10. Hotel

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<< Jennifer, svegliati >>la mora mugolò tra sé nel sentire Niall chiamarla, ma non rispose.Si limitò solamente a girare il suo volto e nasconderlo nell'incavo del collo di Liam, strofinandoci contro il naso. Sembrava non volere svegliarsi. Forse il sonno, in quel momento, era un modo per farle dimenticare la realtà, e non ricordarle in che posto fosse.L'Italia. Finalmente erano giunti in Italia. Quel posto bellissimo,incantevole e romantico apprezzato da molti nel mondo, ma odiato dalla ragazza. Odiare era una parola forte, ma era la più adatta. L'unica e la sola. Dopo vari sbadigli, Jen si svegliò dolcemente,osservando i quattro ragazzi che la stavano fissando.

<< Perché mi fissate? >>domandò curiosa, ma i ragazzi si limitarono a sorriderle, mentre scuotevano la testa. Non chiese altro, era ancora assonnata, quindi si alzò in piedi e prese le sue valigie.

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<< Ragazzi finalmente siamo arrivati! >> l'entusiasmo di Louis era una di quelle cose che nemmeno la più sofisticata delle scienze mai avrebbe potuto spiegare. Jennifer si avvicinò lentamente a Niall e , come farebbe una bambina con il suo papà, strinse una parte della sua maglietta e iniziò a strattonarlo delicatamente. Il biondo si girò e, pieno di comprensione negli occhi le sorrise e la portò accanto a sé. La giovane sembrava smarrita. Osservava ogni singola cosa avesse davanti: la reception, i vasi pieni di fiori, le porte argentate degli ascensori, i scalini in marmo bianco. Erano cose semplici, già viste in molti posti ma agli occhi della ragazza assumevano uno splendore che andava oltre la loro natura. Tutti i dettagli di quel bellissimo albergo erano scrutati attentamente, e Harry sembrava essersi accorto dello stato d'animo della mora. Lei aveva raccontatola sua storia, il suo passato solo a Niall, mentre agli altri ragazzi si era limitata a dire che se ne era andata per cercare un po' di fortuna per una vita migliore. I suoi pianti, le lacrime che aveva versato in quel appartamento in un piccolo paesino della provincia di Treviso erano all'oscuro agli occhi di quei tre ragazzi. Li conosceva, questo era vero, ma riusciva a vedere come famiglia solo il biondino del gruppo. L'unico e il solo che, per il momento,potesse proteggerla. Harry si avvicinò lentamente alla ragazza e le sorrise, dopo averle sussurrato all'orecchio di non preoccuparsi e di non avere timore. Tutto sarebbe andato liscio, e niente e nessuno avrebbe intimorito quella dolce creatura. Mentre Liam, Harry e Louis presero l'ascensore, Niall e Jennifer presero le scale che li condussero fino al secondo piano. Tutti sapevano che il biondino soffriva di claustrofobia, e certamente un attacco di panico non rientrava nella lista dell'andamento della serata. Sarebbe bastato anche un semplice cigolio dell'ascensore che quegli occhi color oceano si sarebbero subito riempiti di lacrime. E questo non lo voleva nessuno, tanto meno la sua migliore amica. Il corridoio che portava alle rispettive camere da letto era molto lungo e stretto,mentre le pareti erano da poco state tinteggiate di un color rosa antico, sulle quali erano appesi alcuni quadri in stile Pop Art, una delle tecniche di pittura che più Jennifer adorava. I colori sgargianti, i personaggi ritratti con uno stile quasi fumettistico aveva sempre colpito la ragazza e, ogni volta che vedeva uno di quei dipinti, un sorriso le si imprimeva in volto. E ne aveva tremendamente bisogno. Aveva bisogno di sorridere, di vivere serenamente questa esperienza. La sua stanza era in mezzo al corridoio. Alla sua sinistra si trovava quella di Niall, a destra quella di Liam, mentre verso la fine di quel lungo corridoio si trovavano quella di Harry e quella di Louis. Ormai erano cresciuti,non erano più i ragazzini che all'inizio della loro carriera condividevano la camera da letto pur di non sentirsi soli. Ora erano adulti, veri uomini e necessitavano di avere ognuno il proprio spazio, per avere un momento di pace e tranquillità almeno durante la notte. Mentre gli altri sistemavano le proprie cose nella stanza da letto, Niall aveva raggiunto la sua migliore amica, in modo da potersi assicurarsi che stesse bene. La mora si era seduta per terra,la schiena appoggiata al letto e lo sguardo rivolto verso la portafinestra che dava sulla terrazza. Da lì si poteva osservare tutta Verona nella sua magnificenza. Era un grande ritorno quello degli One Direction. In quella città non ci mettevano piede già da un paio di anni per questo, secondo i manager, era il posto migliore per l'inizio del loro tour. "Partenza con il botto" avevano affermato. Tutto stava nella capacità dei ragazzi di fare tutto con la solita grinta e passione che dal 2010 li contrastingueva. Erano una delle band più forti del mondo, e questo titolo in qualche modo se lo erano aggiudicato. Tutto stava nel dimostrare alle loro fans che erano gli stessi di un tempo, che niente li avrebbe mai cambiati.

Tra le tue Braccia ||Liam Payne|| CONCLUSADove le storie prendono vita. Scoprilo ora