Capitolo 18 - Rivelazione

163 8 3
                                    


Camminando verso non so dove, tutti loro si guardavano alle spalle come se avessero paura di essere seguiti e si scrutavano a vicenda. Percepivo timore dalle loro menti.

Eravamo usciti dal parco, oramai il cielo era diventato scuro a causa dell'ora e stavamo andando ai confini dell'Isola facendo una pausa di tanto in tanto, senza che nessuno mi rivolgesse la parola ed io non parlai a mia volta.

"Posiamo le collane qui, nascondiamole sotto questo tronco d'albero" disse Harry rivolgendosi a noi e fu solo in quel momento che dopo ore il suo sguardo aveva incrociato il mio e non so per quale motivo, mi sentii meglio. Nonostante il suo timore, era relativamente tranquillo. Ci siamo tolti le collanine interfaccia e le abbiamo lasciate sotto il tronco ben nascoste, -"Così se iniziano a sospettare, la nostra posizione sarà segnata proprio in questo punto" e detto questo, dopo aver camminato per altri cinque minuti, arrivammo ad un piccolo fiume largo abbastanza da doverlo superare a nuoto, non c'era nessun ponte per poterlo attraversare e lì mi venne in mente cosa mi aveva detto Liam al Quartier Generale : nessuno di noi avrebbe saputo nuotare. E adesso? Come avrebbero passato il ponte Ellie e Louis?

Non ebbi nemmeno il tempo di pensare che prima Harry e poi gli altri senza esitare, si tuffarono in acqua. Mistero svelato. Anche gli altri erano come noi. Risollevata da cosa avevano appena fatto e da cosa avevo scoperto, mi gettai anche io incurante dell'acqua torpida e ghiacciata. Ci trovavamo ai confini, in un bosco con alberi altissimi e spogli, nebbia e freddo. Un bosco disabitato senza nessuna forma di vita e mi chiedevo perché stavamo andando proprio lì.

Appena superato il fiume senza alcuna fatica grazie ai nostri corpi, ci asciugammo strizzando un po' i vestiti e proseguimmo bagnati fradici lo stesso, verso un casolare abbandonato che si trovava proprio in mezzo a quell'oscurità.

***

"Sediamoci, aspettate provo a vedere se è rimasta qualche candela. Ancora di sera non eravamo mai venuti qui" disse Harry spostandosi nell'altra stanza.

Quella casa era tutta in legno, a vari piani e stava per cadere completamente a pezzi ma non se ne preoccupavano e da come aveva detto, non era la prima volta che erano andati lì. Non c'erano mobili, solo qualche pezzo di oggetti rotti sparsi ovunque, in qualsiasi stanza che entrando dirigendoci verso quello che un tempo doveva essere il salone. Tutti si sedettero per terra in cerchio, cercando invano di riscaldarsi. Nonostante ciò Harry trovò una candela già usata in precedenza e con uno schiocco di dita accese la fiamma. Come aveva fatto? Potevo farlo anche io?

Quando incrociò il mio sguardo, vedendomi infreddolita insieme ad Ellie che tremava più di me, mi sorrise e si girò da seduto verso il vecchio camino spento e pieno di polvere che gli stava alle spalle. Bastò che schioccasse le dita di nuovo che si accese il fuoco, tutti sorrisero grati per quella scelta saggia ed altruista.

"Bene, adesso che stiamo meglio è giunto il momento di parlare" concluse Harry tra il consenso degli altri, -"Cosa vuoi sapere, Barbara?" mi chiese e non sapevo cosa rispondere. Volevo sapere tutto, senza omissioni.

"Ho capito da sola che non sono l'unica a saper nuotare qui.." e sorrisero tutti, -"Nuoto dalla nascita! Mi viene naturale!" disse Ellie, -"Beh anche io!" aggiunse Louis, -"Mi unisco al gruppo allora!" e dopo l'affermazione di Niall, Harry divenne serio ed iniziò :

