La mattina seguente Jennifer la passò chiusa in camera sua, con le tende tirate così da un permettere a nessun raggio di sole di poter illuminare la stanza. Non voleva vedere nessuno. Aveva ancora in mente quel dannato messaggio che non voleva uscire dalla sua testa. Non sapeva che fare, e l'unica soluzione che aveva trovato era stata quella di rintanarsi nel buio della stanza. I minuti passavano lenti, mentre il dolore cresceva a dismisura. Aveva bisogno di scappare, fuggire per sempre da quella situazione, ma non poteva. Decise quindi di prendere il cellulare che era sopra il comodino e compose il numero dell'unico ragazzo di cui aveva bisogno in quel momento.
<< Pronto? >>
<< Louis sono io... ho bisogno del tuo aiuto >>
<< Dimmi tutto splendore >>
<< Potresti darmi il numero di telefono di Olly? E per favore non fare domande >>
<< Certamente >>
Il maggiore dei suoi amici assecondò la giovane, che si ritrovò con un post-it in mano su cui era scritto il numero. Le mani le sudavano e allo stesso tempo tremavano. Era in balia di una crisi isterica, perché davvero non sapeva se quel ragazzo avrebbe potuto accettare un invito a pranzo. Prese un profondo respiro, mentre il suo corpo mandava giù dolore, tristezza e ogni incertezza. Digitò in modo frettoloso, e dopo soli due squilli dall'altro capo una voce assonata si fece sentire. La ragazza quasi balbettava e, fortunatamente, Olly si rese conto dell'imbarazzo che affliggeva la mora, così decise lui stesso di chiederle di uscire insieme. La chiamata durò circa cinque minuti, che sembravano essere venti sennò trenta. Finalmente avrebbe avuto nuovamente una altro modo per svuotare la testa da ogni pensiero negativo.
Jennifer's Pov
Mezzogiorno arriva quasi in un lampo,ed è da circa le dieci e mezza di stamattina che sono davanti all'armadio, indecisa su come vestirmi. Vorrei fare bella figura con Olly, ma non vorrei che con l'abbigliamento sbagliato io possa dare un'impressione errata di me stessa. Osservo l'orologio e vedo che ormai è quasi ora di andare, così mi faccio forza e cerco un abito tra i miei vari vestiti. È un tubino molto semplice, ovviamente nero, che decido di abbinare a un paio di scarpe blu notte con il tacco 15 tempestato di borchie. Sulle spalle metto un cappotto con il cappuccio ornato di una soffice pelliccia, al collo una sciarpa anch'essa nera e preparo la borsa con all'interno tutto il necessario per affrontare al meglio questa uscita. Lascio i capelli sciolti e mi metto un filo di trucco leggero, poiché anche se ho vent'anni non sono per nulla amica intima dei trucchi. Mi chiudo la porta alle spalle e scendo frettolosamente le scale, senza guardare o salutare nessuno dei miei vicini, troppo immersa nella mia ansia. Non so il motivo, ma Olly mi fa tremare, battere il cuore. Forse è la persona più indicata per farmi dimenticare di Lui, così da poter avere una vita tranquilla. Percorro la strada con un passo svelto e deciso, e in men che non si dica arrivo davanti al ristorante dove ci siamo dati appuntamento. Entro e mi guardo attorno, in cerca del mio"cavaliere", e dopo qualche minuto di osservazione delle varie persone che mi sono attorno lo vedo. È seduto su un tavolo accanto all'enorme vetrata, e si sta tormentando le mani. Forse non sono l'unica agitata. Mi avvicino lentamente e, ancora prima che possa arrivare accanto a lui, si alza in piedi e mi viene incontro. Indossa una semplice t-shirt bianca, jeans scuri con il risvolto, stivaletti neri e una giacca in pelle sulle spalle. Sembra il ritratto perfetto di un James Dean moderno. Semplicemente bellissimo e... sì, sexy devo ammetterlo. Gli sorrido dolcemente, e lui ricambia volentieri mentre mi sposta la sedia per farmi accomodare. Mi tolgo il cappotto e la sciarpa, non smettendo neanche un secondo di fissarlo. Lui lo nota subito, infatti arrossisce. Quella lieve sfumatura sulle sue guance è una cosa divina, lo rende ancora più perfetto. Un cameriere si avvicina e ci porge il menù, che decido di utilizzare così da nascondere il sorriso ebete che mi si è formato in volto. Sembro davvero una bambina che ha ricevuto il regalo più grande e bello di tutta la sua vita da Babbo Natale. E forse è proprio così: Olly è la mia benedizione venuta dal cielo, il mio angelo,la mia salvezza. Opto per un bistecca impanata con purè e contorno di insalata, mentre il ragazzo di fronte a me ordina del pesce accompagnato da verdure cotte ai ferri. Mentre aspettiamo che i nostri piatti siano pronti, decido di rompere il ghiaccio, ma è lui ad anticiparmi.
<< Grazie per accettato il mio invito a pranzo Jen... posso chiamarti così? >>
<< Certo,basta che non mi storpi il nome in Jenny. Odio con tutta me stessa chiunque mi chiami in quel modo >> affermo sicura di me, sperando che non mi chieda il motivo. Ci manca solo che io mi metta a ricordare il mio passato e l'errore più grande della mia vita. Non posso, anzi non devo... lo faccio per me stessa.
