Hello, I'm your mind

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Capitolo undici - Hello, I'm your mind

"Queste ferite sembrano non guarire,
questo dolore è troppo reale. C'è semplicemente troppo
che il tempo non può cancellare." -Evanescence (My Immortal)

"Ok Angel, sdraiati pure, raccontami la tua storia"
"Non voglio, mi lasci andare a casa"
"Ma qui sei a casa, bambina, devi solo calmarti"
"Come potrei farlo? Mi avete legato a questo lettino contro la mia volontà! Voglio andare via da qui!!"
"Signorina si calmi, l'abbiamo fatto solo per la sua sicurezza"
"Non ho bisogno del vostro aiuto! Voglio andarmene!"
"Infermiera prepari il sonnifero"
"Lasciatemi andare! Per favore, lasciatemi!"
"Ora rilassati, vedrai, è solo una punturina"
"No! No!"

"Angel, svegliati! Apri gli occhi!"
"No! No! Lasciatemi!"
"Angel!"
Apro di scatto gli occhi incrociandone un paio azzurri cristallini, l'espressione ferma e dura di Jimmy mi riporta alla realtà, sento le mani del ragazzo sulle spalle mentre cercava sicuramente di tenermi ferma, inizio a tremare un po' per il freddo improvviso un po' per l'incubo che ho appena avuto, batto più volte le palpebre e mi guardo velocemente intorno, sono in camera mia, le goccie di pioggia battono prepotentemente contro la finestra accompagnate da alcuni tuoni lontani, torno a fissare il ragazzo inginocchiato sul letto e piegato poco su di me, dopo essersi assicurato che mi sia calmata lascia la presa sulle mie spalle e porta una mano tra i capelli muovendola con nervosismo, si siede sul letto a gambe leggermente divaricate e si porta una mano al mento iniziando a giocare con il piercing.
"S-scusa...", balbetto tirandomi a sedere portando le ginocchia contro il petto e iniziando a lasciare delle lacrime rigarmi il viso.
"Apposto", si limita a rispondermi mentre sento che si sta spostando, poco dopo sento due braccia stringermi e mi ritrovo a nascondere il viso nell'incavo del suo collo.
"Era solo un incubo", mormora tentando di tranquillizzarmi.
"Portali via...", sussurro tra le lacrime, "Porta via questi fantasmi...non mi lasceranno andare..."
"Non posso, devi riuscirci da sola"
"Come?...ho paura"
"Allora dovresti starmi lontana", mi porta una mano sulla guancia e mi fa alzare il viso per poter incontrare i miei occhi, la sua espressione è indecifrabile, un misto di freddezza, rabbia, forse anche un luccichio di perfidia.
"Dovresti avere paura di me, bimba"
"Se non posso fidarmi nemmeno di te, di chi dovrei?"
"Fidati di te stessa, non di un demone come me", abbassa lo sguardo quasi sconfitto delle sue stesse parole e si alza dal letto, lo seguo a ruota e senza pensare lo abbraccio da dietro facendolo bloccare in mezzo alla stanza.
"Rimani con me", soffio sulla sua schiena quasi in una preghiera.
"Stammi lontana, Angel, potresti farti male", porta una mano a scogliere le mie che erano incrociate all'altezza del suo petto e si allontana, uscendo dalla camera e lasciando la porta mezza aperta, a sguardo basso e sola rimango in mezzo a questa stanza, le lacrime hanno smesso di scorrere e i pensieri sono azzerati.
Presente quando piangi tutta la notte e il giorno dopo ti senti priva di tutto? Priva di ogni emozione, priva di ogni pensiero, credi addirittura che non potresti più piangere, credi di aver consumato tutte le lacrime.
Con gli occhi rossi e gonfi decido di sedermi alla mia scrivania, prendo un quaderno dalla copertina blu neutra e lo apro alla prima pagina, notando che come ogni altro quaderno che ho usato presenta una prima pagina già scritta, in questo caso c'è una scritta in stile gotico, molto fine quanto macabra, c'è scritto 'Ciao, sono la tua mente'.
