17 ~ SENZ'ANIMA ~

195 13 51
                                    

"And I found myself reminded to keep you far away from me"
-

Era troppo difficile stare al passo con Lex, Shane era giunto davvero a credere che fosse un soggetto bipolare oltre i limiti. Era stata sua l'iniziativa di baciarlo e dirgli "ti amo" l'ultima volta in infermeria, anzi, Shane non era stato nemmeno del tutto cosciente in quel momento... Eppure adesso il ribelle si comportava come se non l'avesse mai fatto. Era tornato freddo e distaccato, si rivolgevano a stento la parola e il suono della sua voce tanto fredda accoltellava l'angelo bianco a ogni parola. Si sentiva eternamente preso in giro lui, ma Lex era diverso... Aveva dei modi di fare tutti suoi e capirlo era dannatamente impossibile. Quando sembrava che avesse finalmente buttato giù i suoi muri lui ricostruiva una fortezza impenetrabile. Per non parlare di come l'angelo nero aveva reagito male alla notizia della riunione generale che avevano convocato i due sovrani per dare ufficialmente quel benedetto annuncio che era ormai sulla bocca di tutti. Erano giorni, quasi una settimana che si protraeva questa situazione di ansia continua. Shane intanto non aveva ancora capito a cosa erano dovuti i suoi mancamenti, ma fortunatamente sembravano aver smesso di dare fastidio. Benché quello che era successo l'ultima volta lo avesse quasi terrorizzato. Era stato come un déjà-vu misto a un sogno premonitore, sembrava che alcune di quelle immagini le avesse già viste.. Eppure non gli tornavano in mente ricordi da collegarvi. La sua mente era un mosaico con buchi neri, vuoti incolmabili di ricordi che sembravano essere inesistenti. Non ricordava praticamente nulla che precedesse il suo undicesimo secolo di vita, come se avesse un vuoto di memoria, ma a livelli estremizzati perché nessun essere vivente è in grado di rimuovere completamente un pezzo tanto cospicuo di memoria quasi senza lasciare traccia autonomamente, figurarsi 11 secoli di ricordi... Nonostante ciò, quello che gli si era presentato l'ultima volta che era svenuto gli era sembrato troppo familiare per essere semplicemente un sogno. Forse era più da considerare una visione... Ma la parte terrorizzante non era tanto questo quanto quello che c'era nella suddetta visione.
Era lì, l'angelo caduto, l'Esiliato per eccellenza, colui che sovrastava sui Demoni Superiori. Le sue enormi ali flesse, cedevoli, spezzate, avevano perso tutte le piume, ne era rimasto solo uno scheletro ossuto e terribilmente macabro. All'altezza della terza articolazione si piegavano in modo innaturale, tanto che solo la vista di quello scempio aveva fatto venire i brividi a Shane per il pensiero del dolore che quell'angelo aveva dovuto subire. Era quel corpo così visibilmente umano... martoriato da chissà quali atroci torture, il viso contratto, gli occhi neri, completamente, sembrava non esistere distinzione tra iride, sclera e pupilla: erano due gocce di pece bollente incastonate in un bellissimo viso di pietra pallida. Tanto bello da far invidia a qualsiasi dio. Tra i capelli gli spuntavano due corna arcuate, una delle quali era spezzata, sicuramente non in modo indolore. Era così vulnerabile con quelle grosse catene infuocate che gli circondavano i polsi, inginocchio in una posizione scomposta, la testa reclinata, sofferente, e il sangue... Sangue ovunque. "Ma se lo ha dovuto subire forse se lo meritava" aveva pensato l'angelo bianco cercando di giustificare quella che sembrava solo storia, ma che tuttavia in quel momento gli appariva dinanzi agli occhi.
-"Chi sei tu per giudicarmi, essere?"- aveva rimbombato la voce di quel diavolo dall'apparenza tanto innocente. Shane aveva sussultato rendendosi conto che Lucifero gli stava leggendo la mente e si era sentito improvvisamente spogliato della sua libertà di pensare. Che senso aveva pensare tra sé se poi qualcuno ti avrebbe comunque potuto leggere nella mente? Tanto valeva la pena pensare ad alta voce... Sempre che ci fosse il coraggio di dirle certe cose. -"Ingenua creatura di Dio... Non la vedi la distruzione?" il Portatore di Luce alzò la testa parlando con ripudio e disprezzo fissando i suoi occhi neri sull'angelo bianco. Strattonò le catene di fuoco e ne conseguì il sollevamento di una sottile nube di fumo che oscurò la vista di Shane per qualche secondo ma che poi scomparve subito lasciando, mentre si dissolveva, la visuale su un paesaggio di massacri cruenti e sanguinosi, una distesa di corpi inermi e un'altra schiera ancora in piedi, tentando di sfuggire alla furia dell'inferno che imperversava attorno a loro. Angeli. Angeli circondati da demoni affamati, angeli in trappola. Allora Shane era ritornato a guardare Lucifero, che appostato lì sulla sua roccia si guardava intorno avidamente, una lussuria sadica in quegli occhi neri che posavano il loro sguardo su ogni corpo che cadeva abbandonando le forze e si univa agli altri che già avevano subito quella stessa sorte. L'angelo bianco lo guardava esterrefatto... Tutta l'umanità di quel diavolo era sparita. I segni sul suo corpo erano passati in secondo piano perché quegli occhi avrebbero attirato l'attenzione più di qualsiasi altra cosa, erano così... "Ipnotici" aveva pensato Shane e solo dopo aver fatto una decina di passi si era reso conto di star camminando, di star avanzando verso di Lui. Era Lui l'artefice di tutto il male, di tutta la distruzione dei Mondi, eppure gli occhi azzurri del biondo non si staccavano dal fissare incessantemente i due pozzi neri davanti a lui, che ad ogni passo erano sempre più vicini, ad ogni passo il concetto di "personalità" svaniva sempre di più dalla mente di Shane, ad ogni passo era sempre più soggetto a quella sorta di ipnosi. I rumori andavano attenuandosi, le urla di chi moriva, i gorgoglii dei demoni... Tutto andava scemando intorno a lui, restavano solo lui e il male in persona. L'attrazione di quegli occhi neri era stata fatale, l'angelo bianco non aveva più coscienza di sé, il suo corpo rispondeva a comandi impartiti dall'esterno, da un forza esterna maggiore di tutto il resto.
-"Sciocco" aveva detto semplicemente Lui, poi Shane aveva iniziato a tremare, a bruciare vivo, il fuoco era divampato dalla sua pelle, le piume delle sue ali si erano incenerite, il cuore aveva preso a pulsargli nel petto come se volesse uscire dalla gabbia che lo rinchiudeva... Poi aveva urlato in modo straziante per l'atroce dolore che aveva avvertito, solo per un istante, poi il cuore si era zittito improvvisamente.

IncompatibleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora