Lettere

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Capitolo 21: Lettere
L'estate stava volando a una velocità assurda per tutti. Per quanto passassero costantemente le giornate insieme, tra amici e anche da soli, per Liam e Moon il tempo sembrava non bastare mai. Persino dopo il compleanno del ragazzo, settembre arrivò in un baleno, lasciandoli nella malinconia di quelle serate passate fuori per Londra, a divertirsi.
Ad agosto Moon aveva ricevuto un'altra lettera di Effie. Per la prima volta, dopo la sfilza di quelle che aveva ricevuto, Effie le aveva parlato di Eric. Moon aveva letto quei due fogli pieni con un tuffo al cuore per la dolcezza con cui Eric aveva trattato Effie. Per il loro primo "ti amo". Capì anche il perché non lo avesse fatto prima. Aspettava il momento giusto, aspettava di dirglielo a quattrocchi, ma il momento giusto non era mai arrivato.
Per quanto Moon morisse dalla voglia di sapere chi fosse a mandarle le lettere di Effie, aveva deciso di non indagare. Se Effie aveva scelto qualcuno e gli aveva detto di non farsi vedere da lei, avrebbe rispettato questo volere.
Quel nove settembre uscì dalla sua camera con un vestito nero addosso. Nonostante gli Allen, dopo tre anni di cerimonie avevano smesso di farle, lei sarebbe lo stesso andata al cimitero a celebrare il ricordo della sua migliore amica. I suoi genitori non le dissero nulla quando videro il suo abbigliamento, perché lo sapevano e gli andava bene. Prima di arrivare al cimitero, Moon si era fermata da un fioraio a prendere una rosa bianca, la preferita di Effie.
Con sua enorme sorpresa, quando arrivò davanti alla lapide di Effie, trovò altre persone. Lewis, con tutti i ragazzi e Ruth.
-Non sapevo che venivate- disse Moon, quando fu vicina.
-Ci siamo venuti ogni anno! Non interromperemmo di certo tutto solo perché i miei zii non fanno più cerimonie in suo ricordo- rispose Lewis. La ragazza annuì avvicinandosi alla lapide di Effie. La sua foto sorridente era lì in mostra e sembrava guardare tutti.
-Sarebbero volute venire anche Mia e Wendy, ma avevano paura, dato che non la conoscevano, di essere di troppo- le comunicò Ruth.
-Non lo sarebbero state- disse lei guardando la bionda. Si abbassò per poggiare la rosa bianca.
-Sapete cosa avrebbe detto Effie, con il nuovo anno alle porte?- chiese Eric accennando un sorriso dolente.
-Che la tortura abbia inizio- lo anticipò Liam, sorridendo a sua volta. Lewis scoppio a ridere, sorprendendo tutti. -Aveva così tante di quelle frasi, per ogni cosa- guardava la foto della cugina.
-Quattro anni! Non mi sembra vero- Ruth poggiò la testa sulla spalla di Zack. Moon era ancora inginocchiata davanti alla lapide. -E lo stronzo che l'ha indotta a questo è ancora a piede libero- strinse forte i pugni. La mano di Liam si poggiò sulla sua spalla, accarezzandola dolcemente.
-Purtroppo non possiamo fare nulla- si espresse sconsolato.
Moon guardando la foto di Effie e si sentì una traditrice, perché lei avrebbe potuto fare qualcosa, ma era stata presa dal panico. Si chiese come avesse potuto lasciar perdere James, come aveva potuto lasciar perdere tutto e non dare a Effie la sua vendetta?
Sospirò alzandosi. Liam le prese subito la mano fra le sue, stringendola forte.

