Addio principessa

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Capitolo 22: Addio principessa
-Stai scherzando?- chiese Lewis guardando Liam, all'interno del salotto, in casa Foster. Liam scosse la testa frustrato, poggiando un gomito sulla spallina del divano e la fronte sulla mano.
-Che facciamo?- chiese Wendy.
-Prima di tutto non lasciamo sola Moon, mai!- disse Liam, ancora in quella posizione.
-Non potete fare una cose del genere, per sempre- rispose lei.
-Ma per ora, sì. È necessario, Moon- portò di scatto lo sguardo a lei. Era serio e la sua voce lo dimostrava alla perfezione.
-Quello è un pazzo. Sta perseguitando te solo perché eri la migliore amica di Effie. Nessun essere umano con un cervello lo farebbe- disse Eric. Era arrabbiato anche lui. Il non sapere chi fosse realmente James e sapere lei in pericolo, stava facendo preoccupare tutti.
-Ragazzi!- Moon attirò i loro sguardo su di se. -Non sapete quanto io possa apprezzare tutto questo, davvero- Ruth accanto a lei, prese la sua mano, stringendola forte. Moon le sorrise, un sorriso che lei ricambiò prima di abbracciarla.
-Dovete stare tranquilli, però. A differenza di Effie, lui non ha nulla contro di me.
-Non si tratta di avere o no qualcosa per riccattarti, Moon- disse tristemente Lewis.
-Le sue minacce parlano chiaro. Con te non farà come con Effie- continuò Liam con voce stanca.
-Questa volta, lui agirà di persona.-
Moon deglutì a quelle parole, mentre Liam la guardava sempre più preoccupato.
Con sorpresa di tutti, nonostante fossero passate solo due settimane, James non si fece più vivo. Com'era entrato, dagli amici di facebook di Moon, ne era uscito. Al cellulare non la cercava più. Era sparito, non lasciando nessuna traccia.
Questa notizia aveva rincuorato molti dei suoi amici, ma non Moon e Liam. Perché a entrambi sembrava la quiete prima di una tempesta. Liam aveva passato molteplici pomeriggi a casa di Moon, che gli aveva letto alcune parti delle lettere di Effie, quelle riguardanti James. Insieme, avevano provato a indagare, a trovare qualcosa per poter finire sulle tracce di James. Ma lui non aveva dato loro nulla di utile. Facendoli ritornare punto e a capo.
Seduti sul parquet della camera di Moon, Liam si lasciò andare ad un sospiro. Lei alzò lo sguardo dalla lettera di Effie, portandola a lui. Il viso del ragazzo era avvolto in quella maschera di preoccupazione da giorni.
-Stai tranquillo- provò a tirarlo su di morale.
-Dovrei essere io a dirti certe cose, ad aiutarti nel modo giusto e invece, guardarmi. Del tutto inutile- rispose lui portando una mano fra i capelli. La ragazza gli si avvicinò, portando una mano dietro la sua testa e poggiando la sua fronte su quella di lui.
-Non sei inutile. Guarda quanto stai facendo per aiutarmi, cosa hai fatto con il computer per trovare James.
Liam scosse la testa.
-Ehi, ehi. Guardarmi- gli disse andando alla ricerca dei suoi occhi nocciola. -Non ho queste lettere per nulla, non ho tutti voi che mi state aiutando per nulla. Andrà tutto per il meglio, io lo so. Non farmi crollare, credi con me- pregò. Liam avvicinò di più il suo viso a quello di Moon, facendo sfiorare i loro nasi, in un dolce bacio all'eschimese.
-Te lo prometto, su quanto è vero che ti amo, che non gli permetterò di farti del male.-
Moon gli sorrise. -Ti amo- disse, facendo sì che su quelle labbra, da giorni serie, comparisse un vero sorriso, da mozzare il fiato. Moon portò direttamente le sue labbra su quelle di lui, che l'accolsero felici, ricambiando con trasporto.

Uscire di sabato sera per studiare non era proprio il massimo, ma Moon aveva veramente bisogno di una "A" nella prossima verifica, o la sua media trimestrale si sarebbe rovinata.
