Heart

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Capitolo diciassette - Heart

"Non esiste il giorno perfetto.
Esistono attimi, dove basta un semplice gesto
per renderlo indimenticabile" -Heaven6661

Vedere cinque ragazzi enormi, che so essere angeli e demoni, con gli occhi che luccicano e con in mano decine di scatoloni stracolmi di addobbi natalizi è decisamente esilarante. Da quando siamo usciti dal garage non fanno altro che andare su e giu per tutta la casa, ognuno con due scatoloni diversi e, sicuramente, Zacky e Johnny sono quelli che danno più in escandescenze, non appena si erano resi conto che siamo alla sera del venti dicembre hanno davvero iniziato a dare di matto, hanno costretto anche Jimmy e Brian a partecipare nell'addobbare la casa e questi, dopo aver mugugnato e cercato di scappare più volte di casa, si sono arresi alle loro preghiere e li hanno accontentati.
"Angel, tieni questo, quei due imbranati si sono dimenticati che non abbiamo un albero di Natale", mi dice Matt ridacchiando e porgendomi uno scatolone con delle decorazioni da attaccare al camino del salotto.
"Ma, dove vai? I negozi sono tutti chiusi a quest'ora"
"Ne prenderò uno vero, dov'è il problema?".
E sorridendo si infila la giacca per poi uscire di casa, mi volto osservando lo scatolone che ho tra le braccia e mi ricordo di una cosa, banale ma che è impressa molto, molto, bene nella mia mente.

"Mamma, mamma, ma perchè noi non facciamo l'albero di Natale come tutte le altre famiglie?"
"Oh, Angel, come potremmo farlo? Non vedi che io e papà siamo molto impegnati. E poi, ad una bambina come te non dovrebbero importare certe sciocchezze"
"Ma a scuola la maestra ci ha detto che poi dovremo fare un cartellone con le foto dei nostri alberi"
"Tu non lo farai, non vedo il grande dilemma, e per concludere non credo tu sia una bambina che se lo merita"
"Ma...che cosa ho fatto di male?"
"Ci interrompi dal nostro lavoro per queste stupidaggini, direi che può bastare"
"Ma io..."
"Vai in camera tua, Angel. E stasera niente cena"
"Volevo solo passare una serata felice, con voi, perchè non posso?"
"Ti ho detto di filare in camera tua! Non vorrai farmi arrabbiare, vero!?"