<<Perfetto... amo la gente schietta fin dall'inizio. Comunque... per quale motivo mi hai telefonato stamattina? >> alla domanda che mi ha appena posto divento rossa. Eh sì, il mio solito rosso pomodoro.
<< Volevo chiederti di uscire, ma mi hai tolto le parole di bocca. Non pensavo che anche tu volessi vedermi... >>
<< E chi te lo ha fatto pensare? È neanche una settimana che ci conosciamo, ma da quando ti ho vista in studio non faccio altro che tormentare Louis per sapere qualcosa su di te. Avevo una voglia matta di uscire conte, ma Tommo mi ha detto che è un periodo abbastanza difficile per te e che quindi era meglio se facevo le cose con calma... quindi ho aspettato finché non ho ricevuto la tua telefonata stamattina >>alle sue parole mi sento andare a fuoco. Sono lusingata e felicissima di aver suscitato interesse su un ragazzo così bello. Non riesco a formulare una risposta sensata, e fortunatamente arriva il cameriere con le nostre portate. Dio benedica quell'uomo. Vedo Olly sulle spine che attende una mia risposta, e decido di distogliere lo sguardo. Mi sento sotto pressione con lui, e non riesco a sostenere il suo sguardo. Butto l'occhio sulla strada che si vede grazie alla vetrata alla mia destra e vedo che sta iniziando a piovere. Le gocce battono incessantemente sul vetro, come se volessero entrare nel ristorante.
<< Oddio piove! >> urlo quasi, delusa da me stessa per aver dimenticato a casa l'ombrello. Colpa della mia lentezza nel vestirmi e della poca attenzione che metto ogni volta nel preparare la borsa.
<<Tranquilla, ti porto io a casa >> mi dice in un modo talmente dolce che quasi mi sciolgo. Devo ammetterlo, è davvero il ragazzo che ogni donna vorrebbe al sua fianco. Il pranzo continua in modo sereno e tranquillo. Parliamo del più e del meno, pian piano ci conosciamo. Io racconto della mia vita, del trasferimento a Londra,della forte amicizia che mi lega a Niall e dei ragazzi. Decido però di non dilungarmi molto su Liam, poiché per il momento non me la sento di spiegare il motivo dell'odio che provo per lui. Olly invece mi parla del suo passato, della sua partecipazione ad X-Factor, dei concerti e dei tour. Capisco che è una persona impegnata con il lavoro, ma che sta comunque cercando di avere una vita privata il più possibile felice e spensierata.
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Dopopranzo, Olly mi porta a casa sua. È un bellissimo attico in centro a Londra, ma rimango convinta che la casa più bella sia quella del mio Horan. Mi invita a sedermi su un immenso divano color blu notte posto al centro del salotto, ma rifiuto. Mi tolgo il cappotto e la sciarpa e mi affaccio alla finestra. La vista da quell'angolo della casa è spettacolare. Olly si avvicina cautamente a me e appoggia la mano sinistra sul mio fianco, cingendomi dalla schiena. Lo guardo egli sorrido. Nonostante sia il nostro primo appuntamento sono certa di potermi fidare di lui. È un bravo ragazzo e su questo non ho alcun dubbio. Lo prendo per mano e mi siedo sul divano, e lui si posiziona accanto a me. L'imbarazzo di stamattina se ne è andato,lasciando posto a un'incredibile sicurezza. La sicurezza di poter essere nuovamente felice. Olly appoggia le braccia sulle ginocchia, e ruota la testa per potermi guardare dritta negli occhi. Si tormenta ancora le mani, così decido di prenderle tra le mie e accarezzarle. Sono grandi, curate e con le dita lunghe. Il suo sorriso è dannatamente sexy, uno di quelli che ti conquista in meno di un secondo, che ti annebbia il cervello e ti confonde le idee. E infatti, mi sporgo verso di lui e lo bacio. Un bacio dolce e quasi superficiale, non a caso Olly decide subito di approfondire. Mi prende il viso tra le mani e inizia a mordere leggermente il mio labbro inferiore, così da potermi far socchiudere la bocca. Non esito un secondo, e mi ritrovo la sua lingua in cerca della mia. Chiudo gli occhi e mi gusto fino in fondo quel gesto. Le sue labbra rosee e carnose sanno di panna e fragola del dolce che abbiamo mangiato al ristorante... e devo dirlo, non c'è gusto migliore al mondo. Infilo le dita tra i suoi morbidi capelli, tirando leggermente le punte. Sento di poter esplodere da un momento all'altro, liberando un urlo di felicità, ma credo che sia meglio contenersi. Ci stacchiamo, ormai senza fiato e non smettiamo di sorridere l'uno all'altra. Passa nemmeno un minuto che subito mi fiondo nuovamente sudi lui. Non voglio staccarmi dal suo viso dolce e innocente. Penso di voler passare l'intera giornata, anzi l'intera vita con lui. Finalmente, riesco a dimenticarmi di Liam.
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Tra le tue Braccia ||Liam Payne|| CONCLUSA
Fanfiction1° volume della serie "Piacere, io sono L..." Il ragazzo non riuscì nemmeno a terminare la frase che lei si era già persa... persa in quei due occhi color cioccolato.