9. Mai

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La notte passò lentamente... troppo lentamente. Jennifer l'aveva passata a rigirarsi nel letto. Ogni posizione non era efficace. Sembrava proprio che Morfeo non volesse portarla con sé nel regno dei sogni. Appena posò i suoi occhi sulla sveglia, un istinto rabbioso prese il sopravvento. Segnava solo le 7.00. Recuperò l'oggetto e lo scaraventò addosso al muro, con tutta la forza che il suo corpo poteva avere, frantumandolo in mille pezzi. Si alzò dal letto per accasciarsi a terra, mentre le lacrime le inondavano il volto. Dopo circa 15 minuti il telefono squillò. Non serviva nemmeno che guardasse il nome che compariva sullo schermo. Sapeva già chi fosse. Niall.

<< Piccola, come stai? >> chiese il biondo, che subito riprese a parlare, non ricevendo alcuna risposta dall'altro capo.

<< Che succede Jen? Ti prego rispondimi >>

<< Voglio stare da sola Niall... non voglio parlare né con te né con nessun altro. >>

<< Non dire così... ora vengo lì e ne parliamo >> terminò, precipitandosi in bagno per cambiarsi. Diede poca importanza a ciò che scelse di indossare. Corse velocemente fuori di casa e, con una mossa quasi da ginnasta olimpionico, salì in macchina, sfrecciando ad una velocità incredibile. Dopo pochi minuti si fermò davanti l'entrata del condominio. Entrò e si diresse verso le scale. Una volta arrivato bussò, ma nessuno aprì. Decise quindi di aprire lui. Con le mani tremanti tirò fuori la coppia di chiavi che la sua migliore amica gli aveva affidato per precauzione. Spalancò gli occhi alla sua visione. Jen era lì, con la schiena appoggiata al muro nella sua stanza da letto, con le mani che tenevano stretta la sua testa. Si avvicinò lentamente, allungando le braccia verso la ragazza. Lei alzò lo sguardo e si fiondò addosso al biondo che stava davanti a lei, cercando di soffocare i singhiozzi rumorosi che risuonavano per tutta la camera.

<< Sssh, tranquilla. Ci sono io qui con te >>

<< Non voglio venire in Italia... >>

<< Per quale motivo? >>

<< Non me la sento... non ce la faccio Niall >>

<< Ci sarò io con te. Non sarai mai sola. Mai >>

<< Me lo prometti? >>

<< Lo giuro su qualsiasi cosa tu voglia >>

<< Grazie Blondie >>

<< Di nulla piccola >> terminò il giovane, cullando ancora per qualche minuto la sua migliore amica. Le voleva davvero tanto bene. Teneva a lei più di quanto si poteva immaginare. Era la SUA Jen, e niente e nessuno doveva farla soffrire. Nemmeno la sua famiglia.

<< Scusa Niall... ma come cavolo ti sei vestito? >>

<< Perché? >>

<< Guardati! Hai la t-shirt al rovescio... non vedi? Il davanti lo hai messo dietro, scemo >>

I singhiozzi svanirono completamente, lasciando spazio a delle risate bellissime. Nonostante tutto, i due amici riuscivano sempre a trovare qualche sciocchezza per ridere e divertirsi. Il sorriso serviva sempre, soprattutto in casi tanto delicati come questo.

-

Niall e Jennifer erano a casa del biondo, accoccolati sul divano. Non se l'era sentita di lasciarla a casa da sola, per questo se l'era portata con sé. Le valigie non erano un problema. Le avrebbero fatte quella stessa sera. Per il momento non volevano pensare a nulla. La loro unica priorità era quella di distrarsi. E quale modo migliore se non guardando il film preferito della mora?