L'inizio della scuola fu una tortura per tutti. Alzarsi nuovamente alle sette, dover prestare ascolto a dei professori pazzi non era il massimo. Perché quest'anno nessuno di loro era stato fortuna.
Il professore di biologia che avevano Moon e Eric, che seguivano quella lezione assieme, parlava fin troppo piano e prendere appunti era praticamente impossibile. Wendy, una delle studentesse migliori insieme a Moon, cercava sempre di sedersi in prima fila per prendere appunti, ma ora durante l'ora di Algebra stava sempre dietro, dato che il professore attuale quando parlava sputava, specialmente quando pronunciava le P. Nemmeno i ragazzi del quinto se la passavano tanto meglio, il loro professore di Storia, pareva urlasse, facendoli uscire dalla classe con un mal di testa con i fiocchi.
Quel giovedì Moon si sedette davanti alla scrivania, prendendo il libro e il quaderno di storia. Accese il pc per iniziare la sua ricerca che, durò per mezz'ora, prima che finisse per annoiarsi a morte. Stava per crollare con la testa sul libro, perciò decise di fare una pausa di cinque minuti. Si collegò su facebook, girovagando per la home. Aveva la chat aperta e non tardò molto prima che Mia la contattasse. Moon rispose, dando così il via alla conversazione. La mora, infatti, era messa peggio di Moon per quanto riguardava il compito.
"Ho scritto giusto due parole. Nome e cognome" informò l'amica.
Moon rise "Spulcia su wikipedia, magari trovi qualcosa di utile" le consigliò.
"Non mi fido molto di quel sito" rispose. Un'altra chat si aprì. Moon portò gli occhi verso di essa, notando che era Neil.
"Tutto okay?" le aveva scritto lui.
"Si, alla grande. Tu?"
"Se non fosse per matematica starei benissimo" aggiunse anche una faccina triste a fine frase. In solo due settimana, la scuola aveva messo in crisi tutti. Oltre alle chat di Mia e Neil, se ne aggiunse una terza. Moon iniziava a sentirsi desiderata ma, vedendo chi era, avrebbe preferito non esserlo.
James Olton: "Ciao dolcezza"
Moon sgranò gli occhi. Si allontanò dalla scrivania, come se avesse ricevuto una scossa elettrica. Il suo cuore prese a battere frenetico alla vista di quel nome.
"Diceva di chiamarsi James. James Olton, ma non ho mai scoperto la sua vera identità" Le parole della prima lettera di Effie sembravano rimbombare forte nella testa di Moon, mentre il suo cuore non accennava a voler rallentare i suoi battiti. Con gambe tremanti ritornò al computer.
"Mi sono imbattuto nel tuo profilo. Devo dire che sei molto bella" le scrisse. Moon, però, non capiva come James fosse finito fra i suoi amici di facebook. Lei non accettava mai persone che non conosceva, mai.
"Non fare come me, non cancellare nulla, non farti prendere dal panico, fai foto a qualsiasi cosa, Moon. Salva le prove e, specialmente, non stare zitta. Porta più testimoni dalla tua parte" Effie lo sapeva che un giorno James avrebbe provato a contattarla. Le sue parole scritte in quella lettera correvano veloci nella sua testa.
Con mani tremati, andò alla tastiera.
"Chi sei?" una domanda talmente banale, ma giusta, perché quando lei era andata alla ricerca dei vari James, il profilo di quel fake non le era comparso, e lui era iscritto dal 2009. L'anno in cui aveva iniziato a prendersela con Effie.
"Facebook non ha segreti. Sono James" quel sorrisino a fine frase le fece venire solo la pelle d'oca.
"Cosa vuoi da me?"
"Conoscerti, te l'ho detto. Mi sono pentito di averti detto tutte quelle cose l'ultima volta che ti ho chiamata, non volevo spaventarti. Vorrei conoscerti, sei molto bella"
Moon provava con scarsi risultati a ritornare lucida. Come poteva esserlo quando il pazzo che aveva indotto la sua migliore amica al suicidio le stava scrivendo. Stava tremando, era spaventata fino al midollo. Andò alla ricerca del suo telefono e scorrendo la rubrica andò alla ricerca del numero di Liam. Suonò due volte prima che lui le rispondesse.
-Usignolo!-
-Liam, ho bisogno di parlare con te. Incorniamoci al Wolf. Porta anche i ragazzi-
-Di che si tratta?- chiese preoccupato lui. Aveva notato che la voce della ragazza era tutto fuorché tranquilla.
-Ti spiego tutto appena ci incontriamo.-
-Okay, chiamo gli altri e ti raggiungiamo- Liam sapeva che era sciocco insistere al telefono.
-Grazie- disse Moon prima di riattaccare. Velocemente scrisse un messaggio anche alle ragazze di raggiungerla al bar. Prese il suo portatile e corse nello studio vuoto dei suoi genitori. Collegò il computer con la stampante. Facendo screen alla conversazione e al profilo di James, stampò tutto. Ritornò in camera, chiuse con uno scatto il portatile e lo buttò sul letto. Prese la borsa, mettendoci all'interno i fogli e le lettere di Effie. Indossò frettolosamente le scarpe, correndo giù per le scale.
-Moon, dove vai?- le chiese la madre uscendo dal salone, dove stava guardando la tv.
-Biblioteca, mi serve un libro- mentì sul momento.
-Va bene, ma non tardare. Per cena ti voglio a casa- Moon annuì.-Tornerò prima- la rassicurò.

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