"Qui è tutto strano, è un mondo strano anzi un'Isola strana è il mondo che loro ci fanno credere perfetto ma non è così. Ti ricordi le Rovine che hai visto insieme a Niall quando eravate brutti?" mi chiese ed io pensai a come facesse lui a saperlo se eravamo solo io e Niall ma girandomi a guardarlo, capii che gli aveva riferito tutto ma non intervenii, lasciai che Harry continuasse limitandomi ad annuire, -"Ecco, quelle Rovine un tempo erano il nosto mondo, la nostra città, le nostre case. La gente viveva in armonia, lavorava, coltivava i campi e avevano tante risorse da offrire grazie al loro ingegno e le loro mani. Ma come hai visto, è tutto raso al suolo. Devi sapere che decenni fa, una mente eccelsa chiamata Perfection, si accorse che noi uomini eravamo capaci di qualsiasi cosa e decise di studiare a fondo per creare un esperimento, per migliorare noi esseri umani in meglio non solo dal punto di vista produttivo ma anche in bellezza. Questo uomo di nome Perfection, credeva che per essere abili con la mente e per lavorare meglio, l'uomo dovesse sentirsi meglio e così oltre a migliorarne le capacità, voleva migliorarne anche la mente stessa e l'aspetto. Ci sei fin qui?" mi chiese, -"Continua.." –"Bene. Quest'uomo non poteva creare e studiare tutto questo da solo ma chiese l'aiuto di un suo grande amico, un uomo chiamato Edgar, studioso di fisica. Quell'uomo è mio padre" e rimasi senza parole a quell'affermazione, credo tutti capirono il mio stupore dalla mia espressione ma non parlai, -"Mio padre sapeva solo del suo intento nel migliorare le capacità produttive, non della sua idea di voler modificare la mente e l'aspetto delle persone, così sotto gli inganni di Perfection, lo aiutò suo malgrado, inconsapevole di cosa stesse creando. Quando l'esperimento riuscì, Perfection ai tempi sindaco della città, chiamò uno per uno gli abitanti somministrandogli questa medicina tramite puntura e di lì tutti caddero in un sonno profondo per poi risvegliarsi Perfetti, senza ricordarsi più nulla, catapultati in un'altra realtà, quella che oggi è Londra e per i giovani, l'Isola dei Neo Perfetti" ma a quel punto, mi venne un dubbio, -"Se siamo tutti uguali, perché noi giovani siamo separati dagli adulti?" –"Perché la nostra trasformazione non è completa, superati i trent'anni, ne subiremo un'altra che ci potenzierà ancora di più e saremo uguali a loro, per sempre" –"Come per sempre?" –"Immortali, Barbara" e mi alzai, volevo andare via, era assurdo tutto questo, -"Perché noi siamo diversi allora? Siamo un esperimento mal riuscito come le vecchie dei dormitori dove vivevamo un tempo?" gli chiesi risiedendomi per terra, "No, noi non siamo un esperimento mal riuscito ma abbiamo semplicemente mantenuto il nostro essere umani ed è meglio, possiamo essere curati e tornare come prima!" –"E' impossibile.." –"Non lo è invece. Mio padre è Perfetto ma tradì anche se troppo tardi Perfection, lasciandolo solo e scappando via insieme ad altra gente che lui stesso, accortosi degli inganni e di cosa stesse creando, aveva salvato portandosi con se.." – "E dove sono? Dove sono??" ero agitata, ansiosa, -"Si trovano altrove da qui, l'ingresso è dalle Rovine dove ti aveva indicato Niall, ricordi?" Sì che mi ricordavo, quando diceva di voler incontrare i suoi amici che erano scappati dall'operazione per non diventare perfetti, -"Si, mi ricordo. E la mia famiglia? I miei genitori?" ma divenne triste di colpo insieme agli altri, non capivo ma rispose, -"Come per le vecchie, ad alcuni l'esperimento fallì, ad altri riuscii e ad altri portò alla morte..." capii che non avevo più una famiglia, i miei genitori erano morti per colpa di quel Perfection. Gli occhi si riempirono di lacrime anche se non gli avevo mai conosciuti ma speravo di poterli rivedere un giorno, -"Perfection è ancora vivo? Ditemi di no ragazzi, ditemi di no!!" e finii in un mare di lacrime tanto che Ellie, Louis e Niall si erano spostati per avvicinarsi intorno a me e sorreggermi, ma Harry in quel momento disse la frase più brutta che avessi mai sentito durate tutti quegli anni per la quale mi sarei maledetta a vita, -"No, è ancora vivo ma ha cambiato nome. Perfection è il Dott. Payne"


NOTA AUTRICE :

Questo è il penultimo capitolo della storia,

spero vi sia piaciuto e vorrei inserire delle canzoni con la quale leggerla.

Pubblicherò una playlist successivamente.

Caterina .x

Perfection's landDove le storie prendono vita. Scoprilo ora