Bracciale e scala sociale

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Capitolo 2: Bracciale e scala sociale.
La mattina di quel tredici settembre, la macchina grigia di Stew, si fermò davanti alla Grant High School.
Moon guardava quel grande edificio, il cortile era pieno di studenti. Chi rimaneva ancora in cortile a parlare, chi entrava, e chi era appena arrivato con la propria macchina. Non stava proprio impazzendo dalla voglia di andarci sinceramente. Perché sarebbe stata la nuova, e non le piaceva affatto essere il centro dell'attenzione.
-Pensi di farcela?- le chiese il padre.
-Quando la fai tragica, poi ci sono anch'io- disse Tyler seduto dietro.
Moon sorrise alle parole del fratello, tornando poi a guardare il padre.
-Non posso estraniarmi dal mondo per sempre- disse poggiando una mano sulla maniglia.
-In bocca a lupo, piccola.
-Grazie, papà- Moon li sorrise prima di scendere.
-Ciao, Tyler- salutò poi l'uomo, vedendo il figlio seguire a ruota la sorella. Lui lo salutò con un cenno della mano.
Moon si sistemò meglio la tracolla in spalla, e prendendo un gran respiro, guardo Tyler, che le sorrise, battendole una mano sulla spalla.
-Puoi farcela- le disse.
"Lo spero" penso Moon, camminando verso l'edificio insieme a lui. Tyler le spiegò velocemente dove fosse la segreteria e dopodiché lei fu totalmente sola, in mezzo a quei corridoi pieni di persone sconosciute.
Quando andò in segreteria, ad accoglierla fu una donna dai capelli rossicci, che fu particolarmente gentile. Spiegandole pazientemente dove si trovasse il suo armadietto. Datole i fogli con gli orari delle sue lezioni e quella con la combinazione dell'armadietto, le augurò buona fortuna, e Moon la ringrazio.
Riuscì a trovare subito il suo armadietto, lo aprì iniziando direttamente a inserirci molti dei libri che aveva dentro la borsa. Guardò l'anta grigia, che era talmente spoglia da metterle malinconia.
Prese il suo diario, dove aveva messo una sua foto con Effie. Impossessatasi anche dello scotch, che strappo con i denti, attaccò la foto sull'anta. Sorrise soddisfatta del suo lavoro.
La campanella che annunciava l'inizio della prima lezione, suonò. Moon chiuse l'armadietto, guardando il foglietto delle lezioni per vedere quale fosse la sua prima ora. Sorrise quando vide che era letteratura.
Talmente concentrata sul foglio però, non notò nemmeno il ragazzo che aveva l'armadietto, poco lontano dal suo, dalla parte opposta. Il ragazzo in questione era alto, i suoi capelli erano mossi quasi ricci. I suoi occhi nocciola aveva notato Moon, non appena aveva raggiunto il suo armadietto e, ora la stavano seguendo con lo sguardo. Sorrise, pensando al fatto che fosse carina.
Moon con qualche minuto di ritardo, riuscì a trovare l'aula. Bussò, aprendo poi direttamente la porta.
Tutti gli alluni di quell'aula si voltarono verso di lei, guardandola più che curiosi.
Il professore alzò lo sguardo dal suo libro.
-Posso esserti d'aiuto?- le chiese.
Moon entrò, chiudendosi la porta alle spalle. -Sono la nuova studentessa.- si presento.
-La signorina Foster- ricordò lui con un sorriso. Moon annuì, nonostante quella non fosse una domanda.
Lui portò lo sguardo agli alunni, come a vedere dove ci fosse un posto libero.
-Cox, tolga la borsa dal banco e permetta alla sua nuova compagna di sedersi- disse.
Si sentì un chiaro sbuffo. Moon guardò il diretto interessato. Era un ragazzo dai capelli ricci e i tratti del viso dolci.
Stava togliendo di malavoglia la borsa dal banco.
Il professore, indicò a Moon il banco libero. -Vai pure- le disse.
Sotto lo sguardo attendo di tutti, raggiunse il posto accanto al ragazzo, che alzò lo sguardo verso di lei. Moon notò che aveva gli occhi verdi. Cercò di non fissarlo per troppo tempo, per non mostrarsi irrispettosa.
Accomodatasi, tirò fuori il quaderno, iniziando a prendere qualche appunto, riguardo ciò che stava dicendo il professore. Si sentì osservata e quando portò lo sguardo al ragazzo accanto a lei, lui stava osservando il suo braccio destro. Pareva sorpreso e scosso, ciò preoccupò Moon.
-Ehi, stai bene?- sussurrò.
-Il tuo bracciale...dove l'hai preso?- le chiese.
Moon guardò il bracciale nero con le perline blu, alquanto confusa da una domanda del genere.
-Apparteneva alla mia migliore amica- rispose sinceramente.
Lui spostò lo sguardo intorno, come a volersi accertare che nessuno li stesse ascoltando.
