River flows in you

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Capitolo 5: River flows in you
La mattina, del giorno prima del ballo, a casa Foster, arrivò un'altra lettera da parte di Effie. Moon riuscì a intercettarla prima dei suoi genitori, mettendola dentro la borsa e attendendo il momento in cui sarebbe rimasta sola per leggerla. La cosa parve impossibile quel giorno. Le ragazze stavano sempre insieme a Moon, erano euforiche per la serata che le attendeva e parlavano di continuo dell'imminente ballo. La ragazza stava morendo dalla voglia di poter leggere la lettera, ecco perché, seppur orrida come scusa, disse che doveva finire i compiti di trigonometria, dato che la sera precedente si era addormentata.
Non voleva dire a nessuno delle lettere. Ecco perché a pranzo le salutò e, senza prendere nulla da mangiare, andò verso il teatro, sedendosi in prima fila e poggiando la borsa accanto a se. Aprì velocemente la lettera iniziando a leggerla.
"Cara Moon.
Siamo a Ottobre, buon Halloween, streghetta mia, sperando che sia in tempo.
Sta tirando un vento forte oggi qui al parco. E' difficile scrivere con il vento che muove il foglio perciò ti chiedo già scusa per la mia orrida scrittura.
Come stai amica mia? È cambiato qualcosa dalla mia ultima lettera? Qui è passata una settimana da quando te l'ho scritta e in un settimana ne sono successe fin troppe.
Oggi stavo con Lewis, eravamo usciti a fare una passeggiata. Sembravamo due criminali. Non te l'ho mai detto, ma siamo costretti a nascondere la nostra amicizia e non solo con lui.
Ultimamente le cose stanno degenerando, anche con la scuola e non capisco come mai.
Cosa ho fatto di male? Cosa ho fatto per meritarmi tutto questo? Tutti sbagliano, no? Allora perché devono ricordarmi costantemente il mio sbaglio, perché devono sbattermi in faccia quelle foto?
Sono disperata Moon, volevo persino parlarne con Lewis, e stavo per farlo, ma lui di punto in bianco ha tirato fuori la storia di una ragazza della nostra scuola, che sembrava tanto innocente e invece mandava foto poco caste di lei a molti ragazzi del liceo. E nonostante non sia il mio caso, mi sono sentita ancora peggio e non sono riuscita a dirgli nulla.
E a te, come potevo raccontare tutto? A te che mi hai vista sempre in un certo modo. Sento come se ti avessi delusa mia dolce Moon.

Ti prego non odiarmi per questo mio sbaglio.
Ti voglio bene amica mia.
Alla prossima lettera Moonlight.
Effie."

