"I sentieri sono invisibili, tocca cercarli con l'anima. Gli occhi sono inutili, esistono solo pericoli qui."
-Katniss avvertì il freddo pungente sulla pelle e aprì di scatto gli occhi sollevandosi sui gomiti. Era distesa in malo modo sul pavimento, vestita con abiti che non erano i suoi, in una stanza che non era la sua, sebbene fosse arredata con buongusto effettivamente. Si alzò a fatica dalla moquette e si guardò meglio i vestiti, era un semplice abito bianco, corpetto stretto con uno scollo non eccessivo, maniche a tre quarti larghe, la gonna era leggermente svasata e scendeva morbida fino a toccare quasi terra. Era a piedi scalzi, ma appoggiate accanto al letto vi erano dei sandali bianchi con le zeppe di sugaro. L'ambiente era caldo, o forse doveva essere riscaldato, perché le pareti emanavano un freddo gelido, mantenendo la stanza a una temperatura sopportabile. La ragazza fece qualche passo in giro, perlustrando superficialmente la camera. Aprì l'armadio scorrevole sulla parete a sinistra del letto, ma i suoi occhi furono subito attirati dallo specchio, tanto che non fece caso contenuto del guardaroba, piuttosto si coprì la bocca con le mani per trattenere la sorpresa quando vide l'immagine riflessa nello specchio all'interno dell'armadio; quella non era più lei, la Katniss che conosceva. Due bellissime e folte ali nere contrastavano col bianco del suo abbigliamento richiamando l'attenzione. I capelli biondi le erano stati tagliati, ora erano a stento allineati alle spalle, aveva un rossetto rosso acceso sulle labbra e una spessa linea di trucco nero le decorava il contorno degli occhi. Ma ciò che le fece venire i brividi fu un piccolo segno nero sulla pelle, si sorgeva dallo scollo del vestito, sul lembo di pelle all'altezza del cuore. La bionda spostò il tessuto con le dita che trermavano e proprio come aveva immaginato lui era lì, il simbolo dei ribelli, i due draghi alati intrecciati. "Sono... Sono una di loro.." pensò la figlia del re degli angeli bianchi, lei che aveva sempre desiderato essere una ribelle, aveva aspettato questo momento da tanto tempo, eppure se lo era immaginato diversamente, ora non si sentiva più felice rispetto a prima... Anzi, aveva semplicemente più paura. Aveva finalmente tutto ciò che aveva sempre desiderato eppure ora non le bastava più, alla fine forse non era questo quello che voleva realmente. Si trovava chissà dove, al servizio di un demone che è sempre stato ritenuto solo e soltanto una leggenda, un demone che le aveva promesso delle ali nere e aveva mantenuto la promessa... Ora nessuno poteva prevedere ciò che le avrebbe chiesto in cambio. La ragazza si portò istintivamente una mano al petto, sulla nuova runa, era così bella a contrasto con la sua pelle pallida... Eppure sembrava non donarle affatto, donava di più a Lex, con la sua perenne abbronzatura ambrata. «Smetti di pensare a lui» le ricordò severamente il suo subcoscio, ma Katniss la trovava una cosa sempre più difficile, nella durezza di quel pensiero lei leggeva anche la compassione e la disperazione per la sua situazione. Sembrava surreale, ma a volte l'amore non se ne va mai, permane fino a consumare ogni briciola di buon senso, fino a far perdere la ragione. Visto da questa prospettiva poteva sembrare solo una causa della psicopatia, ma andava ben oltre. Non era solo capace di far perdere la ragione, faceva perdere la personalità, come se la persona amata fosse oggetto di ossessione tanto da oscurare la propria persona, il carattere delle proprie scelte. Per Katniss era stato esattamente questo, non riusciva a smettere di ricordare colui che tanto l'aveva fatta sentire bene, diversa, importante, forse anche solo perché le aveva sorriso sinceramente qualche volta lei si era sentita in Paradiso. Appariva impossibile far breccia in quella lastra di bellissimo marmo con cui