-Effie?- le chiese.
Moon sgranò gli occhi, chiedendosi come facesse lui a sapere il nome di Effie.
-Come...fai a conoscerla?- chiese.
-Oh mio dio!- disse invece lui, portandosi le mani fra i capelli, guardando il proprio banco con sguardo incredulo.
La ragazza, provò a toccargli la spalla, per farlo calmare e magari ottenere qualche risposta.
-No- disse lui a voce alta, attirando l'attenzione di tutta la classe. Il professore si zittì, cercando di capire cosa fosse successo.
Il ragazzo prese lo zaino, alzandosi di scatto, raggiungendo la porta.
-Cox, dove pensi di andare?- gli chiese serio il professore.
-Non mi sento bene- rispose lui, uscendo.
-Cox, ritorna qui dentro- lo richiamò il professore, ma lui come risposta, chiuse la porta.
L'uomo lasciò il libro sulla cattedra, voltandosi verso la classe.
-Non voglio sentire una mosca fiatare- disse indicando tutti gli alunni, prima di uscire per seguire il ragazzo.
Molti si voltarono verso Moon, cercando di capire cosa fosse successo. Ma lei non ci badava, pensava alla reazione del ragazzo, al come facesse a conoscere la sua migliore amica.
Quelle domande la perseguitarono per le prime ore di lezione. Voleva rivederlo, voleva sapere chi era e cosa lo collegasse a Effie.
A pranzo, prese solo una mela, e con lo sguardo iniziò a perlustrare la sala mensa alla ricerca dei ricci di lui.
Gli studenti erano fin troppi e mentre lei cercava di uscire da quel groviglio umano, per raggiungere i tavoli, veniva spintonata da una parte all'altra.
Con lo sguardo che perlustrava ancora la mesa, riuscì a uscire da quella calca, muovendo un passo in avanti.
Sentì qualcuno andarle addosso, e prima che cadesse, lui l'afferrò per i fianchi.
-Scusa non ti ho visto- le disse.
Moon alzò lo sguardo. I suoi occhi grigi, furono in quelli nocciola del ragazzo davanti a lei. Gli occhi di lui erano chiari e sembravano possedere un velo di dolcezza all'interno.
-Stai bene?- le chiese preoccupato.
Lei annuì, non riuscendo a pensare a nessuna frase di senso compiuto, mentre continuava a guardarlo.
Il ragazzo tirò un sospiro di sollievo, prima di lasciala libera dalla sua presa e Moon sentì i punti dove lui l'aveva toccata ardere.
-Fortuna, fai più attenzione. A pranzo è sempre cosi- le disse concedendole un sorriso gentile, prima di andare via.
Moon si voltò, seguendolo con lo sguardo.
Era alto, slanciato, capelli castano chiaro mossi e i suoi occhi l'avevano totalmente stregata. Era persa in tutti quei pensieri, quando d'un tratto vide il ragazzo prendere posto a un tavolo pieno, una cosa più che normale se non si contava il fatto che accanto a lui c'era il ragazzo riccio di letteratura. Ma la cosa che la lasciò letteralmente a bocca aperta, fu che davanti al ragazzo dagli occhi nocciola, c'era Lewis, il cugino di Effie.
Le sue gambe, senza ricevere propriamente un input, si mossero da sole verso quella direzione. I suoi occhi ora erano a Lewis. Alquanto sorpresa di vedere che frequentavano lo stesso liceo.
In quel attimo, sentì una mano poggiarsi sul suo braccio, bloccandola.
Tyler, suo fratello, era davanti a lei.
-Cosa?- chiese confusa verso di lui.
Lui guardò il gruppo di Lewis. -Quelli...lasciali perdere Moon-
-C'è Lewis, è il cugino di Effie. Ci ho parlato qualche giorno fa- gli spiegò lei.
Tyler corrugo le sopracciglia -Stai scherzando?- le chiese.
Moon scosse la testa. -Senti, devo assolutamente parlargli- si sottraete dal tocco del fratello per continuare.
-No, Moon- le disse lui, ma lei oramai era vicina al tavolo. Quel tavolo era occupata da più di una decina di persone, tra ragazzi e ragazze. Portarono lo sguardo a lei, quando la videro fermarsi li davanti. Le ragazze la scrutavano da capo a piedi, con fare superiore. Mentre Lewis sgranò gli occhi.
-Ciao- lo salutò lei con un sorriso.
Lui però non le rispose, bensì spostò lo sguardo, ignorandola completamente. Moon corrugò la fronte, non capendo cosa li prendesse.
-E tu chi sei?- le chiese una ragazza dai capelli rossi.
-Sono nuova. Piacere, Moon- le porse la mano, in modo amichevole.
Lei però si limito a scrutarla divertita -Se ti aspetti che la stringa, puoi benissimo metterti l'anima in pace, non lo farò- il suo tono sembrava volerla deriderla.
Moon le concesse un sorriso ironico e per nulla divertito, mentre abbassava la mano.
-Che razza di nome è poi?- chiese un'altra ridendo, seguita a ruota dalle sue amiche.
"Oche!" pensò Moon.
Guardò nuovamente Lewis, che era più che concentrato sulla sua lattina.
-Lewis...- lo chiamò.
Lui allora si decise a portare i suoi occhi azzurri a lei. -Senti, non ho la più pallida idea di chi tu sia- le disse in modo freddo. E lei rimase sorpresa, era totalmente diverso da come lo aveva visto giorni fa.
-Senti ragazzina, considerando che sei nuova, ti do delle dritte- disse la ragazza dai capelli rossi, attirando nuovamente l'attenzione di Moon.
-Prima regola: non romperci le palle- disse sorridendole malignamente. -Ora, caro, non che frivolo raggio di Luna, sparisci dalla nostra visuale-
E solo allora, Moon capì il perché Tyler le avesse detto di rimanere alla larga da quel gruppo. Guardò Lewis e scosse la testa disgustata.
-Che falso che sei- gli disse.
E negli occhi di lui ci fu un guizzo di dispiacere, che Moon ignorò totalmente, voltando le spalle a allontanandosi velocemente da loro.
Tyler dal suo tavolo, quando vide Moon, si alzò, ma lei scosse la testa, sorridendogli, come a dirgli "Tranquillo, non è successo nulla".
A casa, le erano servite poche ore, e tramite i racconti di suo fratello aveva capito che quello al quale si era avvicinata, era il gruppo degli "In". Tradotto per lei, le persone che meno sopportava al mondo e dalle quali sarebbe stata più che lontana.
-Il ragazzo dai capelli mossi come si chiama?- chiese Moon a Tyler, mentre si dirigevano in cucina.
-Chi?- chiese lui aprendo il frigo.
-Il tipo che portava una camicia a quadri verde- spiegò.
Tyler ci pensò su, capendo a chi si riferisse la sorella. –E' Liam. Non farti ingannare dal suo faccino, è uno che non dice di no alle risse-
Moon sgranò gli occhi sorpresa, a lei era sembrato docile e gentile. E poi aveva l'aspetto di un ragazzo tutt'altro che cattivo.
Scosse la testa, come a volersi privare di quel pensiero.
-Il riccio dagli occhi verdi? Quello che fa di cognome Cox?
-Eric. Non si salva nemmeno lui. Quel gruppo sembra aver raggruppato i ragazzi più stupidi e senza cervello dell'intera scuola- disse Tyler prendendo una lattina di coca cola.
Moon rise ma, quei nomi sembrarono riportare a galla una vecchia conversazione.
"Lei e Effie che passeggiavano per il parco, e l'amica che le raccontava del fatto che avesse conosciuto gli amici del cugino.
-Eric è il miglior amico di Lewis. Ha la tua età sai?
Moon la guardò curiosa.
-Davvero? Com'è?- gli chiese.
-Carino, secondo me ti piacerebbe, è uno che sa farsi notare facilmente-
Moon però conosceva più che bene la sua migliore amica.
-Ma non è lui che ti ha colpita vero?
Effie scosse la testa, con un timido sorriso sul viso.
-C'è un ragazzo tra gli amici di Lewis. È dolcissimo-
-Ti piace?- gli chiese Moon.
Effie annuì, con le guance tinte di rosso.
-Come si chiama?
-Liam- rispose Effie."

La risata di Moon a quel ricordo sembrò spegnersi di scatto.
-Oh no!- esclamò.
-Che succede?- le chiese Tyler, che l'aveva sentita.
-Ho bisogno di un po' d'aria fresca- disse allontanandosi dal piano da cucina e muovendo un passo indietro. -Esco un po'-
-Non fare tardi- le disse Tyler, aprendo la lattina.
-Tranquillo- li rispose lei mentre saliva le scale, per andare in camera, a prendere la borsa e il telefono.
Stava ripensando a come Eric era rimasto del tutto scosso quando aveva visto il bracciale di Effie, a come Lewis aveva fatto finta di non conoscerla, e a come si fosse incantata come un imbecille a guardare il ragazzo del quale era innamorata la sua migliore amica. In un solo giorno era successe fin troppe cose e lei stava cercando di rimanere il più calma possibile.
Prese un gran respiro, avvicinandosi al chiosco accanto al parco, prendendo una granita al limone per rinfrescarsi.
Stava per entrare dentro al parco, ma in quel momento vide Lewis, che stava per uscire da esso, con quattro dei suoi amici.
L'espressione di Moon divenne disgustata, cambiò subito direzione, rinunciando ad andare al parco.
-Moon- la chiamò lui.
Lei roteò gli occhi, mentre gli dava le spalle e continuava a camminare. Ignorandolo totalmente.
-Moon, aspetta. So che mi hai sentito- disse lui seguendola.
-Che vuoi?- chiese lei voltandosi scocciata .
-Parlarti-
Lei alzò un sopracciglio. - Mi stupisco che ora ti ricordi chi sono. Cos'è, stamattina avevi battuto la testa?
-Posso spiegarti-
-Avanti- lo incoraggiò lei aprendo le braccia.
-Dovevo, okay? A scuola sono conosciuto in un certo modo. Non posso parlare con i nuovi arrivati come se nulla fosse-
-Non sono una malata di scabbia.
-Si capisce che è solo il tuo primo giorno- disse Lewis alzando gli occhi al cielo. -Non volevo essere duro con te, mi dispiace. Mi ha solo stupito vederti a scuola e non ho saputo che fare.
-Che cosa strana che vado a scuola in effetti. Sai ho sedici anni, potrei andare a fare la ballerina di strip teas, oppure la modella per Vogue- disse ironica, portandosi un dito sul mento. -Dove pensi che vada alla mattina genio?- gli chiese poi.
-Vedo che siamo in vena di scherzare- commentò lui –Comunque, tesoro, ci sono tantissimi altri licei. Siamo a Londra- marcò la parola tesoro con fin troppa acidità.
Moon si lasciò sfuggire un sospiro. -Avevo detto a Effie che sarei andata lì. È un liceo che ti prepara a tutto, non solo su una cosa specifica-
I suoi amici, che erano rimasti a poca distanza da loro due, si avvicinarono. Fra di loro, Moon riconobbe Liam ed Eric.
-Ragazzi, lei è Moon, la migliore amica di Effie- la presentò Lewis.
-Ora si spiega il bracciale- disse Eric guardando il braccio destro di Moon, dove lei in quel momento stava tenendo la granita.
-Sei praticamente scappato dall'aula oggi- gli fece notare.
-Semplicemente non amo fare tuffi nel passato- si giustificò lui stringendosi nelle spalle.
-Lewis, credo che sia il caso che le spieghi alcune cose- intervenne, l'unico ragazzo biondo del gruppo. Lui annuì voltandosi verso la ragazza.
-Non ce n'è bisogno, ci ha già pensato mio fratello. In parole povere, voi non conoscete me e io non conosco voi.
-E' meglio così, fidati- le disse Lewis, guardandola con dispiacere.
-Ti ricordo che non ho mai desiderato la tua amicizia, perciò le tue parole non possono che farmi comodo- rispose sorridendogli.
-Fai attenzione. Le ragazze sembrano averti presa di mira- l'avvertì il ragazzo biondo.
-Non ho paura di ragazzine come quelle.
-Moon, non sottovalutarle- Lewis rafforzò le parole dell'amico.
-E tu non sottovalutare me. Non sono Effie. E se c'è una cosa che lei mi ha insegnato, è che la vita è una merda continua e devi lottare se vuoi sopravvivere.
Mosse dei passi avvicinandosi al cestino e buttandoci dentro la granita. Le era passata persino la voglia.
-Ma grazie delle raccomandazioni- disse guardandoli un'ultima volta.


Quella mattina Moon stava scendendo le scale e vide sua madre con la posta fra le mani.
Clare alzò lo sguardo e le sorrise.
-Buon giorno, tesoro- la salutò.
Lo sguardo di Moon però intercettò una busta color lilla. Scese velocemente gli ultimi scalini, avvicinandosi alla madre.
-Questa è mia- prese la lettera che stava sotto alla bolletta del gas. Sorrise angelicamente alla donna, dandole un bacio sulla guancia. -Buon giorno anche a te.
Nascondendo la lettera in tasca, raggiunse la cucina sotto lo sguardo leggermente confuso di Clare.
Nessuno, oltre ai nonni, sapeva delle lettere che lei riceveva. E anche a loro lei lo aveva detto, solo perché alla vista della prima lettera era scoppiata in lacrime.
Non voleva che anche i suoi genitori si preoccupassero, o pensassero che fosse uno scherzo. Perché non lo era. In quelle lettere c'erano cose che solo lei e Effie sapevano. Segreti che lei aveva confessato solo alla sua migliore amica.
Non sapeva come, ma quelle lettere arrivava sempre ogni mese. Moon le sentiva come l'unico collegamento che le era rimasto con Effie, e voleva che ciò rimanesse solo loro.
Dato che sia lei che Tyler si erano svegliati tardi, ad accompagnarli a scuola fu Stew.
Erano due settimane oramai che Moon frequentava regolarmente la Grant High School. Era ancora un tipo solitario, parlava il minimo indispensabile con i compagni di banco che aveva nelle varie lezioni.
Quel mercoledì aveva un ora buca, e teoricamente sarebbe dovuta andare in biblioteca, ma praticamente, era seduta per terra, con le spalle appoggiate, all'armadietto sotto al suo.
Fra le mani aveva la lettera di Effie, che aprì velocemente, poggiandola sopra la pagina, del libro di storia aveva poggiato sulle gambe.
