Gone with the sin

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Capitolo quindici - Gone with the sin

"Io adoro la disperazione nei tuoi occhi.
Io venero le tue labbra, una volta rosse come il vino.
E bramo il tuo profumo che mi manda brividi lungo la schiena.
E io amo solamente il modo in cui stai scappando dalla tua vita" -H.I.M (Gone with the sin)

Durante tutto il tragitto nessuno dei due intende parlare, è una cosa abbastanza snervante, insomma, non si fa vedere per tre giorni e dopo non mi dice nulla?
Non che mi importi di qualcosa ma...
Smettila di negarlo Angel
Sbuffo e mando al Diavolo la mia coscienza, mi porto le gambe al petto e appoggio la testa al finestrino dell'auto, mi chiedo perchè mi abbia fatto sedere nei sedili posteriori...
Il mio sguardo corre insieme al paesaggio fuori dalla macchina, case, auto, negozi, tutto corre e nella frazione di un secondo è tutto alle nostre spalle, il cielo scuro di Dicembre fa da padrone mentre le persone sono tutte rincasate, ho sempre immaginato le famiglie radunarsi nel salotto dopo cena, per parlare o per guardare un film, ho sempre immaginato di quanto sarebbe stato bello avere una famiglia che ti ami per quello che sei davvero, ma la vita non è una fiaba.
Dopo qualche secondo vedo che qualcosa non torna, ci stiamo mettendo troppo per arrivare a casa e le case che ci scorrono davanti sono sempre di meno e, per quanto siamo in periferia, ci sono delle ville a dir poco favolose.
"Ma dove mi stai portando?", chiedo dubbiosa.
"Non è sicuro stare a casa tua, non ora"
"Grazie, davvero una bella risposta..."
"Per una volta, puoi non rompere le palle?"
"Certo che no, ho tutto il diritto di voler sapere dove mi stai portando!"
"In un posto più sicuro"
Sbuffo sonoramente per poi sporgermi con la testa tra i due sedili e guardare il profilo di James, che in questo momento è concentrato sulla strada davanti a se.
"Hai intenzione di uccidermi e abbandonarmi sotto un ponte?", chiedo sarcastica.
"Sotto un ponte ci farei altro con te, ma se proprio vuoi posso far avverare questa tua supposizione"
Stronzo cinico bastardo.
Senza pensarci due volte gli tiro uno schiaffo dietro la nuca e lui dalla sorpresa lascia per un momento il volante rischiando di farci finire fuori strada.
"Cazzo! Perchè lo hai fatto!?"
"Così impari a rispondere alle domande"
"Ringrazia che io stia guidando..."
"Non mi faresti mai del male"
"Chi te lo assicura?"
"I tuoi occhi"
Riesco a zittirlo con una frase ad effetto, anche se ammetto che è la verità. Ho passato giorni ad osservare quelle due pozze blu cristalline da lontano, cercando di non farmi mai vedere, posso dire di averci trovato di tutto insieme alla certezza che non potrebbe mai nemmeno pensare di alzarmi un dito.
"Stiamo andando a casa mia, è un posticino che io e i ragazzi abbiamo comprato anni fa", finalmente si degna di rispondermi e per fortuna la risposta non è nemmeno male, sempre che lui per casa non intenda una grotta nera e fredda.
"Quanto manca?", chiedo con vocetta da bambina, saranno si e no venti minuti che siamo in macchina.
"Ancora qualche minuto, se sei stanza dormi", risponde tranquillo
"No, non ho sonno, ho solo freddo"
"Ci dovrebbe essere una coperta sotto al sedile"
Alzo un sopracciglio e mi chino in avanti iniziando a tastare sotto al sedile e, come mi ha detto, trovo una coperta, mi ci avvolgo completamente e ne respiro il profumo...
"Era tua, vero?"
"Mh?"
"La coperta"
"Si, la uso spesso"
Non aggiungo altro, semplicemente decido di riappoggiare la testa al finestrino stringendomi ancora di più nella coperta, chiudo gli occhi e mi faccio cullare da questo meraviglioso profumo che tanto ho bramato in questi giorni.

