Visione
Raccontato da: Thial e Violet.
Il freddo la aggredì in un istante, appena andò a dormire. Un momento prima si trovava sul suo letto, sotto alle pesanti coperte decorate con gli arabeschi reali, e ora era in balìa di una tempesta. Era su una zattera dal legno umido, quasi completamente spoglia; aveva solo un palo al centro. Ma nient'altro. Nulla per governarla. Nulla per impedire che la sua sorte fosse affidata del tutto al destino. Sopra di lei, il cielo temporalesco tuonava la sua ira. Sulla sconfinata superficie d'acqua che la circondava, le creste ondose orlate di schiuma si innalzavano minacciose, facendo ondeggiare la zattera.
Era vestita come se stesse ancora dormendo: l'abitino da sera, di uno splendore argenteo, si stava bagnando, colpito dagli schizzi dei flutti che si frangevano contro i tronchi legati assieme. E nello stesso attimo il vento le ghiacciava le membra come un soffio che aveva attraversato paesaggi congelati, sepolti dalla neve, devastati dal gelo. E la sentiva, l'eredità di questo paese gelato; la sentiva incunearsi all'interno del suo corpo e penetrarle le ossa.
Si strinse nelle spalle, mentre un'altra miriade di gocce le raggiungeva il viso, che ora percepiva rigato dalle lacrime. La zattera sobbalzò e Thial perse l'equilibrio, andando a sbattere con la testa. Poco dopo si alzò. Si massaggiò il capo, e intanto non riusciva a smettere di piangere. Notando che non sarebbe riuscita a rimanere in piedi per ancora molto tempo, decise di aggrapparsi al palo centrale, che le fornì una languida salvezza.
Cosa stava succedendo? Perché era lì e non nella sua camera, nel suo caldo rifugio dove aveva tentato di allontanare il dolore di quegli ultimi giorni?
Un'onda altissima si elevò abbastanza da sommergere l'intera chiatta, e per un attimo Thial credette di star per morire. E forse lo voleva veramente. Lo spettro glielo aveva detto, pensò. Glielo aveva fatto desiderare, e ora stava accadendo. Forse era proprio quello che era giusto capitasse. Oppure no. Infatti, dopo che l'onda si fu abbattuta su di lei, Thial - e ciò che le permetteva di non affrontare la burrasca a nuoto - riemerse, tossendo. Era viva. Sentiva i capelli fradici aderenti al volto.
All'incontrollabile rabbia di quell'oceano si aggiunse anche la potenza rovente del fuoco. Quest'ultima si manifestò in alcune fiammate che affiorarono dall'acqua come ruggiti di mostri marini che accerchiavano il suo galleggiante. La prima fu così vicina che a Thial, che abbracciava il palo, venne l'idea di lasciarlo per mettersi in una posizione più sicura, ignorando che senza quel sostegno sarebbe probabilmente caduta in mare. Tolse una mano, mentre l'ambiente si surriscaldava e il freddo precedente si volatilizzava, ma appena capì che ci sarebbe voluto poco per finire fuori dalla zattera, la rimise come la teneva prima.
Era nell'Esephymir? Chissà. Dopotutto nessuno conosceva l'aspetto del regno dei condannati alla dannazione eterna e quello poteva benissimo esserlo. Forse questo stava a significare che non sarebbe morta. Se si trovava veramente laggiù, doveva già esserlo. Eppure le lingue infuocate che si estendevano verso l'alto e facevano piombare quel posto in un inferno incandescente la spaventavano a tal punto da non farla muovere. Era immobilizzata, e tremava, e l'alternarsi di folate gelide e vampate roventi le faceva girare la testa. Le uscì del sangue dal naso.
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Dark Dawn
FantasyAlba Nera - Primo volume dei "Tales From Flesra". I Siyew lo hanno sentito. I loro cavalieri volevano prevenirlo. Ma hanno fallito. Jake è morto, Akkra pure, Dominick anche; gli altri si sono sparsi per il mondo. Ma hanno l...