Reck ascoltò le grida di giubilo del suo esercito. Dopo anni di addestramento ed esperienze sul campo, l'imperatore gli aveva finalmente concesso di condurre l'esercito alla vittoria. E in effetti aveva vinto. Chi l'avrebbe mai creduto? Reck Dren, un ventiseienne che guida un'armata alla volta della conquista di Cosanama, il baluardo degli Aelfar Glauco situato più a occidente. Reck Dren, un giovane che riesce a sbaragliare le difese elfiche e a minimizzare le perdite. Se si ricordava bene, nemmeno suo padre era mai riuscito a ottenere un successo così schiacciante sul Regno di Siverden.
Puntò la sua fidata spada alla gola del governatore della contea di Cosanama. Le pupille minuscole, affogate dal mare luminescente che avevano attorno, si diressero su Reck, che ci lesse una tacita implorazione. L'elfo stava facendo appello a una pietà che Reck non aveva mai posseduto.
«Prego la sua bontà, ho una figlia» disse il governatore parlando in Aruan.
I capelli lunghi, di un grigio brillante, gli ricadevano fin sotto le spalle. Da inginocchiato, la veste turchese toccava abbondantemente la pavimentazione lucida e rifinita. Lo stava supplicando nel modo tipico degli elfi: il pugno sinistro congiunto al palmo destro, e il mento adagiato sulle dita. Doveva essere un tipo disciplinato e dal temperamento pacifico. Nella voce non aveva quel tono peculiare di un governatore, pronto a patteggiare a qualsiasi costo e, nel caso, ad affrontare la morte.
«E allora?» controbatté Reck. «Questo cosa mi dovrebbe importare?»
«Non può uccidermi. Sono l'unica famiglia che le rimane.»
Reck ritrasse l'arma e la rinfoderò. Iniziò a vagare per il grande ufficio dell'essere. Sulle pareti, così pulite quasi da riflettere le immagini delle persone lì dentro, erano appese opere che ritraevano scene quotidiane d'allegria. In quel momento gli fecero riconsiderare le sue intenzioni. Ma fu qualcosa di passeggero. Reck non aveva paura di sporcarle con del sangue.
«E dimmi, vecchio» fece Reck, «perché dovrei risparmiarti e farti tornare dalla tua bambina?» Gli si avvicinò e gli prese il mento fra le mani. «Dammi un buon motivo, oppure giuro su Envainar che ti spedisco nel suo regno seduta stante.»
«Vedo nell'azzurro dei tuoi occhi una bontà sopita. Prego essa affinché mi ascolti e non dia retta agli ordini ricevuti.»
Reck deglutì. «Io non ricevo ordini!» sbraitò. «Vecchio, non sollazzarti con il mostro, oppure manterrò fede al giuramento fatto poco fa.»
L'elfo respirò, poi serrò le labbra.
«Signore, si calmi» disse uno dei subordinati di Reck, lì accanto per accertarsi che al governatore non venissero strane idee in mente.
«Non dirmi cosa fare, soldato. Sono padrone di me stesso e faccio quello che voglio. Otterremo le informazioni da qualcun altro.» Reck sfoderò la spada e guardò l'elfo. «Ti sei rivolto a qualcosa che in me non esiste.»
Ebbe un ripensamento, che sparì in un istante. Lo trafisse. La spada lo trapassò facilmente e il sangue bagnò presto la veste turchese. Il corpo del governatore cadde in avanti. Poi Reck tolse con un panno il rosso dalla lama e la ripose nel fodero. Infine distolse lo sguardo e, lanciando il panno a terra, disse: «Pulite, se il sangue ha imbrattato il pavimento. Poi mettete a posto tutto. Domani qui dentro ci verranno mio padre e l'imperatore Brenin.»
I guerrieri annuirono; smorfie schifate sui loro visi.
Reck uscì. Percorse i corridoi di quello che appena il giorno prima era stato il posto più influente di Cosanama. E ora cos'era? Una congerie di sangue, cadaveri e qualche statua in marmo. I suoi soldati avevano oltrepassato il confine da non superare durante una battaglia. Si uccide la popolazione solo se costituisce un pericolo, è inutile farlo sennò. Anzi, così facendo avevano persino tolto dei potenziali schiavi ai proprietari terrieri. Ultimamente ne richiedevano sempre di più e andavano pazzi per le femmine elfiche, così belle e sensuali da infiammare di passione persino l'uomo con l'animo più effeminato di Flesra. Lui conosceva bene le loro doti e la loro bellezza: da quando il padre gli aveva portato quella stupenda serva da Hesandie, aveva passato notti così calorose quasi da avere una febbre perenne.
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Dark Dawn
FantasyAlba Nera - Primo volume dei "Tales From Flesra". I Siyew lo hanno sentito. I loro cavalieri volevano prevenirlo. Ma hanno fallito. Jake è morto, Akkra pure, Dominick anche; gli altri si sono sparsi per il mondo. Ma hanno l...