Per una bambina di sei anni non è esattamente il massimo avere dei genitori così, mi rendo conto che pensarci ora è quasi un problema che non dovrebbe più toccarmi, però non posso fare a meno di pensare a quanto i miei genitori mi abbiano odiato e negato la loro presenza fin da piccola.
Sospiro scacciando quel ricordo e mi avvicino al camino acceso che emana un gran calore in tutta la casa, mi soffermo un po' a guardare il fuoco dopo aver posato a terra lo scatolone, ho sempre amato fissare le fiamme che danzano e sono in grado di stregarti, ho sempre desiderato crearmi una famiglia, anche se non sembra, una famiglia che ho sempre immaginato molto diversa da quella che ho avuto...
"Meraviglioso, vero?", sussulto sentendo la voce di James alle mie spalle, mi volto e lo vedo sorridere per metà mentre tra le mani ha delle decorazioni particolari.
"Si, lo è", recupero dal mio scatolone delle candele rosse e bianche di media grandezza e le poggio sul ripiano del camino, mentre subito dopo prendo anche dei pungitopo, che metto vicino alle candele.
"Sei silenziosa, qualcosa non va?"
"Deve necessariamente esserci qualcosa che non va?"
"Non ti hanno insegnato che non si risponde a una domanda, con una domanda?"
"Mi hanno insegnato molte cose, peccato siano state tutte sbagliate"
"Come vuoi, ora rispondi alla mia domanda?", mi chiede sorridendo come un bambino, alzo lo sguardo incrociando quegli occhi cristallini dove ora posso vedere riflesse le fiamme del fuoco acceso, sospiro e decido di accontentarlo.
"Stavo pensando che, da piccola, non ho mai fatto tutto questo", dico negando debolmente con la testa e facendo un gesto con la mano per indicare tutto il salotto che piano piano e sotto gli schiamazzi e le urla dei ragazzi sta prendendo forma.
"Non ho mai festeggiato un bel Natale, non credo nemmeno di sapere cosa sia per davvero...vivevo con quella che non può proprio esser definita 'una bella famiglia', non so se mi spiego...", incrocio le braccia stringendole al petto e voltandomi di nuovo verso il camino con lo sguardo basso.
"Sai, più o meno siamo sulla stessa barca, nemmeno io ho mai avuto una vera famiglia"
"Per favore, tu hai avuto loro", indico Zacky e Johnny che stanno legando Brian come un salame con delle decorazioni color oro mentre quest'ultimo li minaccia, "Sono sempre stati con te, io non ho mai avuto nessuno...almeno, non in questa vita, e ancora mi viene difficile credere che in realtà vi conosco da sempre".
"Angel, il calore che ti possono dare un padre e una madre non lo si trova negli amici, adoro quei ragazzi non per niente sono i miei migliori amici, ma nemmeno io ho mai ricevuto una forma d'affetto che solo un genitore può dare", ammette cercando il mio sguardo.
"Jimmy...posso farti una domanda?", chiedo al ragazzo mentre si sta sedendo a gambe incrociate sul pavimento.
"Dimmi"
"Cosa si prova ad avere degli amici?"
Riconosco che sia una domanda insolita, ma è una cosa che mi sono sempre chiesta e per quanto questi ragazzi mi facciano sentire 'a casa' non so se posso riconoscerli come veri amici, insomma, sono l'ultima arrivata e praticamente loro sanno tutto di me mentre io non so praticamente nulla di loro, apparte qualche aneddoto della loro vita. Per essere davvero amici ognuno dovrebbe conoscersi anche meglio di se stesso.
"E'...è una sensazione fantastica, ci sono tante emozioni per descrivere quello che provo ogni giorno con quei quattro pazzi", sorride in modo spontaneo mentre parla e posso capire che le sue parole sono la pura verità, "Ci siamo conosciuti secoli fa, eppure ancora adesso è come se non ci conoscessimo, ogni giorno ognuno di noi cambia, per certi versi in meglio e per altri in peggio, non nego che le litigate non siano mai avvenute, più volte ci siamo scontrati per cose che a pensarci ora risultano solo molto banali e stupide, il nervoso poteva durare per giorni ma puntualmente si faceva pace, non potremmo mai rovinare quello che abbiamo creato per motivi futili. Sono cresciuto con loro e intendo morirci, sono la mia vera famiglia, sono tutto quello che di più caro mi appartiene ancora, per loro farei qualsiasi cosa, morirei per loro."
Rimango a bocca aperta a queste parole e non posso far altro che annuire e sedermi vicino a lui, porto un ginocchio sotto il mento e la gamba sinistra la lascio semi piegata.
"Sono delle parole bellissime, dev'essere davvero bello, avere degli amici intendo"
"Ora li hai anche tu, sbaglio?"
Mi giro stupita verso James e lo vedo con un sorriso stampato in viso che tradisce le parole da persona seria che si è mostrata poco fa, il sorriso di una persona che sa quello che vuole.
"Sono davvero...vostra amica", domando più a me stessa che a lui.
"Certo che si, avevi dubbi?"
"No...si...forse, è ...è strano..."
