in quel modo.


Quel lunedì quando Moon raggiunse il suo armadietto lo trovò tutto imbrattato di scritte.
"Perdente". "Fai schifo" ."Stronza". "Spero tu muoia". Erano solo alcune delle frasi che lo popolavano. In molti guardavano dalla sua parte, bisbigliandosi qualcosa all'orecchio, altri aspettando di vederla scoppiare in lacrime. Ma l'unica cosa che lei fece, fu aprire l'armadietto, prendere i libi che le servivano e chiuderlo di scatto. Si voltò verso il gruppo che sapeva essere l'autore di quel gesto senza tradire nessuna emozione.
-Questo è il vostro massimo?- chiese con finta sorpresa. Scosse la testa e si diresse verso l'aula dove aveva lezione. Liam, dal suo armadietto, aveva assistito a tutta la scena e non poté trattenere una piccola risata, per come lei aveva reagito.
-Cosa ci trovi di divertente?- lo guardò Quinn.
-Nulla- mentì lui senza scomporsi di un millimetro. Seguiva Moon con lo sguardo. Il carattere di quella ragazza lo stava affascinando sempre di più. Con enorme sorpresa di Moon, e forse non solo sua, Eric quel giorno prese posto accanto a lei a lezione. La ragazza rimase costantemente sull'attenti, aspettandosi qualsiasi cosa, ben sapendo che farle qualcosa davanti al professore, sarebbe stato da schiocchi. Eric, di nascosto, le passò un bigliettino.

Lei lo prese e, vedendo che il professore era impegnato sul suo libro, lo aprì e lo lesse.
"Hai combinato un enorme casino. Mi spieghi come faccio a farti uscirne fuori illesa?
Buttarmi dell'acqua addosso davanti a tutti non è stato un colpo di genio, miss sono la paladina della giustizia. I ragazzi ti staranno alle calcagna. Io, Eric e Liam cercheremo di fare il possibile per tirartene fuori. Ma ti prego, Moon non fare altro. Per favore, non hai idea di cosa possano farti e non posso permetterlo. Lewis"

Moon guardò Eric accanto a se, che sembrava concentrato ad ascoltare il professore.
La ragazza non poteva crederci, aveva umiliato Lewis davanti a tutti e l'aveva offeso, sebbene se lo fosse meritato, e ora lui voleva proteggerla. Sapeva bene, Moon, di non avere nessun amico lì dentro e non poteva negare a se stessa di sentirsi costantemente sotto tiro e sotto minaccia.
-Perché lo state facendo?- sussurrò avvicinandosi di più a Eric.
Lui portò subito i suoi occhi verdi a lei, come se già stesse attendendo una sua domanda. Le sue dita sfiorarono il suo bracciale.
-C'è qualcosa che ci unisce. Se lei sapesse che non ti proteggiamo, ci prenderebbe tutti a calci- disse. -Ho detto qualcosa di sbagliato?- chiese, vedendo gli occhi lucidi di lei
Moon scosse la testa, cercando di ricacciare indietro il groppo in gola.
-Sei il primo che parla di lei in questo modo. Gli altri sanno solo dirmi che lei è morta.
-Lei è viva, nei nostri ricordi- rispose sorridendole gentilmente.
Moon sentì una malsano impulso di abbracciarlo, lì davanti a tutti, ignorando il professore e tutti i compagni. Eric si era guadagnato la maggior parte della sua fiducia, in soli pochi attimi.
-Per favore, fai come ti ha detto Lewis, siamo tutti preoccupati.

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