22 ~ LA CITTA' ASSEDIATA ~

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"When face cracks into smile, you've taken all you can take. I'll give in what's broken. I'll rest my body in the ground."

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L'angelo vendicatore si era dissolto nell'oblio della notte, inghiottito dal cielo buio che sovrastava il cimitero, sparito anch'esso subito dopo, sparito tutto, sostituito da un calore ardente che lo costrinse a svegliarsi.

Un pezzo di carta appallottolato disordinatamente, con la sciattezza e il nervosismo di qualcuno che proprio quel messaggio non avrebbe voluto inviarlo.

"La Regina mi ha comunicato di riunirci tutti a Londra. Il nostro nemico a quanto pare si è stabilito lì perché vuole attaccare la corona britannica, unico regno monarchico ancora esistente sulla Terra. Per qualche altra settimana dovremo stare lì, ma ovviamente prima la scoviamo meglio è. Ci ritroveremo tutti il prima possibile alla stazione di Londra. Hai massimo 24 ore per farti vedere oppure resterai indietro.

-Lex Firestars"

Il messaggio di fuoco si disintegrò automaticamente appena Shane terminò di leggerne il contenuto, e lo lesse con la stessa freddezza con cui sapeva fosse stato scritto. Non c'era da meravigliarsene dopo il loro "addio". Forse l'angelo nero sperava davvero di non rivederlo mai più.

«E se invece si?»

Zittì la voce del suo subconscio che era capace solo di confondergli le idee.

Provò a pensare a come arrivare a Londra, ma nessun'idea immediata lo coinvolse.

«Certamente non a piedi, né volando perché ti stancheresti presto.»

Grazie, sbuffò il biondo tra sé irritato da quella voce che quel giorno sembrava particolarmente insistente nel volersi intromettere. Cercò di ricordare un po' dei suoi studi sugli umani, recuperando informazioni sul fatto che per spostarsi su distanze incombenti utilizzavano aerei o treni o non ricordava più le altre opzioni, perché difatti a cosa sarebbero potute servirgli? Non avrebbe mai immaginato di trovarsi in una situazione simile.

Scartò l'idea di viaggiare in aereo poiché gli appariva davvero squallido il pensiero di un angelo che prendeva l'aereo, quindi optò per il treno. In quel momento avrebbe voluto avere quello strano potere del ribelle di smaterializzarsi e riapparire dove gli pareva. Che lui sapesse, non esisteva un potere simile attribuibile agli angeli guerrieri, ma forse il compagno utilizzava qualche strano incantesimo vietato dalla legge, ne sarebbe stato tranquillamente capace.

«E se non fosse invece un angelo guerriero?»

Ma che vai a pensare Shane? E allora cos'è?

L'angelo scosse la testa cercando di abbandonare quei dubbi insensati quanto prima, perché la testa aveva cominciato a pulsare forte stretta sotto il peso della spossatezza che sentiva addosso.

Doveva muoversi.

Decise per prima cosa di fare una doccia calda per rilassarsi e schiarirsi le idee su cosa fare. Si svestì degli indumenti che indossava da quando erano partiti da Asgard, e aprì il getto d'acqua calda che investì la sua pelle candida. Aveva ancora tempo per stabilire il suo piano d'azione, avrebbe anche potuto ritirarsi, volendo. E poi che figura avrebbe fatto? Sicuramente non una bella. Ma ciò che gli premeva di più era la possibilità di non rivedere mai più il ribelle. Quando lo aveva lasciato lì a Parigi l'ultima volta era sembrato così sicuro di sé, forse più del solito, sicuro di voler morire lì, in quella missione, sicuro che sarebbe stata l'occasione perfetta per andarsene con onore.

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