"Almeno è una bella sensazione?"
"Sì, si lo è"
Il sorriso si allarga e senza pensarci troppo mi avvolge un braccio intorno alle spalle tirandomi contro di se per abbracciarmi, ne rimango completamente sorpresa e dopo un momento di panico decido di lasciare la testa sulla sua spalla. Forse dovrei lasciarmi andare un po' di più, dovrei smettere di avere paura di loro, ma soprattutto di lui, sono ragazzi in gamba che hanno un modo tutto loro di vivere la vita, la affrontano con il sorriso qualunque cosa succeda, sanno di poter sempre contare sulla loro amicizia. Sì, forse quel calore che tanto attendevo di provare sta iniziando a farsi strada nel mio cuore, spero solo di non sbagliarmi.
"Angel..."
"Mh?"
"Non ho mai voluto far del male alle persone che amo"
"Perchè mi dici questo?"
"Non importa ora", mi stringe di più a lui mettendo una guancia sulla mia testa e sospirando tranquillo, senza pensarci passo il braccio destro intorno al mio corpo per poter arrivare alla sua mano sinistra che ora mi stringe un fianco, accarezzo a punta delle dita il dorso della sua mano sentendo le vene sotto i polpastrelli, subito dopo incrocio le dita con le sue che mi stringe la mano.
A rovinare questo momento di pace è un 'click' che ci arriva alle spalle, ci voltiamo separandoci immediatamente e vediamo i ragazzi, insieme anche a Matt che è tornato, sorridere mentre Zacky regge in mano una macchina fotografica.
"Siete davvero dolci, sapete?"
"Vengeance, dolce lo dici a Johnny, io sono tutt'altro", borbotta Jimmy alzandosi in piedi per raggiungere i quattro.
"Questa va incorniciata"
"Fammi vedere Matt", Brian prende in mano la fotografia che è stata appena elaborata e la studia, un mezzo sorriso gli spunta sul volto.
"Direi che è davvero molto bella, amico"
"Avanti fammi vedere anche a me", Jimmy prova a prendere la foto ma Brian la passa con attenzione ma con altrettanta velocità a Zacky, che subito dopo fa il giro del divano per sfuggire alle braccia di Rev che inizia a inseguirlo.
"Stronzo se ti prendo ti sventro Vee!"
"Prendi Johnny!"
Sotto le risate generali Zacky passa la foto a Johnny che si ritrova un secondo spaesato, il suo sguardo si punta sulla fotografia tra le sue mani, poi alza gli occhi e vede Jimmy a pochi metri da lui con lo sguardo fisso e quasi maligno, la scena è ancora più esilarante dato di fatto che Johnny è si e no la metà di James.
"Scappa Christ! Scappa!", gli urliamo io e Matt e lui come risvegliato dal sonno batte le palpebre un paio di volte e poi inizia a correre fino ad uscire dal salotto, al suo seguito James che inizia a correre come un pazzo urlando parole e insulti a caso al povero Johnny, continuo a ridere come una matta arrivando quasi alle lacrime, mentre invece Zacky e Brian si sorreggono l'un l'altro mentre continuano a ridere e Matt è letteralmente spalmato sul pavimento mentre si tiene la pancia con entrambe le mani, vediamo Johnny ritornare in salotto e nascondersi in modo perfetto dietro l'ultimo divano della sala che è proprio davanti alla finestra, subito dopo arriva anche Jimmy, si blocca e fissa ogni angolo del salotto con gli occhi quasi dovesse dar fuoco a tutto.
"Brutto nano dove sei?!"
La risposta ovviamente non arriva mentre io e i ragazzi cerchiamo di stare il più seri possibile.
"Avanti, piccolo, vieni fuori, giuro che non ti torcerò un capello", prova questa volta in tono canzonatorio, Brian trattiene a stento le risate.
"Conto fino a tre Johnny...", fa due passi fino ad arrivare al centro della sala, "Uno...", quegli occhi inquisitori sembrano aver puntato proprio il divano dietro al quale è nascosto Johnny, "Due...", socchiude appena gli occhi, seguo il suo sguardo e noto che sta fissando la punta della scarpa di Christ che si vede appena, un ghigno gli si dipinge sul viso, "Tre!", salta sopra al divano facendo urlare Johnny e gli prende di mano la foto ridendo soddisfatto.
"Ah fanculo, non potete farmi questo!", urlacchia Johnny rivolto a Matt e Zacky.
"Smettila Johnnino, o stanotte verrò a far visita alla tua amata cresta", ghigna ancora Jimmy per poi fissare la foto.
Sorride.
Semplicemente sorride, mi ci avvicino curiosa e mi metto in punta di piedi per riuscire a vederla e lui subito me la mostra.
E' una foto semplice, ci sono le nostre sagome nere e davanti a noi il camino acceso, si intravede bene il braccio di Jimmy che mi cinge la schiena e si vedono le nostre mani strette sul mio fianco sinistro, accanto a me c'è lo scatolone con delle decorazioni che spuntano. Sorrido senza rendermene conto e punto lo sguardo su di lui, senza dire nulla lo abbraccio sussurrandogli un 'grazie' all'orecchio in modo che lui, e soltanto lui, lo possa sentire.


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