era scolpito il viso del ribelle, eppure lei aveva la consapevolezza che qualche volta c'era riuscita. Era questo che l'aveva resa più sicura di sé e dei suoi desideri. Peccato non si fosse accorta che i suoi desideri dipendevano anche da Lex... Lei voleva essere una ribelle anche perché lo era l'angelo di cui si era follemente innamorata, ma questo pensiero non l'aveva mai nemmeno sfiorata. Adesso aveva più senso invece, come se l'essersi trasformata davvero le avesse aperto gli occhi sulla vera concezione dei fatti. Era strano come la mente potesse essere manipolata così facilmente da un sentimento così fragile come l'amore. Era il fuoco, che sembra tanto potente con il suo ardere violento, ma non appena un soffio di vento lo raggiunge vediamo tremolare le fiamme. Questo perché ciò che può sembrare ovvio, a volte non lo è, e dobbiamo imparare a conviverci. Poi un profumo intenso stuzzicò le sue narici, era un profumo familiare, che la costrinse a distogliere l'attenzione da quel riflesso. Sulla soglia della porta c'era un'ombra nera vestita di rosso, i lunghi capelli neri fluttuavano mossi dal vento gelido che arrivava dallo spiraglio aperto della porta. La principessa fece rapidamente due calcoli e giacché non c'erano finestre a circondarla, dedusse che dovevano trovarsi in una cavità sotterranea facilmente accessibile dall'esterno, ma evidentemente ben nascosta alla vista. La figura sulla soglia sorrideva -"Ti trovi a tuo agio con le nuove ali?"
La ragazza annuì più per timore che per verità.
-"Strano come un semplice incantesimo di sangue possa averti reso felice. Perché ora sei felice, giusto?" indagò il demone sgusciando all'interno della stanza con movenze fluide e quasi raccapriccianti.
-"Sai già tutto, non è vero? Perché puoi leggermi la mente. Se sei davvero colei che dici di essere puoi farlo, perché saresti figlia di una sovrana." disse Katniss facendo una smorfia, e si allontanò di un passo dall'altra.
-"Sono colei che dico di essere infatti. E non era invece un uomo quello che desideravi più di ogni altra cosa? Un angelo nero per la precisione." ridacchiò Desdemona sfiorandole la spalla.
La ragazza si ritrasse quasi tremante -"Non si può pretendere l'amore di qualcuno."
-"Dici di no?"- il demone inclinò la testa, ma ogni suo gesto sapeva di presa in giro -"Avresti soltanto dovuto chiedere." sorrise.
La ribelle novella guardò il suo riflesso nello specchio e distolse subito lo sguardo affranta -"Che vuoi?"
-"Nulla"- sibilò la figlia della Regina del Caos -"Non esigo nulla in particolare"- continuò avvicinando le labbra al suo orecchio e pronunciando le parole in un lento sussurro, quasi a volerne evidenziare la condanna. -"Da ora tu mi servirai, qualsiasi cosa io ti chiederò dovrà essere eseguita nel miglior modo possibile."- poi si allontanò e sorrise ancora. Il suo sorriso prometteva cose terribili, i suoi denti affilati che risplendevano erano un raggio di sole che tagliava l'oscurità tutt'intorno. -"allora io ti ricompenserò."
Era proprio quello che la ragazza temeva, ma capì subito che non poteva sottrarsi al suo volere, e l'assurda curiosità delle sue ultime parole la convinsero a non opporre nemmeno un sussurro. Era l'avidità che la dilaniava, e forse non si sarebbe mai liberata di questo vizio. Katniss abbassò la testa come per fare un inchino, non sapeva come inchinarsi dato che la Principessa era lei e non si era mai inchinata in vita sua, ma in ogni caso quando rialzò la testa udì solo una risata derisoria, perché Desdemona era sparita.
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Incompatible
FantasíaE se la luce e le tenebre fossero legate indissolubilmente? Un legame incomprensibile agli occhi degli altri. E se l'amore rompesse ogni schema? Una profezia avverata al limite della realtà. Bianco e nero, due verità opposte, due concetti troppo di...