-Come potrei odiarti?- sussurrò con gli occhi incollati alla lettera.
-Stai impazzendo per caso?- voltandosi vide Liam raggiungerla. Si affrettò a nascondere la lettera dentro la borsa.
-Non dovevi andare in biblioteca?- l'accusò lui. La ragazza boccheggiò alla ricerca di una scusa, ma non riuscì a trovare nulla.
-Stai tranquilla, non dirò nulla alle ragazze. Anch'io ho dei momenti in cui preferisco stare solo-
-Perché sei qui?- gli chiese lei.
-Ti ho seguita- ammise senza vergogna lui, mentre lei alzava un sopracciglio, alquanto stupita. Lui iniziò a frugare dentro la sua borsa, tirando fuori un panino e una lattina di coca cola, che poggiò in grembo. Dopodiché si voltò verso Moon, porgendole una mela, un sorriso gentile sul viso. Moon l'accettò ricambiando il sorriso.
-Come hai fatto a indovinare?
-Ho notato che spesso a pranzo prendi solo una mela e....- tirò fuori una lattina al thè al limone. Moon era sempre più sorpresa.
-E' così che fai ,quindi?- gli chiese con tono divertito. -Regali il pranzo per farti perdonare?-
Liam sorrise divertito. -Tecnicamente l'ho fatto con il vestito. E il pranzo...mi andava- si giustificò. -La taglia era giusta?
Moon annuì, con gli occhi incollati alla mela. Si accomodò a gambe incrociate sulla poltrona, voltandosi verso il ragazzo.
-Per quello che è successo al negozio, mi dispiace per averti giudicato. In fin dei conti io non so il perché tu lo fai, mi sono solo basata su delle voci.
-Dispiace anche a me per averti detto certe cose, non volevo farti piangere.
-Non ricordarmelo. È stato umiliante farmi vedere in quel modo- disse lei. Odiava far vedere la sua fragilità, pensava che farlo avrebbe permesso ad altre persone di ferirla con più facilità.
-Io l'ho trovato dolce- disse Liam. Moon alzò un sopracciglio. -Non che mi piace vederti piangere, e che...- si fermò portando lo sguardo fisso davanti a se.
-Cosa?- incalzò lei.
-Nulla.-
Moon si sporse verso di lui, inclinando il capo per poterlo guardare. -Liam- lo chiamò.
-Ho avuto l'impulso di volerti proteggere- ammise. Quella frase lasciò Moon spiazzata. La mela le cadde dalle mani, finendo sulle sue gambe.
-Oh- fu la sua risposta.
-Oh? Se avessi detto una cosa del genere ad un'altra ragazza mi sarebbe saltata addosso- disse lui accennando una risata. Di certo Moon non era da meno, ma stava sopprimendo con tutta se stessa quell'istinto. Non disse nulla però, prese la lattina provando ad aprirla, ma in quel momento persino una cosa così semplice parve difficile. Sentiva il cuore batterle forte e le mani tremarle. Liam l'aprì al posto suo.
-Grazie- disse.
Liam si limitò a concederle un sorriso gentile. Uno di quei sorrisi che a Moon piacevano tanto e le mettevano in subbuglio lo stomaco. All'inizio penso che fosse dovuto alla fame, ma dopo un attimo di riflessione capì che erano le famose farfalle, che in quel momento avrebbe voluto sopprimere tutte.
-Allora, avrò l'onore di vederti vestita da grande indiana al ballo.-
-Non mi va di spendere altri soldi per un costume quando un amico, molto gentilmente, me ne ha regalato uno- E quel adorabile sorriso, sulle labbra di Liam, sembrò allargarsi. La ragazza non avrebbe mai voluto vederlo senza, quel sorriso lo rendeva dolcissimo ai suoi occhi.
-Tu da cosa ti travestirai?-
-Io sarò un supereroe mia cara. Sarò Batman-
-Mi piace Batman.
-Anche a me, è uno dei supereroi che preferisco.
-Sarò sincera, amo Iron man. E' l'unico che non si fa dubbi esistenziali per i poteri che ha, bensì se li gode alla grande-
-Tu hai visto i film?
-E letto i fumetti- precisò lei alzando un dito.
-Devo sei stata per tutto questo tempo?- chiese in modo ironico guardandola con ammirazione. E dopo quello scambio di battute ci fu un breve silenzio. Entrambi guardavano il palcoscenico, verso il pianoforte.
-Suoni?- chiese Liam.
-Suonavo- rispose lei portando i suoi occhi grigi in quelli nocciola di lui.
-Come mai hai smesso? chiese incuriosito. Un sorriso dolente si dipinse sulle labbra di Moon.
-Sono tre anni che non faccio più nulla- ammise.
-Ti ha distrutta a tal punto?- i suoi occhi parevano colmi di tristezza. E Moon si chiese se riuscisse ad avvertire il dolore che aveva patito.
-Mi sono allontanata da qualsiasi cosa potesse ricordarmi lei. La musica era una di queste-
-Perché mi sembra che tu sia bloccata nel passato, Moon?
Lei sgranò gli occhi a quella domanda. -Per quanto questa cosa abbia ferito tutti, noi abbiamo ripreso in mano le nostre vite e siamo andati avanti, mentre tu sembri...persa. Persa nel passato- Moon smise del tutto di respirare, chiedendosi come lui facesse a comprenderla così tanto.
-E' da questo che hai bisogno di essere salvata?
Moon scosse la testa, prendendo la borsa e alzandosi dal suo posto, pronta a svignarsela.
-E' ridicolo- disse. Il suo piano, però, fallì miseramente. Con Liam era impossibile scappare. Lui si era alzato a sua volta e la sua mano aveva bloccato il polso di Moon, voltandola dalla sua parte.
-Ferma... non scappare- le disse gentilmente. -Non risolvi nulla scappando, Moon-
Lei provò a sottrarsi dal suo tocco, inutilmente, lui era più forte. L'avvicinò a se, facendo poggiare il viso di lei, sulla sua spalla, accarezzandole dolcemente i capelli. Moon sentì il cuore iniziare la sua corsa sfrenata. Il pollice di Liam, sfiorò delicatamente la sua guancia, abbassando il viso per guardarla. E il suo respiro sembrava solleticarle le guance.
-Hai bisogno di ricominciare a vivere- sussurrò.
Moon sentì quasi la voglia di scoppiare in lacrime a quella frase, ma non l'avrebbe permesso. Non avrebbe permesso a se stessa di essere talmente fragile. Specialmente davanti agli occhi di Liam.
Ma teneva anche conto, che il modo in cui lui la capiva... non ci era riuscito nessuno in quei tre anni. Non ci era riuscito nessuno dopo Effie.
-Ti aiuterò.
-Nessuno può aiutarmi- rispose sicura di se Moon.
-Io lo farò- promise -Abbi fiducia in me. Moon- Il suo pollice continuava ad accarezzarle la guancia.
-La fiducia...- iniziò Moon portando le mani sul petto di lui -va guadagnata- lo allontanò da se. Grazie per la compagnia e per il pranzo- aggiunse prima di uscire.