<< Si può sapere quante volte hai visto questo film? >>

<< Sssh, blondie... guardalo! Quanto è bello il mio Danny Zucco! >>

<< Accettabile. Niente di più >>

<< Stai scherzando spero! Questo è il film in cui John Travolta è all'apice della sua bellezza. Moro con gli occhi azzurri, non so se rendo l'idea. Adoro i ragazzi con i capelli scuri, sono troppo belli! >>

<< Grazie eh. Questa me la lego al dito >>

<< Ma tu sei l'unico biondo della mia vita. L'unico e il solo. Sai quanto ti amo Blondie >>

<< Così va molto meglio. Per stavolta ti perdono >>

Tra risate, canzoni e balli davanti alla tv, Grease finì dopo nemmeno due ore. Dalla stanchezza, Jen si era appisolata, appoggiando la testa sulle gambe del suo amico, mentre in una mano stringeva una porzione della sua maglietta. Sembrava avesse paura di lasciarlo andare. Ad ogni minimo movimento, la ragazza stringeva la presa, che rilassava sotto le carezze di Niall. Lui si allungò, prendendo un libro sopra il tavolino alla sua destra. Decise di leggere, cercando di non svegliare la fanciulla sulle sue gambe. Passarono alcune ore quando, finalmente, Jen si svegliò. Alzò la testa, passandosi una mano sulla faccia e stropicciandosi gli occhi.

<< Ehi Blondie, che ore sono? >>

<< Le sette. Hai fame? >>

<< Sto morendo dalla fame. Ordiniamo la pizza? >>

<< Certamente. Poi andiamo a casa tua a fare le valigie >>

<< Se proprio insisti >>

<< Insisto >>

<< D'accordo Niall >>

-

<< Questa la mettiamo? >>

<< Ma che scherzi Blondie? Quella camicia è orribile, non so nemmeno perché ce l'ho ancora >>

<< Va bene... e questo? Penso che Liam possa apprezzare >>

<< Niall metti giù il mio reggiseno! SUBITO! >>

<< Tranquilla hahahaha >>

Finite le valigie, i due le caricarono sulla Range Rover del biondo. Avrebbero passato la notte nella sua casa, così da non essere in ritardo per l'aereoporto.

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Il giorno dopo partirono, il volo era previsto per le 10.00 del mattino. Jen non voleva partire, ma doveva farlo. L'aveva promesso al suo migliore amico. Salirono sull'aereo. La ragazza sembrava assente, non era la solita ragazza allegra di sempre. Non aveva nemmeno salutato in modo caloroso gli altri membri del gruppo come era solita fare. Né un abbraccio, né un bacio. Solo un semplice sorriso, falso ovviamente. Le avevano domandato se qualcosa non andasse, ma lei aveva risposto con una semplice alzata di spalle. Non aveva voglia di parlare. Era una giornata difficile per lei. Sarebbe tornata in Italia, non a casa, ma la paura di tornare in quel paese la metteva a disagio. Il solo pensiero di essere nel stesso paese della sua famiglia la faceva rabbrividire. Il rapporto difficile che aveva sempre avuto con i suoi parenti l'avevano fatta scappare da quella casa. E ora che finalmente era riuscita ad essere sé stessa non voleva rischiare.

<< Sta dormendo? >> chiese Louis avvicinandosi a Jen che si era appisolata sulla spalla di Liam. Il motiva era sconosciuto, ma la ragazza aveva deciso di sedersi accanto al suo moro preferito durante il viaggio. Avevano ascoltato un paio di canzoni insieme, poi la ragazza si era addormentata. Non dava fastidio a Payne, anzi le passava ogni tanto una mano sulla guancia e la osservava incantato.

<< Sì. Era così stanca che solo dopo sei canzoni i suoi occhi si sono chiusi >>

<< È dolcissima... guardale la bocca! Sembra che le sue labbra formino una specie di cuoricino >>

<< Hai ragione Tommo... è semplicemente perfetta >> concluse Liam, abbassando la voce nel dire l'ultima frase. Sembrava quasi un pensiero sussurrato, infatti nessuno lo sentì. Forse Liam teneva molto a quella ragazza. Forse non la vedeva come una semplice amica. Forse si stava, pian piano, innamorando di quella forte, ma allo stesso tempo fragile, ragazza dagli occhi color cielo.

Tra le tue Braccia ||Liam Payne|| CONCLUSADove le storie prendono vita. Scoprilo ora