"Cara Moon
La scuola dev'essere già iniziata. Come va il tuo terzo anno? Conosciuto qualcuno di interessante?
Dai, lo sai che sono curiosa.
Chissà com'è ora quel schifoso liceo. Perché alla fine lo so che hai mantenuto la promessa e ci sei andata. Te lo dico con il cuore, hai fatto una cazzata colossale. Potevi andare in licei migliori. I tuoi sarebbero stati più felici, dati i tuoi voti.
Ma non importa, tanto lo so che sei testarda. Un po' come me. Guai a chi dice che non siamo sorelle separate dalla nascita.
Sai, Moon, ti sto scrivendo questa lettera dentro ad un bar. È molto carino e fanno una cioccolata calda a dir poco eccezionale. Devo portartici!
Proprio qualche ora fa eravamo insieme e io ancora non mi capacito di come tu non ti sia innamorata di qualcuno.
Non capisco perché tu non credi nell'amore.
Amica mia, è uno dei sentimenti più dolorosi ma, allo stesso tempo, belli che ci siano. Lo so, io sono fin troppo giovane, ma credimi, innamorarti ti porta ad essere una persona diversa, migliore.

Moon hai sedici anni cavolo, se non hai un ragazzo muoviti e trovalo!
Quanto darei per vederti innamorata. Quanto darei per poter essere lì e darti dei consigli, ma purtroppo non è possibile, perciò voglio esserlo tramite queste lettere.
Mettiti comoda bella mia.
Primo: non ti azzardare a cambiare per nessuno, sei bella come sei. E se provi solo a cambiare una capello di te, ti picchio.
Secondo: Per te non va bene chiunque. Perciò punta in alto. Tu meriti un ragazzo che sappia amarti con tutto se stesso, un ragazzo dolce che ti dia attenzioni.
Terzo: evita quelli fidanzati, perché se tradisco la ragazza con te, sono solo degli infedeli, ai quali va data una bella lezione.
Quarto: non farti spaventare da nessun' oca giuliva. Adocchia la preda e attacca.
Moon scoppiò a ridere al punto quattro. Si guardò intorno, sperando che nessuno l'avesse sentita. Ritornò alla lettera.
"Quinto: non essere mai spaventata dai tuoi sentimenti. Per una volta fatti guidare dal cuore.
Hai sedici anni Moon, esci, fai sciocchezze. Sei giovane e bella.
Vivi anche per me Moon.
Okay, il cameriere mi sta lanciando occhiate strane, ora a meno che non mi trovi estremamente sexy, con una sciarpa e un capotto imbottito, credo che voglia che tolga il disturbo.
Alla prossima lettera, mia dolce Moonlight.
Ti voglio bene.
Effie."

Un sorriso dolente si dipinse sulle labbra di Moon.
-Devi esserti immedesimata davvero tanto per essere così giù- sentì la voce di un ragazzo alla sua destra.
Quando si voltò, vide poco distante da lei Liam, che le andava incontro. Aveva le mani dentro le tasche dei jeans e la guardava con un sorriso dipinto sul viso.
La ragazza chiuse con uno scatto il libro, con la lettera all'interno.
-Mi piace storia- mentì
-Lo vedo- annuì lui, ormai davanti, alla ragazza. -Che ci fai qui da sola?- chiese poi.
-Ora buca. Tu piuttosto, non dovresti evitarmi come la peste?
Liam sorrise divertito.
-Al contrario di quello che tu pensi, mi stai stranamente simpatica-
Moon aggrottò le sopracciglia. -Ma se a malapena ci parliamo- gli fece notare.
Lui fece spallucce. -Il tuo carattere. Ti ho vista con Lewis- senza tante cerimonie si sedette accanto a lei, appoggiando le braccia sulle ginocchia, ritornandola a guardarla negli occhi.
-Vorrei conoscerti, per lei.-
-Lei?- chiese Moon.
-Effie. Non ha fatto in tempo a presentarci, ma accidenti se non ci parlava sempre di te. In un primo momento abbiamo pensato che stesse diventando lesbica-
Moon rise -Hanno iniziato a pensarlo in molti- ammise, scuotendo la testa.
Liam rise a sua volta, contagiando dalla ragazza. E lei trovò la risata del ragazzo davvero carina.
-Sono curioso nel sapere cosa ha fatto sì che Effie ti aprisse del tutto il suo cuore. Tutti pensavano che fosse una ragazza aperta e forte, ma era realmente fragile. Si teneva sempre tutto dentro, mentre con te...-
-Non l'ha fatto- lo interruppe Moon. -Non mi ha detto nulla riguardo ciò che stava passando. Avrei potuto aiutarla, potevo salvarla- il suo sguardo andò in avanti, fissando il vuoto.
-Può darsi- disse Liam accanto a lei, senza scomporsi minimamente alle sue parole. -Ma prima di poter essere il supereroe di qualcuno, bisogna essere il proprio. Tu riesci a essere la supereroina di te stessa?
Moon lo guardò, rimanendo per la prima volta senza parole. Liam accennò un debole sorriso.
-Tu e Effie non siete poi così diverse, sai? Lei nascondeva tutto con un sorriso, mentre tu con il tuo carattere da dura-
Si alzò in piedi con lo sguardo di Moon addosso. Si ripulì i jeans per poi voltarsi verso di lei, notando il suo sguardo incredulo.
-Tu da cosa hai bisogno di essere salvata?- le chiese, guardandola con così tanta intensità, che lei si sentì quasi nuda davanti a lui.
-Salva quel tuo unico neurone Prince. Se continui a sforzarlo troppo finirai per farlo scoppiare- gli rispose alzandosi a sua volta con il libro in mano.
-Ed eccoti! Sei nuovamente nella fase "alziamo i muri per la difesa".
Moon mise il libro dentro la borsa.
-Fuma di meno- gli disse, non guardandolo nemmeno mentre si allontanava a passo svelto da lui.
Si sentì del tutto a disagio e in subbuglio, perché quel ragazzo aveva capito fin troppo di lei, in pochissimo tempo. Non poteva permetterlo. Perché era vero, lei aveva innalzato un muro per non essere più ferita.


Il giovedì era un giorno che piaceva a Moon, e non solo perché il weekend si avvicinava, ma perché a mensa distribuivano il budino.
Quella mattina, però non sentiva quella voglia di dolci. Stava pensando di prendere il solito, una mela e del thé. Le sue abitudini alimentari faceva alquanto schifo. Glielo aveva fatto notare pure Rose, che non era riuscita, in tre anni, a cambiarle.
Moon stava pensando a tutto ciò, camminando verso la mensa, quando una ragazza dai capelli biondi l'affiancò.
Portando i suoi occhi a lei, la ragazza le sorrise gentilmente. I suoi occhi nocciola parvero familiari.
-Ciao, tu sei Moonlight Foster, vero?- le chiese.
-Chiamami Moon- si fermò porgendole la mano. Era in assoluto la prima che si avvicinava di sua spontanea volontà a lei. Ciò l'aveva lasciata un po' interdetta ma le faceva pure piacere.
La ragazza le strinse la mano -Ruth Prince- si presentò.
Moon a quel cognome si bloccò di scatto. -Ti prego, dimmi che non sei imparentata con Liam-
Lei le sorrise, quasi dispiaciuta. –E' mio fratello- ammise.
-Oh!- uscì dalle labbra di Moon, mentre alzava le sopracciglia.
-E' quello che dicono tutti. Vedo che anche tu non hai molto in simpatia Liam-
-Diciamo che lui non fa molto per farsi vedere di buon occhio- rispose sincera.
Ruth accennò une lieve risata.
-E' solo un ragazzo- lo giustificò con un alzata di spalle.- Comunque, ho notato che a pranzo stai sempre sola. Vuoi sederti con me e le mie amiche?- propose gentilmente.
Moon rimase ancora più sorpresa, ma quasi subito, si chiese quale fosse il modo più gentile per rifiutare.
-Ecco...ultimamente sono uno schifo a socializzare.-
-Allora sei nel gruppo giusto. Siamo solo in tre, avanti- insistette la bionda, tenendola per un braccio. Il suo volto s'illuminò, dopo che Moon accettò l'invito. Raggiunsero la mensa insieme, e la bionda guardò con sguardo interrogativo il pranzo della ragazza, mentre teneva ben saldo il suo vassoio.
-Davvero ti basta?- le chiese, non riuscendo a rimanere in silenzio.
Moon si rigirò la mela fra le mani. -Ho lo stomaco chiuso- si giustificò.
Ruth decise di non fare altre domande. E le mostro un tavolo occupato da due ragazze, una dai capelli castani, che a fatica le arrivavano alle spalle e ricci, mentre l'altra con i capelli neri come la pece e lunghi fin sotto alle spalle.
-Ragazze, lei è Moon. Moon, loro sono Wendy e Mia- presentò Ruth.
-E' un piacere- sorrise, porgendo loro la mano.
-Anche per noi. Non pensavamo che Ruth sarebbe riuscita a convincerti- disse la ragazza dai capelli neri, Mia.
Moon corrugò la fronte, guardando Ruth per avere maggior informazioni.
-Era da un po' che volevamo invitarti a unirti a noi- ammise Ruth, portandosi una mano dietro alla nuca imbarazzata.
Moon si sentì stranamente lusingata. Decise di non commentare, per non aumentare il disagio della ragazza. Iniziarono a parlare un po' della scuola in generale e Moon, si accorse che seguiva parecchie lezioni insieme a loro. Si stupì di come non se ne fosse mai accorta.
-Ruth, penso che Liam voglia qualcosa- disse Wendy.