Il pomeriggio del 31 ottobre, casa Prince, precisamente la camera di Ruth, era occupata da ben cinque ragazze. Nicola, la sorella maggiore della bionda, aiutava le ragazze con la loro capigliatura e sembrava felice che loro avessero deciso di coinvolgerla.
Moon era davanti allo specchio, su un'anta dell'armadio e si stava facendo una treccia laterale. E mentre le ragazze parlavano fra di loro, lei si chiedeva come sarebbe andato il ballo, se si sarebbe divertita o se sarebbe stato un fiasco. Un suono delicato e soffocato arrivò alle sue orecchie. Si raddrizzò cercando di sentire meglio. Era il suono di un pianoforte, ne era più che certa, ma non capiva che melodia stessero suonando, e il chiasso che stavano facendo le sue amiche di certo non l'aiutava.
-Vado un attimo in bagno- disse.
-Okay- le rispose subito Ruth con un sorriso. Moon uscì dalla stanza, chiudendosi delicatamente la porta alle spalle. La musica fu molto più udibile, era all'interno della casa. Del tutto in balia di quelle note e con il cuore più leggere, seguì il suono di quella melodia che non aveva mai sentito.
Scese le scale, piano, come nel timore che se avesse fatto rumore il suono si sarebbe fermato. Percorse il piccolo corridoio, andando verso la sala, dove i Prince erano soliti ospitare gli invitati. Dietro al pianoforte nero, posto all'angolo di quella stanza, c'era Liam. Era concentrato sui tasti e la sua espressione era diversa, si vedeva che ci stava mettendo se stesso mentre suonava. Moon rimase ferma sulla soglia senza riuscire a fare o dire nulla. Come se si sentisse osservato lui alzò lo sguardo, notando Moon. Le sorrise facendole cenno di raggiungerlo. La ragazza mosse dei passi verso di lui, sentendo la melodia giungere verso le note finali. Gli occhi nocciola di Liam si alzarono, guardando Moon.
-Tu suoni- la sua era una constatazione più che una domanda.
-Io suono- ripeté.
-Perché non l'hai detto?
-Non me l'hai chiesto- si giustificò scrollando le spalle e assumendo un'espressione innocente.
-Be', ho dato per scontato...-
-Cosa?-
-Che tu potessi suonare. È bellissima!- disse ancora ammaliata dal ricordo della melodia.
-Una delle mie preferite. River flows in you di Yiruma.
Moon continuando a guardare il pianoforte, annuì, nonostante non avesse mai sentito quel nome.
-Carino il costume- disse Liam scrutandola.
-Lo ammetto hai gusto.-
-Non dimenticarti il cerchietto, ti dona- disse alzandosi, Moon alzò lo sguardo per non perdere il suo. E Liam sorrise divertito.
-Che c'è? -
-Sei leggermente tappa usignolo.-
Moon storse le labbra alla sua affermazione. -Sono diversamente alta- lo corresse.
-Oh certo, bella scusa- disse lui ridendo, passandole una mano fra i capelli, prima di sorpassarla. Moon si voltò a guardarlo e lui le fece l'occhiolino.

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