Sento la portiera aprirsi e la macchina ferma, non sento altro rumore se non il respiro regolare di Jimmy, decido di tenere gli occhi chiusi.
Il vento gelido mi colpisce il viso facendomi rabbrividire mentre sento le mani del ragazzo togliermi la coperta e subito dopo mi porta le braccia sulle sue spalle, anche se non sembra credo che sappia che sono nel dormiveglia, si china ancora fino a far combaciare perfettamente il suo petto con il mio e con le mani mi porta le gambe a circondargli i fianchi, porta una mano sotto la gamba sinistra mentre con l'altra mi tiene la schiena, mi prende in braccio come se fossi una neonata, inevitabilmente la mia testa finisce sulla sua spalla mentre con le braccia gli stringo il collo e con le gambe gli stringo i fianchi per non cadere. Allontana per la frazione di un secondo la mano dalla mia schiena per chiudere la portiera e quando la riappoggia sospiro di tranquillità, inizia a camminare per un breve tratto e dal rumore dei suoi passi sembra che stia camminando sulla ghiaia, con un colpo di reni mi tira un po' più su per poi iniziare a fare dei gradini, ne conto tre, lo sento bussare alla porta e dopo poco questa si apre.
"Ce l'hai fatta, finalmente"
Zacky
"Ha finito il turno più tardi"
"Credevamo ti fosse successo qualcosa"
La porta si chiude mentre sento le parole questa volta di Matt, il calore del posto mi avvolge e si sente lo scoppiettio del fuoco acceso accompagnato dall'odore di legna di quercia bruciata.
"Vi avevo detto di star tranquilli, la porto di sopra e raggiungo Brian"
"Fai in fretta, è insopportabile. Ti sta aspettando nel balcone"
Balcone? Bene, non sono in una baracca in mezzo al bosco, è già un passo avanti.
Sento Jimmy ricominciare a camminare per poi salire delle scale, mi tiene in braccio da un po' eppure non presenta nessun affaticamento, percorre quello che credo sia un corridoio e, colta da un improvviso brivido, mi stringo di più a lui che in risposta fa più pressione con la mano sulla mia schiena.
Mi sento posare su un letto mentre continuo a rimanere con gli occhi chiusi, mi sento sfilare le scarpe e subito dopo venir coperta da delle lenzuola fresche che sanno di pulito, per ultimo sento la mano di Jimmy carezzarmi i capelli, mi lascia un bacio sulla fronte. Poi dei passi. E una porta che si chiude.
Solo quando capisco di esser rimasta da sola decido di aprire gli occhi e inizio a litigare col buio per poter vedere qualcosa, dopo poco riesco ad abituarmi a questa oscurità e noto di essere su un letto matrimoniale decisamente più grande della norma, alzo lo sguardo e intravedo una finestra laterale al letto e vicino ad essa una scrivania circondata da una libreria, volto la testa verso destra e riesco a riconoscere uno specchio antico vicino ad un armadio enorme.
Scosto le coperte e mi alzo, notando che questa stanza è decisamente più grande della mia, la attraverso con passo felpato e mi avvicino alla porta, quando la apro mi blocco sul posto nel vedere un corridoio buio come non mai e, a causa della mia paura, decido di non percorrerlo, infondo non so nemmeno cosa potrei trovare in questo posto e preferisco scoprirlo con la luce del sole, sento qualcosa strusciarsi sulla mia gamba destra, sussulto e abbasso lo sguardo ma è quando sento delle fusa che mi tranquillizzo, mi chino e allungo una mano sentendo il pelo corto e morbido di un gatto, gli lascio qualche carezza che sembra apprezzare e riesco a prenderlo in braccio, faccio qualche passo indietro e socchiudo la porta della camera, torno a sedermi sul letto con il gatto in braccio che si gode le carezze regalandomi sempre più fusa come ringraziamento. Mi sdraio e sento il micio posizionarsi vicino alla mia pancia, gli poso una mano sulla schiena e mi abbandono al cuscino, lasciandomi un'altra giornata alle spalle.





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