Involontariamente, anche Moon, si voltò verso il tavolo del ragazzo, che difatti stava guardando dalla loro parte. Lui sorrise e concesse loro un breve sguardo, prima di tornare con i suoi amici.
-Non guardava me- disse divertita Ruth. I suoi occhi nocciola andarono a Moon, che non riuscì a trattenere uno sguardo disgustato.
Perché seppur il primo giorno lo avesse trovato più che attraente, ultimamente non riusciva proprio a farselo piacere, in più c'era anche il fatto che Effie era innamorato di lui.


-Che carina- disse Mia, guardando la foto attaccato all'anta dell'armadietto di Moon.
Ruth e Wendy si sporsero curiose, mentre Moon sorrise a Mia.
-Ma quella è Effie Allen- disse seria Wendy.
Moon annuì -La mia migliore amica- vide gli sguardi di tutte e tre mutare a quelle parole. Ruth la guardò con dispiacere, provando pena nei suoi confronti. Uno sguardo che Moon aveva sempre odiato ricevere.
-Non guardarmi in quel modo- le disse perdendo il sorriso e chiudendo l'armadietto.
-Scusami, è che lei...- iniziò con voce flebile.
-Cosa?- chiese Moon – Perché ogni volta che faccio in nome di Effie, tutti reagiscono così?- non ce la faceva più nel vedere il modo in cui tutti cambiavano radicalmente. La infastidiva, perché pensavano solo al fatto che Effie fosse morta. Avevano solo quel ricordo, nient'altro.
-Lei non ha una buona reputazione qui- disse flebilmente Wendy.
Moon alzò un sopracciglio -Prego?
-Io devo andare- disse subito la riccia muovendo un passo indietro.
-Anch'io ho lezioni. Ci vediamo a pranzo, Moon- disse Mia, imitando l'amica.
Moon guardò Ruth, cercando di capire tramite lei cosa Wendy volesse dire.
-Io...- iniziò con sguardo basso. Ci fu un breve silenzio prima che scuotesse la testa e desse le spalle a Moon andando via a sua volta.
-Ruth- la chiamò Moon, ma lei non si voltò. La ragazza sospirò, incredula di come in un solo attimo tutte e tre si fossero allontanate da lei.
-La coppia che scoppia. Sola, raggio di luna?- chiese una voce femminile. Quando Moon si voltò, non fu sorpresa nel vedere Frances, la ragazza dai capelli rossi del primo giorno.
-Non sono affari tuoi- le rispose sistemandosi la spallina della tracolla.
-Meow- disse divertita lei, imitando il gatto che graffiava.
Moon era alquanto alterata, e Frances non stava favorendo a farla sbollire, anzi aumentava solo il suo nervosismo.
Senza timore si avvicinò a lei. -Avanti, dimmi qual'è il tuo problema- la incoraggiò.
-Nessuno- Frances, scosse la testa divertita -Ti trovo divertente.
Moon mosse un altro passo in avanti -Parla come mangi- il suo viso era a un palmo da quello della ragazza.
Lei poggiò un dito sulla spalla di Moon, fingendosi disgustata e spingendola via.
-Allontanati da me. Non voglio essere infettata- le disse.
Moon alzò le sopracciglia, sentendo le mani pruderle più del dovuto. Le strinse a pugno e, cercando di non perdere la calma, mosse un passo indietro.
-Ho sentito che eri amica della Allen- continuò a stuzzicarla Frances.
-Si, e allora?
In quel momento il corridoio iniziava ad affollarsi e tutti i giovani presenti iniziarono a prestare attenzione alle due.
Frances guardò Moon senza perdere il sorriso. -Mi chiedevo... tu quand'è che deciderai di farla finita? Quand'è che ci libererai della tua presenza, come ha fatto quella sfigata?
Moon sgranò gli occhi incredula nel sentirle pronunciare quelle parole. E la rabbia prese il sopravvento. Frances non aveva avuto il minimo rispetto, si stava beffeggiando della morte di quella ragazza che per lei era come una sorella. Mostrava solo felicità nei confronti del dolore che aveva spinto Effie a commettere quel gesto disperato. E ciò per Moon fu troppo.
-Tu, stronzetta da quattro soldi, come ti sei solo permessa?- la prese per il colletto della maglietta avvicinando il suo viso a quello di lei. Era furente e il suo sguardo lo dimostrava alla perfezione.
In quel attimo non le importava nulla dei guai che avrebbe potuto passare, del fatto che sarebbe stata lei dalla parte del torto. Voleva solo farla pagare a Frances, e toglierle quel ghigno dalla faccia, che in realtà era già sparito per lasciare posto allo spavento.
-Non osare mai più pronunciare il suo nome, se vuoi avere tutti gli arti apposto- minacciò.
-Lasciami- disse Frances, provando a sottrarsi dal suo tocco.