Era rimasta fino alle sette all'interno della biblioteca e preso qualcosa da mangiare, data la fame, aveva deciso di raggiungere la fermata del bus, pronta a godersi una serata dedicata ai film con la sua famiglia.
Era diretta verso la fermata, con passo spedito, quando vide davanti a lei un ragazzo familiare. Lui le sorrise alzando la mano per salutarla e farsi notare.
-Ryan, ciao- lo salutò sorridente quando lui si avvicinò.
-Ciao, Moon. È da tanto che non ci vediamo, come stai?- chiese lui.
-Bene, tu?- chiese a sua volta, guardandolo.
-Me la cavo. Sai, con la scuola iniziata- disse.
-Ti capisco, è un vero trauma dopo le vacanze.
Ryan rise -Esatto!- i suoi occhi azzurri si specchiarono in quelli grigi di lei -Ti va di andare a prendere qualcosa da bere? È veramente troppo che non ci vediamo.
-Ecco, non saprei. A breve, ho il coprifuoco- ammise dispiaciuta.
-Ho la macchina, ti riaccompagno io. Avanti, nulla di alcolico, prometto- si portò una mano sul collo facendo spuntare un sorriso divertito a Moon.
-Non importa, chiamerò mio padre. Dai, andiamo- accettò. Il sorriso di Ryan si gelò per un breve attimo, prima che parlasse.
-Di qua, c'è un bar veramente fantastico. Vieni- le fece cenno di seguirlo.
Camminarono per pochi minuti, parlando di chi avesse i professori più strani. Ryan sembrava batterla con la sua professoressa di trigonometria. La donna si fermava a parlare con ogni animale che vedeva.
D'un tratto, Ryan si fermò di scatto, davanti a un vicolo buio. Moon portò lo sguardo a lui.
-Che c'è, non ti ricordi la strada?
Il ragazzo abbassò lo sguardo al suolo, diventando improvvisamente triste.
-Perdonami- le disse.
Moon corrugò le sopracciglia -Ryan, non c'è problema se non ti ricordi. Potremmo fare anche un'altra sera- disse sorridendogli fiduciosa. Lui scosse la testa, mentre stringeva i pugni.
-Mi dispiace così tanto, ma non avevo altra scelta.
Il cuore di Moon prese a battere frenetico dentro al petto, come se avvertisse un segnale di pericolo. Non ebbe nemmeno il tempo di chiedere o di aprire bocca, che un'altra voce la precedette.
-Bravo, fratellino. Vedo che l'hai portata- Max uscì dall'oscurità di quel vicolo, sorridendo beffardo.
-Moon mosse un passo indietro, con gambe tremanti, scontrandosi con qualcuno dietro di se. Non appena si voltò, vide uno degli amici di Max ghignare.
-Ciao, bambolina- disse bloccandola per le braccia e spingendola verso il vicolo.
-No- fu quasi un urlo, che venne tappato dallo stesso ragazzo che la teneva.
-Fai la brava, non peggiorare la tua situazione- le sussurrò all'orecchio. Moon non capiva cosa intendesse e specialmente cosa volessero da lei. Erano mesi che non li vedeva e ora loro spuntavano dal nulla prendendosela con lei. Moon provò a divincolarsi ma, come risposta, ottenne solo una spinta violenta, che la fece atterrare sull'asfalto sporco di quel vicolo buio. La ragazza sentì le mani, con le quali aveva cercato di attutire la caduta, dolerle.
Delle mani la presero per la giacca, voltandola. Lo sguardo di Max era su di lei.
-Cosa vuoi da me?- gli chiese con voce ferma, nonostante dentro stesse morendo di paura.
-Tante, troppe cose, principessa. Ma quella per la quale sto agognando da tempo, è vendetta-
Moon cercò di sottrarsi dalla sua presa.
-E non mi sfuggirai- Max la colpì in pieno viso, facendoglielo voltare verso destra. Ciò le fece male, diamine se le fece male. Si morse il labbro inferiore per non urlare.
-Max, no!- urlò Ryan. Moon sentì i suoi passi veloci, raggiungerla. Provò a toglierle il fratello di dosso, inutilmente. Esattamente come con Moon, Max lo colpì.
