Cordoglio
Raccontato da: Reck.
Reck si inginocchiò e fece aderire la fronte al terreno; le piccole pietre che gli graffiavano la pelle. Piangeva. Non poteva credere che lui fosse capace di piangere. Prese una manciata di terriccio, la strinse con energia nella mano rovinata dal combattimento e la gettò nel fiume. Allora urlò. Solo dopo averlo fatto considerò che nelle vicinanze avrebbero potuto esserci altri soldati di Brenin e che, attirati da quel grido disumano, sarebbero sopraggiunti. Ma non gli importava. La sofferenza era troppo grande, metteva in ombra qualsiasi altra cosa. Era come se Reck sapesse di star vivendo ma non ne fosse del tutto cosciente. Capiva che la morte avrebbe potuto raggiungerlo in qualsiasi momento, però non gli interessava; anzi, forse la desiderava persino.
Guardò i due corpi senza vita, entrambi alla sua sinistra. Lasciò per un attimo Nimniail e andò da suo padre. Aveva l'addome sporco di sangue; la ferita si intravedeva appena sotto l'armatura che indossava. La spada che gliel'aveva inferta doveva essere molto affilata. Sebbene pesasse abbastanza, lo prese in braccio e lo portò fino alla riva. Quando lo mise a terra, fece sfuggire un respiro di liberazione. Poi si recò nuovamente da Nimniail. Lei aveva la gola recisa; l'immagine di Brenin che, in un gesto involontario, le passava la lama sul collo era ancora nitida nella mente di Reck. Volle fare con lei la stessa cosa che aveva fatto con suo padre. Ma si fermò. Le fissò le labbra e decise di darle l'ultimo saluto. Gliele pulì dal sangue e ci impresse un bacio. Allora la prese fra le braccia e la portò accanto a suo padre.
Si inoltrò nel bosco e scovò gli alberi con i rami più grossi, quelli che avrebbero potuto essere tronchi. Trascorse molto tempo prima che fosse riuscito a tagliare tutti quelli che gli servivano. Quindi tornò alla tenda e usò la maggior parte della fune che aveva appresso per costruire una piccola zattera. Era appena sufficiente a tenere i due cadaveri, che Reck ci mise subito sopra. Ora erano pronti per intraprendere l'ultimo, magnifico viaggio della loro vita.
Suo padre aveva lo stesso sguardo severo che aveva avuto durante ogni giorno della sua esistenza, eppure aveva l'accenno di un sorriso, come se se ne fosse andato sapendo qualcosa di incredibile, qualcosa che avrebbe potuto alleviare la condanna eterna che avrebbe ricevuto. Sì, perché Reck era conscio che suo padre non era stato un uomo virtuoso e buono e che, anzi, forse la parola bontà non la conosceva neppure; ma sperava che almeno quell'ultimo pensiero che lo aveva attraversato avesse reso la sua pena meno difficile da sopportare. Sempre se avesse dovuto sopportare qualcosa. Se fosse semplicemente sparito, non avrebbe provato più niente. Reck sapeva, però, che quell'idea poteva rassicurarlo solo sul destino del padre. Non avrebbe mai accettato che Nimniail fosse scomparsa. Gli era impossibile pensare che lei non esistesse più in alcuna forma.
Avrebbe dovuto ascoltare gli avvertimenti di Jake, pensò. Oppure lui avrebbe dovuto dirgli più chiaramente cosa sarebbe successo se non fosse scappato subito. In un modo o nell'altro, qualcuno aveva sbagliato, e ora il cuore a soffrire era il suo, e soffriva come non mai.
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Dark Dawn
FantasyAlba Nera - Primo volume dei "Tales From Flesra". I Siyew lo hanno sentito. I loro cavalieri volevano prevenirlo. Ma hanno fallito. Jake è morto, Akkra pure, Dominick anche; gli altri si sono sparsi per il mondo. Ma hanno l...