Capitolo 6

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Nei mesi trascorsi dopo l'incontro con Niall all'Isola dei Neoperfetti, non accadde niente di imporante. Mi limitai a seguire tutte le mie lezioni, a rispettare i compiti e le pulizie del dormitorio e trascorrevo tanto tempo davanti alla lavagna interfaccia creando il mio avatar. Oramai quel programma era come una droga ed io stessa sapevo quando faceva male. Avevo capito che dopo l'operazione non avevi più ricordo del passato, diventavi una persona nuova. Ma per quale motivo invece Niall si era ricordato di me anche se dopo qualche minuto? Non avrebbe dovuto, penso. Tutto mi risultava strano da quell'esperienza e volevo scoprire sempre di più : mi recai più spesso alle Rovine e notai che era una città proprio come l'Isola dei Neoperfetti ma non con dormitori ma singole abitazioni per famiglia, non era una città strutturata come l'Isola che avevo visto in precedenza e la domanda era sempre più frequente nella mia mente – "Perché?!"

"Scusa ma quindi l'avatar che scelgo e confermo, sarà quello definitivo?" chiesi alla vecchia che mesi fa mi aveva strattonato sul pavimento per la mia troppa curiosità.

"No, ti serve solo per giocare e capire come potresti essere e come sarai. Tutto qui"

"Mi dica di più, per favore" – volevo saperne ancora di più.

"Il tuo DNA resta uguale, non cambierà Barbara. La tua personalità, come ho già spiegato, sarà riflessa dagli occhi e tutte le tue caratteristiche attraverso il tuo corpo perfetto. Mente e corpo saranno all'unisono e te ne renderai conto tu stessa"

"L'operazione cancella anche tagli e ferite?"

"Certo, assolutamente. Inoltre la tua pelle sarà così forte che si riparerà da sola se dovessi tagliarti" e sorrise compiaciuta, io invece ero dispiaciuta perché anche a me sarebbe scomparsa la cicatrice del patto fatto con Niall.

"Non fare quella faccia, meglio no? Un perfetto non può avere difetti. Tranquilla, è normale un po' d'ansia il giorno prima del compleanno!" disse ma a me sembrava il principio dell'inferno.

"Grazie, a che ora passano domani?" chiesi a sguardo basso.

"Alle nove del mattino, tieniti pronta. Buonanotte!" e andò via di fretta. Era troppo vecchia per stare sveglia fino a tardi.

Non avevo sonno, continuavo a pensare a come sarei diventata il giorno dopo e così decisi di uscire sotto le stelle per l'ultima volta in quel bosco in mezzo al nulla. Così, come quasi ogni sera, presi la mia librella dal giardino e volai più veloce del solito ammirando il panorama, gli alberi, tutti quei luoghi che per me erano stati dei bei ricordi e che avrei perso per sempre. Mi scese una lacrima, volevo crescere, volevo stare bene e divertirmi in compagnia ma non sapevo se era la cosa giusta da fare. Forse il mio essere troppo curiosa non andava bene e dovevo smetterla di pensarci troppo e proprio per questo motivo, cercai di pensarla in maniera differente : avrei rivisto Niall, avrei conosciuto tanti altri ragazzi da sballo e mi sarei divertita come una pazza e soprattuto, sarei diventata una ragazze stupendamente perfetta.

"Buongiorno Signorina Barbara, è ora di svegliarsi" disse la voce robotica della lavagna.

"Shhhhh, taci lavagna!" e mi alzai dal letto di scatto ricordandomi del giorno importantissimo che era appena iniziato. Mi lavai di corsa il viso ed i denti, mi vestii con la mia tuta preferita e scesi giù in Hall con i piedi scalzi per fare colazione.

"Tanti auguri Barbara!" Erano tutte le mie compagne di dormitorio insieme alle vecchie che mi avevano appena accolto con una torta con panna e fragoline in mano. Sorridevano tutti ma un po' meno le vecchie o forse era solo impressione mia.

"Non era necessario, grazie tante" e mi avvicinai soffiando le candeline sopra la torta. Avevo 18 anni adesso.

"Barbara, hai preparato la tua borsa?" chiese la vecchia.

"Veramente no, cosa devo portarmi?"

"Niente, solamente il tuo orologio interfaccia e se hai dei libri. Niente vestiti né oggetti vari."

"Nemmeno una collana?" era il regalo di Niall, non volevo perderla.

"Assolutamente no. Anche se la porti con te, la butteranno loro. Decidi."

"D'accordo" e salii in camera per l'ultima volta. Presi il mio zaino da campeggio ed era enorme, non avevo nulla da metterci e non avevo libri interessanti o che reputavo importanti. La tristezza mi prese il cuore nel lasciare la collana in quel posto quando dovevo portarla io nel collo. Decisi di attaccarla all'albero davanti la mia finestra e così feci e decisi anche di non portarmi nessuno zaino, non avevo nulla che mi appartenesse.

"Non hai portato nulla con te?" chiese la vecchia davanti alla porta del dormitorio quando mi vide arrivare a mani vuote. Erano tutti sotto le scale ad aspettare il mio arrivo. In quell'istante arrivò una macchina nera, lunghissima dalla quale non scese nessuno ma si aprì da sola una portiera posteriore.

"Deviandare adesso. In bocca al lupo Barbara" e la guardai per l'ultima volta, quella vecchia pienadi rughe che tanto avevo odiato, quasi mi dispiaceva lasciarla li, midispiaceva lasciare quel posto angusto dove avevo vissuto per 17 anni della miavita. Scendendo salutai con un cenno di mano le altre ragazze che sorridevanofelici al contrario di me che mi ero incupita e non avevo voglia di sorridere.Entrai nell'auto nera e mi chiusi la portiera abbassando lo sguardo : in quelmomento, il mio passato era terminato e stava per iniziare il mio nuovopresente.

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