In un qualche modo è vero, in questi quaderni c'è tutto quello che la mia mente pensa ed elabora, chi sono io per metterne freno?
Senza pensare troppo a cosa fare volto pagina, prendo una matita con la punta perfetta e fine e inizio a disegnare.
Non so cosa sto disegnando, lascio la mano con la matita impugnata libera di scivolare sul foglio bianco, traccio linee, calco alcuni punti e ne sfumo degli altri. Quel ragazzo mi farà perdere la testa, prima mi dice che da anni è il mio migliore amico, ma i migliori amici non dovrebbero trattarsi bene reciprocamente? Lui prima si preoccupa e poi scappa, se ne va senza darmi una spiegazione logica...
Guardo distrattamente l'ora, ricordandomi che alle nove devo incontrarmi da Starbucks con Alex, sono appena le sette e mezza, ho tutto il tempo che voglio, torno a concentrarmi sul disegno e mi blocco improvvisamente notando che la mia mente ha elaborato una cosa che mai avrei voluto.
Sul foglio prima bianco ora spunta un corridoio con le pareti rovinate e al centro di esso c'è un lettino, con sopra una ragazza ferma e immobile, i polsi e le caviglie sono legati e i capelli neri ricadono sul bordo del lettino, al fondo del corridoio una figura di spalle, un ragazzo, con delle ali nere grandi che ricoprono quasi tutto il fondo del foglio...
Lascio la matita e chiudo in fretta il quaderno maledicendomi per aver fatto una cosa del genere, mi alzo dalla sedia e a piedi scalzi esco dalla camera avviandomi al salotto, di Jimmy nemmeno l'ombra, sul tappeto noto la figura addormentata di Brian mentre dalla camera proviene il leggero russare di Johnny, i mormorii di Zacky e il respiro lento e tranquillo di Matt, riesco a percepire ogni cosa grazie alla tranquillità della casa, mi avvicino un po' titubante a Gates sedendomi affianco a lui e allungando una mano fino ad afferrare il suo braccio.
"Brian...", mormoro e in men che non si dica, con la mano libera, Brian mi afferra il polso e si tira su con metà busto, gli occhi scuri sgranati e la mascella serrata, trattengo il fiato spaventata e lui vedendomi tira un sospiro.
"Sei solo tu...", borbotta lasciandomi e tornando sdraiato sul tappeto.
"Brian, ho bisogno di parlarti", chiedo al ragazzo che riapre un occhio per guardarmi.
"Uffa, non si può nemmeno più dormire qui, che è successo?"
"Si tratta di Jimmy"
"I tuoi problemi amorosi non mi riguardano, chiedi a Zacky, questo è più il suo campo"
"I...i miei problemi amorosi? Ma a me non piace!", sbotto alzando di poco la voce.
"Si, e io sono Dio"
"Non sono innamorata di James e mai lo sarò"
"Farò finta di crederti, allora, qual'è il problema?", si siede incrociando le gambe e degnandomi finalmente della sua attenzione.
"Io, vorrei sapere perchè fa così...prima si preoccupa per me e poi mi tratta come un giocattolo usato, visto che tu sei come lui...ecco...speravo potessi aiutarmi", spiego al ragazzo che non smette di fissarmi per poi fare un piccolo ghigno.
"Lo hai detto tu stessa, è come me, siamo demoni ragazzina, non angeli pronti a mettere amore nella tua vita, ti ricordo che quello che ti ha detto Jimmy è la pura verità, ma non puoi pretendere un comportamento da gattino nei suoi confronti, non so se mi spiego", annuisco alle parole del ragazzo abbassando lo sguardo, "Secondo te, perchè ci hanno dato quella punizione da scontare? Perchè dovremmo commettere un atto d'amore per scontare la nostra punizione, mh?", mi chiede incrociando le braccia.
"Voi ..non..."
"Esatto piccola, non proviamo amore, non proviamo quest'emozione distruttiva che voi umani tanto richiedete, non scambiare il nostro affetto tra amici per amore, quello che io e Jimmy proviamo per i ragazzi è semplice amicizia, è un legame forte che c'è sempre stato, ma non è amore"
"I-io...credevo che..."
"Che cosa? Che James fosse innamorato? Lo sarebbe, se fosse in grado di amare"
Mi mordo il labbro inferiore e senza dire nulla mia alzo e mi volto per dirigermi in camera, ma vengo fermata da Brian che con uno scatto felino si è alzato bloccandomi per un braccio, mi volto con un'espressione neutra e punto gli occhi nei suoi.
"James non è cattivo, Angel, è il primo ad odiarsi per quello che è diventato, non portargli rancore", assorta dalle parole del ragazzo non mi sono nemmeno resa conto che la mano che mi stringeva il braccio è salita fino al mento.
"Hai paura di me, vero?", nego con la testa ma non riesco a credere nemmeno alla mia stessa bugia.
"Non mentirmi", appunto...
"Si...ho paura di te, Brian", sorride sadico facendo un passo avanti obbligandomi a farne uno indietro.
"Sai qual'è la parte migliore nell'essere un demone?", mi chiede mentre vedo le sue pupille dilatarsi, anche questa volta mi limito a negare.
"E' il poter far tremare la gente di paura, che sia un uomo, una donna o un bambino, vedere la paura negli occhi delle persone è assolutamente gratificante, soprattutto quando tu non puoi provarla", spiega facendo questa volta due passi avanti, facendomene fare altri due indietro, intanto che la sua mano sinistra si è stretta al mio fianco e la destra è ancora sotto il mio mento, sento il cuore battere più forte quando mi rendo conto di essere a spalle al muro e sussulto, Gates ridacchia per poi ripuntare gli occhi nei miei e posso notare l'iride dipingersi di nero, come se una botticina d'inchiostro avesse lasciato cadere il liquido che ora si sta espandendo sempre di più inghiottendo la pupilla, l'iride e anche la parte bianca degli occhi, fino a farli diventare completamente neri.
"Brian...", sussurro il nome del ragazzo sempre più spaventata perdendomi in quegli occhi neri e vuoti.
"Shh, ti giuro che ti piacerà, piccola", mormora sorridendo sadico, un sorriso malato che non fa altro che farmi tremare ancora di più, porto le mani al petto del ragazzo senza riuscire a smuoverlo nemmeno di un millimetro, con le mani contro la sua pelle posso sentire il battito del cuore accellerato, forse anche più del mio, e il respiro sempre più affannato quasi come se avesse corso per ore, reclina lateralmente la testa ed emette un ringhio soffocato seguito da un suono leggero, come se qualcosa si fosse appena strappato e subito dopo davanti a me si aprono due ali nere, grandi quanto quelle di Jimmy ma a differenza delle sfumature blu le sue sono tendenti al rosso sangue, smetto di preoccuparmi delle ali quando Brian mi afferra i polsi inchiodandoli al muro ai lati della mia testa e si avvicina ancora di più.
"Che vuoi fare?", gli chiedo tremante e con gli occhi sbarrati mentre tiro sempre più indietro la testa quasi a volermi fondere con il muro.
"Non lo intuisci?", avvicina il viso al profilo del mio collo lasciandoci un morso leggero, facendomi venire i brividi per la paura che non fa altro che aumentare.
"Guardati, stai tremando come una foglia", ridacchia contro il mio orecchio.
"Fermati, ti prego Brian, fermo"
"Non sarei più in grado di fermarmi, nemmeno se lo volessi", alza lo sguardo e mi lascia un bacio sulla fronte, scende segnando con la punta del naso il profilo del mio viso arrivando fino alla guancia, torna a guardarmi negli occhi e posiziona una mano sul mio fianco usandone solo una per continuare a bloccarmi i polsi ora sopra la testa, mi abbraccia e socchiudendo gli occhi poggia le labbra sulle mie, inizia a tremare violentemente mentre le ali sbattono fendendo l'aria un paio di volte e la presa sui miei polsi si fa sempre più forte, mi morde il labbro inferiore fino a farlo sanguinare e poco prima che possa leccarmi via una gocciolina di sangue una terza figura gli si butta addosso, cadiamo entrambi a causa dell'irruenza che è stata usata, ancora spaventata mi affretto a tirarmi su e punto lo sguardo sul pavimento vedendo Brian inchiodato al pavimento con James a cavalcioni su di lui.
Si guardano per un secondo negli occhi, quelli di Brian sono aancora completamente neri mentre quelli di Jimmy iniziano a tendere al grigio, dopo questa breve pausa iniziano a picchiarsi rotolando sul pavimento e sferrandosi pugni forti e secchi, accompagnati da gemiti di dolore alcuni urlati altri trattenuti, non ci vuole una scenza per capire che James è più forte di Brian, anche se quest'ultimo riesce a tenergli testa, sembra quasi che Jimmy si stia trattenendo, a causa delle ali aperte di Gates più oggetti vengono urtati, rompendosi a terra con rumori forti, presa da un barlume di lucidità corro in camera dei ragazzi.
"Matt! Matt ti prego svegliati!", chiamo a gran voce il ragazzo che subito si sveglia
"Angel, che succede?", mi chiede con la voce impastata dal sonno.
"Vieni presto! Jimmy e Brian si stanno quasi uccidendo!", urlo con le lacrime agli occhi, immediatamente Matt si alza e corre in salotto io lo seguo dopo aver chiamato anche Zacky e Johnny, in sala le cose non sono migliorate anzi, peggiorano ogni secondo di più, ora anche Matt è in mezzo ai due che cerca di separare, mentre Brian e Jimmy continuano a picchiarsi, Brian ha il naso sanguinante mentre Jimmy ha il sopracciglio tagliato e sanguina dalla bocca.
"Fermatevi cazzo!", gli urla Shadows cercando di fermarli.
Zacky e Johnny si avvicinano ai tre e tutti insieme riescono a togliere James di dosso a Brian, ora appoggiato con una spalla al muro, ansante e con le ali che toccato il pavimento, è leggermente accasciato su se stesso mentre gli occhi stanno tornando quelli di sempre e si passa una mano sul naso, forse rotto, mentre invece James sembra irriconoscibile, è così arrabbiato che non si fa scrupoli a sferrare un pugno anche ai tre che cercano di tenerlo fermo, riesce a divincolarsi per poi raggiungere a grandi falcate Brian e inchiodarlo alla parete facendolo mugugnare di dolore a causa delle ali ora schiacciate alla parete, gli afferra la gola e lo solleva di pochi centimetri guardandolo con odio mentre il più giovane prova a togliere la presa ferrea della sua mano.
"Jimmy lascialo! Cazzo lo ammazzi così!", gli urla contro Zacky cercando di prendere Jimmy dalle spalle per allontanarlo.
"Sarebbe il minimo che si merita", soffia maligno aumentando la presa.
"Ma si può sapere che vi prende?! Cristo lascialo!", continua Matt
"J-James...non...r-r-respi-ro", sussurra Brian iniziando a boccheggiare, scalcia colpendo le gambe di Sullivan cercando di allontanarlo da se mentre le mani sono strette su quella destra di Jimmy.
"Dammi un motivo per non ucciderti, brutto stronzo"
"M-mi...di-dispiace...n-non volev-o...", sussurra privo di aria combattendo per tenere gli occhi aperti.
"Ah davvero? Eppure non ti sei fermato"
"J-Jimmy...ti prego...n-non ce la..f-faccio più...", abbandona le braccia lungo i fianchi privo di forze e socchiude gli occhi mentre quelli di James non cambiano.
