Risate. Risate a non finire. Prima fanciullesche. Poi demoniache. Come pugnali infilati nelle orecchie, che sanguinano, e non smettono, e sembrano sgretolarsi alla stregua di una zolla di terra. Fu questo che sentì Reck mentre il buio invadeva il suo mondo. Rintocchi di campane che riecheggiavano facendo pulsare di dolore il suo cuore. Soffici piume che scendevano nella loro leggiadra danza e si trasformavano in lente armi abrasive, che percorrevano il suo corpo invisibile facendolo soffrire immensamente. Qualcuno stava artigliando la sua carne. Come se lo stessero divorando vivo. Eppure lui non si vedeva. Non vedeva nulla attorno a sé.
«Combatti» fu il sussurro che si disperse nell'aria. «Non lasciare che il Flesra vinca. Tu puoi contenerlo, lo so.»
Era una voce maschile. Aveva un tono aggraziato, più adatto a una donna che a un uomo. Giovanile. Come quella di un giovane che tarda a divenire adulto. Lo stava confortando. Lo stava supportando. E forse, anche se non lo avrebbe mai ammesso, era ciò di cui Reck aveva bisogno. Necessitava un aiuto, qualcosa che lo spingesse a proseguire. Dopo la morte di Nimniail, quella di suo padre e quell'oceano di nero che lo aveva sommerso, di ragioni per continuare a vivere, ce n'erano poche. Forse, come ogni essere umano, voleva soltanto qualcuno che credesse in lui. Non lo volle confessare neanche a se stesso, ma aveva capito che era proprio ciò che gli serviva.
Si ribellò alla forza che lo tratteneva. Sembrava una sostanza oleosa e appiccicosa, induritasi tanto da poter intrappolare anche il più grosso dei Tyrwol. Reck tirò, lo fece con tutta l'energia che aveva in corpo. Non ebbe successo. Provò ancora. Lo stesso risultato. Tentò finché non percepì la sofferenza pervadergli le membra. Non vedeva nulla, udiva solo questo mormorio di incitamento che lo induceva a seguitare.
A un certo punto dovette urlare per sopportare lo sforzo. E si sentì, e questo gli infuse una tenacia senza pari. Devo vivere, si disse. Devo farlo per coloro che mi hanno amato. Non devo deluderli. Loro non vorrebbero che morissi tanto stupidamente. Io non posso lasciare Flesra così stupidamente. Spinse ancora e sentì i muscoli lacerarsi. Eppure continuò.
«Ci sei quasi!», la voce giunse più forte di prima. «Stai per risvegliarti!»
Reck lo sapeva. Per questo le sue urla crebbero d'intensità accompagnate dal tremore delle braccia, che si contraevano sempre di più nello strappare quell'oscura materia che lo immobilizzava. Comparve della luce. Piccoli chiarori che punteggiarono le tenebre che lo sovrastavano. Divennero numerosi. Alcuni vennero inglobati da altri, formando buchi più ampi, e in essi spuntarono dei grandi occhi che lo osservavano. Iridi azzurrine, così impersonali ma anche così rilassanti, giganteschi laghi in cui tuffarsi e riposarsi, riprendersi dopo le intemperie.
Reck diede l'ultima strattonata e sentì qualcosa spezzarsi. Non era il suo corpo stremato, non era la sua anima corrotta. Era quello che stava cercando di rompere. E ci era riuscito.
Uno straordinario calore lo investì e si tirò su col busto. Era in una abitazione, sopra un letto sfatto. Alla sua sinistra aveva un caminetto che scoppiettava, mentre alla sua destra c'era una persona. Probabilmente era lo stesso che lo aveva esortato a combattere e gli aveva dato quel motivo mancante per opporsi alle avversità. Lo guardò. Le stesse iridi che lo avevano fissato spiccavano su un viso pallido con qualche lentiggine, incorniciato da capelli ramati che parevano essere disposti a caso. Era un ragazzo. Vent'anni circa, forse uno in più o in meno.
«Sì! Ce l'ha fatta! Lynn, ce l'ha fatta! Lynn! Lynn!»
Senza aspettare oltre, si alzò dallo sgabello su cui era seduto e corse in un'altra stanza, lasciando la porta socchiusa. Reck esaminò l'ambiente circostante. Le pareti erano di mattoni. Di mobili ce n'erano pochi: un tavolo, alcune sedie, il letto su cui era lui. C'era una specie di contenitore di un materiale insolito, con del legname all'interno, probabilmente per cucinare i pasti.
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Dark Dawn
FantasyAlba Nera - Primo volume dei "Tales From Flesra". I Siyew lo hanno sentito. I loro cavalieri volevano prevenirlo. Ma hanno fallito. Jake è morto, Akkra pure, Dominick anche; gli altri si sono sparsi per il mondo. Ma hanno l...