-Vuoi prendertela con me? Fallo, ma non mettere in mezzo Effie- alzò la voce, quasi urlava.
-Moon, lasciala- disse Lewis raggiungendole correndo.
-Levati dai piedi Williams- rispose lei con gli occhi ancora puntati sulla ragazza, che adesso era del tutto terrorizzata. E a Moon andava più che bene. Pensava che se magari l'aveva spaventata lei non avrebbe più detto nulla. Lewis, però, non le prestò ascolto. Prendendola per i fianchi, la tirò indietro, facendo sì che lei lasciasse libera la sua amica.
Frances si portò una mano sul petto. -Tu sei pazza! Esattamente come lei- urlò prima di allontanarsi notevolmente.
-Io l'ammazzo- digrignò a denti stretti Moon, pronta a ritornare verso di lei. Ma Lewis fu abbastanza veloce da bloccarla di nuovo.
-Datti una calmata!- le urlò guardandola negli occhi.
-Come puoi stare fermo e non dire niente quando parlano così di Effie?- gli chiese Moon, guardandolo a sua volta.
Lewis sgrano, di poco gli occhi, guardandosi intorno preoccupato. Tutti lo guardavano curiosi, come se Moon avesse rivelato un segreto di stato.
-A che scopo proteggere una sconosciuta? Io non conoscevo la Allen e fortunatamente non avevo a che fare con lei- disse freddo.
Moon spalancò gli occhi in una maniera disumana a quelle parole.
-E ora non provare mai più a toccare le mie amiche. Ringrazia il fatto di essere una donna Foster- disse muovendo dei passi indietro, raggiungendo Frances. Poggiò una mano sul suo viso.
-Stai bene?- le chiese preoccupato.
La ragazza si buttò tra le sue braccia. -Ho avuto paura- disse con una voce da bambina. Lewis la strinse forte a se, confortandola.
Moon invece lo guardava esterrefatta. Stava proteggendo Frances, dopo tutto ciò che lei aveva detto su Effie. Stava proteggendo lei, voltando le spalle alla cugina.
Sentì come il peso di un macigno sul petto a quel tradimento del ragazzo. Perché ripensava al bene che Effie aveva sempre voluto a Lewis.
Tramite i racconti e le lettere dell'amica, Moon pensava che per Lewis fosse lo stesso. Ma a quanto pare si sbagliava. Di una cosa però, era più che sicura. Lewis Williams non l'avrebbe passata liscia dopo ciò che aveva fatto.
Ruth quel giorno si sedette lontana da Moon, non rivolgendole nemmeno uno sguardo, seppure sembrasse dispiaciuta. E la cosa non toccò Moon, pensava che se certe persone si allontanava da lei per ragioni del genere, ne faceva veramente a meno. L'amicizia non era solo nel bene.
Anche a mensa fu sola, si era avvicinata alle macchinette, per vedere cosa ci fosse di buono, ma nulla sembrava attirarla particolarmente. Spostò lo sguardo, notando un distributore d' acqua liscia con dei bicchieri vuoti lì affianco. In primo momento lo ignorò, prendendo una barretta di cioccolato all'altro distributore. Nel momento che la barretta cadde, con un tonfo, la mente di Moon iniziò a macchinare qualcosa. Sorrise malignamente, inserendo la barretta nella tasca posteriore dei jeans. Prese un bicchiere di plastica e lo riempì, avvicinandosi al tavolo degli "In".
-Povero raggio di luna, abbandonata a se stessa. Quanto tempo riuscirà a resistere, prima di seguire la sua amichetta?- come aveva previsto, uno di loro aveva parlato.
Si voltò, notando che era stata Quinn, una biondina tinta, nonché la migliore amica di Fances.
Dal tavolo erano partite parecchie risate e Quinn la guardava con aria di sfida. Uno sguardo che rimase tal, anche quando Moon si avvicinò di più al tavolo.
-Vuoi prendere a pungi anche me?- la incalzò in modo beffeggiatore.
-Oh no- disse Moon sorridente, scuotendo la testa. E in un attimo, prima che qualcuno potesse accorgersi di cosa lei stesse per fare, il contenuto del suo bicchiere finì addosso a Lewis, che si alzò di scatto.
-Che diavolo?- disse, guardandosi e poi portando lo sguardo più che sorpreso a Moon, che ora era seria.
-Sei un pezzo di merda. E fidati, non finisce qui.-
Il tavolo si era zittito. Tutti la guardavano sorpresi per quel gesto, perché mai nessuno aveva osato mettersi contro uno di loro. Moon strinse il bicchiere nella mano accartocciandolo e lo buttò in mezzo al tavolo, guardando Quinn. -Non sottovalutarmi, dolcezza. Potrei diventare il tuo incubo peggiore.- E li lasciò così, totalmente increduli. Uscì dalla mensa ignorando tutti quegli occhi addosso. Pensava solo che non avrebbe permesso a nessuno di infangare ulteriormente Effie

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