-Non ti azzardare ad intrometterti.-gli urlò.
-Avevi detto che non le avresti fatto del male. Che ti serviva solo per attirare Liam- Ryan tossì prima di parlare.
-Sei un povero ingenuo, Ryan -il tono di Max fu gentile ma tagliente allo stesso tempo. -Peter, Greg. Sistematelo.-
Moon sgranò gli occhi non riuscendo a credere al fatto che Max avesse detto ai suoi amici di prendersela con suo fratello. Ryan provò a muovere un passo indietro, preso dalla paura e dall'incredulità.
-Max, ma...- iniziò Greg.
-Ho detto, sistematelo- urlò Max. Quel suo urlò fece venire i brividi e la pelle d'oca a Moon che, presa dall'adrenalina, si alzò, provando a scappare e chiamare aiuto. Ma Max la prese per la giacca, tirandola indietro e facendola sbattere per terra. Questa volta urlò, quando sentì l'impatto con il suolo.
-Non così in fretta, stronzetta. Non ho ancora finito con te- la prese per la maglietta, alzandola quel tanto, per poterla colpire nuovamente sul viso e poi sullo stomaco. Le lacrime di dolore, oramai erano incontrollate sul volto di Moon.
Max la lasciò, facendola cadere per terra. Lei si raggomitolò su se stessa, stringendosi lo stomaco con le braccia. Il viso le doleva, sentiva persino il sapore del sangue in bocca, segno che il labbro si era spaccato. Le lacrime mute erano il simbolo di quanto dolore stesse provando. Sentiva altri colpi e dei versi da parte di Ryan, dato che li avevano tappato la bocca mentre lo picchiavano.
Max girò intorno a Moon, prima di abbassarsi alla sua stessa altezza.
-No, non è divertente così. Ho bisogno di pubblico- esclamò. Le sue mani furono sulle spalle di Moon, mentre la alzava e, con violenza, la faceva sbattere con le spalle al muro, facendole dolere ancora di più la schiena. Tenendola bloccata con un braccio, con l'altro andò a tastare le sue tasche.
-Lasciami- urlò. Non appena Max trovò il cellulare, colpì il viso della ragazza con uno schiaffo.
-Urla un'altra volta e ti giuro, principessa, che ti sfiguro ancora di più.
Il ragazzo sbloccò il telefono iniziando a maneggiarci. -Chissà quanto sarà felice Prince, di sentirmi- ghignò malefico. Moon sgranò gli occhi, sapendo che Liam avrebbe dato di matto. Sarebbe corso lì e Max l'avrebbe letteralmente ammazzato, perché non era solo. Nuove lacrime iniziarono a rigarle il viso, quando finirono sulle dita di Max, lui la guardò e le sorrise.
-Non piangere, presto lui sarà qui- si portò il telefono all'orecchio. Moon scosse la testa, sperando con tutta se stessa che Liam non avesse il telefono con se, che non rispondesse. Le sue speranze furono vane. Lo sguardo di Max s'illuminò, non appena Liam rispose.
-Sbagliato. Ritenta- si divertiva. Ci fu un breve attimo di silenzio -Su, su, quanta aggressività. Stai tranquillo, il tuo usignolo è qui, fra le mie mani. Del tutto ferita e sporca di sangue ma, tranquillo...respira.-
Moon riuscì a sentire un urlò, Liam era furioso e ciò la devastò.
-Che ne dici di venire qui a prenderla. Siamo tra il Wolf e il Grange. Anche lei non vede l'ora di vederti, vero, principessa?- le chiese ironico Max. Moon mosse la testa, riuscendo a liberarsi dalla sua mano, che l'aveva bloccata.
-Non farlo! Non venire!- urlò. Uno schiaffo, dato con un rovescio da parte di Max, la fece urlare dal dolore. Facendola finire nuovamente per terra.
-Ti aspetto, Prince. Corri, prima che sia troppo tardi per la tua ragazza- disse Max. Moon si voltò giusto il tempo di vedere che lasciava la presa sul suo telefono, facendolo cadere per terra e calpestandolo diverse volte.
-Ora, ti sistemo come si deve- disse guardando Moon.

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