Non sono Megan Fox

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Capitolo 12: Non sono Megan Fox
-Dove siamo?- chiese Moon uscendo dalla macchina. Si trovavano in un classico paesino inglese avvolto dal verde, con le case a schiera. Pareva un posto per turisti.
-In un piccola cittadina che vale la pena visitare- disse Zack chiudendo lo sportello.
-Ci avete portate a visitare un paesino?- chiese Mia inarcando un sopracciglio, stando a braccia incrociate.
-Qui- disse Liam indicando il suolo -c'è qualcosa che piace a ognuna di voi- guardò tutte e quattro le ragazze. Il suo sguardo poi si fermò su Moon e sorrise.
-Tu verrai con me e Lewis- disse.
-Che cosa!?- esclamò lei sgranando gli occhi. Stava facendo il possibile per evitarli entrambi, e ora le toccava passarci il pomeriggio.
Lewis le fece cenno di raggiungerli. La castana guardò in cerca di aiuto Ruth, che provò a sorriderle incoraggiante mentre la salutava. Moon raggiunse i due e li guardò, sentendosi un gran macigno sul petto.
-Ci vediamo più tardi al bar, okay?- chiese Liam agli altri, che annuirono. Insieme a loro due, guardava attentamente i lacci delle sue vans bianche, come se improvvisamente fossero la cosa più bella del mondo.
-Ti piacerà, fidati- disse Lewis. Lei alzò lo sguardo incontrando il suo sorriso e i suoi occhi azzurri che la scrutavano.
-Dove stiamo andando di preciso?- chiese. Stavano percorrendo una strada in discesa, intorno avevano solo case, ognuna con un piccolo giardino davanti.
-E' una sorpresa.
-Io odio le sorprese!- gli fece presente lei.
-Devi solo avere pazienza, usignolo- le disse Liam scompigliandole i capelli. Lewis li guardò entrambi non capendo il perché di quel nome, ma non fece domande.
Arrivarono davanti a un grande edificio, il portone era aperto. Lewis, con un cenno della testa la spronò a entrare. Percorsero quasi due rampe di scale, prima di trovarsi in un grande corridoio. Una donna andò loro incontro.
-Abbiamo una prenotazione- disse Lewis.
-A nome?- chiese lei controllando il palmare.
-Williams e Prince. Al telefono le avevo detto che saremmo stati in tre- le ricordò lui. La donna annuì scrutando anche gli altri due ragazzi.
-E' la sala numero 27- disse lei indicandogli una porta in lontananza.
-Grazie- rispose Lewis. Liam poggiò una mano dietro la schiena di Moon, spronandola a continuare a camminare. Il ragazzo davanti a loro, intercettò subito il numero che gli era stato detto.
-Eccoci qui- disse fermandosi e sorridendo smagliante. Con uno scatto aprì la porta, guardando soddisfatto l'interno. Moon lo affiancò, guardando a sua volta. Trattenne il fiato. Dentro alla stanza c'era un pianoforte nero e lucido.
-Moon!- la chiamò Lewis, notando che non stava battendo nemmeno le palpebre. Dato che non rispondeva Liam, abbassò lo sguardo verso quello della ragazza.
-Stai bene?- provò a sfiorarle la mano, che lei allontanò di scatto.
-Perché mi avete portata qui?
-Per il pianoforte. Tu adori suonare. Effie non faceva che ripetercelo.
Scosse la testa. -Non voglio più toccare un pianoforte.-
-Perché ti stai facendo questo? Pensavo che ti fossi lasciata il passato alle spalle- disse Liam.
-Io non mi sono lasciata nulla alle spalle, ho solo imparato a conviverci- Moon continuava a guardarli incredula, specialmente Liam. -Sapevi che avevo smesso per una ragione ben precisa-
I due ragazzi si guardarono non sapendo che fare. Avevano saputo da Tyler che Moon quando andava a Sheffield passava la maggior parte del suo tempo, insieme a Effie, all'interno dell'auditorium, per suonare e avevano pensato che portarla li le avrebbe fatto bene.
Moon mosse dei passi indietro, voltandosi subito dopo, iniziando a correre. Superò la donna di prima, correndo giù per le scale, uscendo il più velocemente possibile da quell'edificio.
Non voleva suonare, ritornare a farlo sarebbe stato come un ritorno ai vecchi tempi, come rompere una promessa. Entrambe avevano avuto la possibilità di fare un'audizione alla Royal Accademy, l'ultimo anno di Effie e si erano promesse di farcela insieme, di realizzare quel loro sogno insieme. Tornare a suonare sarebbe stato come spezzare quella promessa.
Moon correva su per quella salita, intenta a raggiungere la macchina di Neil, ben conscia che lui non fosse li.
-Moon- Liam la stava chiamando, mentre le correva dietro. Subito dopo la sua mano si poggiò sul braccio della ragazza, voltandola verso di se. Lewis li raggiunse subito dopo.
-Devi smetterla di scappare, o finirò per non riuscire a starti dietro- disse.
-Non voglio suonare- disse scuotendo la testa.
-Okay, non ti obbligheremmo, pensavamo solo che ti avrebbe fatto piacere. Non volevamo farti star male- aggiunse Lewis. Moon abbassò lo sguardo, incapace di dire qualcosa di giusto, in fin dei conti entrambi avevano agito in buona fede. Non potevano sapere nulla della promessa fatta con Effie.
-Vuoi raggiungere una delle ragazze?- le chiese premurosamente Liam. Lei alzò lo sguardo, portando i suoi occhi grigi a lui. In quel momento l'unica cosa che desiderava era buttarsi fra le braccia del ragazzo e sentire che la stringevano e la consolavano. Ma non poteva, e non solo perché c'era Lewis, ma perché Liam non glielo avrebbe mai permesso.
Scosse la testa, in risposta alla domanda.
-Bhe...qui ci sono altri bei posti- provò Lewis. Moon cercò di sorridergli. -Sono accorto di sciarpe- disse.
-C'è un negozio qui vicino- disse Liam, allontanandosi da lei e guardandosi intorno. -Si, dobbiamo andare avanti- indicò la strada. Lui e Lewis andarono in avanti parlando fra di loro per capire dove si trovasse di preciso il negozio. Moon invece si voltò verso l'edificio, ricordando l'auditorium di Sheffield, dove era solita andare quando era più piccola. Quell'auditorium nel quale non metteva piede da anni. Ritornò a guardare in avanti, raggiungendo in fretta i due ragazzi, che si erano allontanati notevolmente da lei.

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