"Lascialo James!", urlo senza sapere dove abbia trovato il coraggio di farlo, mi avvicino ai due e mi metto in mezzo ai due cercando di allontanare James, mi volto velocemente verso Brian per poi ripuntare lo sguardo su Rev.
"Non respira, Jimmy lo stai uccidendo!", urlo contro il ragazzo prendendo la sua mano e spintonarlo indietro, "Cazzo non puoi uccidere davvero tuo fratello! Lascialo!"
Il suo sguardo tentenna un po' fin quando con la stessa espressione fredda e distaccata non lascia la presa, Brian cade a terra privo di forze iniziando a tossire e a respirare a pieni polmoni portandosi una mano al petto, Jimmy fa due passi indietro senza staccare lo sguardo dal più piccolo che ora sta avvolgendo le proprie ali nere intorno al suo stesso corpo, come a creare una corazza dove proteggersi, alza lo sguardo incrociando quello del suo migliore amico e i suoi occhi nocciola si riscoprono liquidi, mentre quelli di Jimmy sono tornati azzurri, il ragazzo si stende sulla schiena fissando il soffitto lasciando le ali sul suo petto a peso morto continuando a respirare.
I ragazzi tirano un sospiro di sollievo e Jimmy mi si avvicina.
"Stai bene?", mi chiede.
"Si, io sto bene", mi volto a guardare il corpo di Brian a terra e mi ci avvicino, mi inginocchio accanto a lui sotto lo sguardo attento di Jimmy che sembra stare sulla difensiva, porto una mano tra i capelli corvini di Gates lasciandogli piccole carezze che sembrano rilassarlo, sospira chiudendo gli occhi.
"Scusami", mormora impercettibilmente, gli lascio un bacio sulla fronte per poi alzarmi e andare a vestirmi, sono ancora in tempo per arrivare da Alex alle nove precise.


















***
















"Oh eccoti tesoro, quasi non ci speravo più!"
"Scusa Al, ho avuto un contrattempo"
"Dai entriamo, sto morendo di fame!"
Seguo la mia amica all'interno del locale e ci sediamo su un tavolino posto davanti alla vetrina che da sulla strada, poco dopo ci viene servita la colazione, la mia amica ci si butta letteralmente mentre a me si è quasi chiuso lo stomaco, mi sforzo di mangiare e di sorridere alle sue parole che non sto nemmeno ascoltando, continuando a ripensare all'accaduto con Brian stamattina, non credo che sia un ragazzo cattivo, agisce d'istinto, anche James me lo aveva detto che per lui è più difficile controllarsi, non ne conosco il motivo ma sono più che sicura che non lo fa di sua spontanea volontà.
"Angel, ti sei incantata", mi informa Alex passando una mano davanti ai miei occhi
"Scusa Alex, dicevi", le chiedo bevendo un sorso di tè caldo alla cannella.
"Che darò una festa a casa mia tra qualche giorno, verranno i ragazzi del liceo, potresti venire anche tu, prendila come una riunione tra amici", ridacchia
"Non lo so ...non avevo buoni rapporti con quelle persone, rischio di rovinarti la festa"
"Eddai piccola, ci divertiremo e se va male sei tenuta a picchiarmi! Andiamo, fallo per me", mi implora facendo la faccia da cucciola
"Mh...e va bene, ma se non mi piace me ne vado"
"Grande! Ti dirò l'ora più avanti! E mi raccomando voglio vederti addosso il vestitino più sexy che hai!"
"Che intenzioni hai?"
"Nessuna ma dovresti rendere quel bel corpo che ti ritrovi un po' più ..come dire...visibile...?"
"Ah, sai che odio le gonne"
"Potresti fare l'eccezione, solo per stavolta?"
"Ci penserò"
Finiamo la nostra colazione per poi uscire e avviarci in centro città iniziando a girare ogni singolo negozio e uscendone almeno con una borsa a testa.
La mattinata continua...
Ma ho la strana sensazione di esser seguita.

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