L'amore si muove CAPITOLO 33

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•L'amore si muove•
Midnight stava accovacciata sulle gambe di Anna e teneva le zampe sulle orecchie.
Anna cercava di rassicurarla.
Si sentivano urla provenire dal piano di sotto.
Anna: "Dai, che ora arriva papi a prenderci..."
Le accarezzava la testa.
Anna stava in camera sua cercando non sentire il casino che stava succedendo al piano di sotto.
Erano passati due giorni da quando era cominciato il caos.
Iris era tornata proprio quella mattina e la madre faticava nel trattenersi nel lasciarla viva.
Anna si sentiva profondamente responsabile.
Iris non sarebbe più uscita di casa per un paio di settimane.
Anna, invece, sarebbe stata ignorata a vita.
"Sei grande ormai, no? Da questo momento bada a te stessa da sola.", le aveva detto profondamente arrabbiata la madre.
Il cellulare le squilló.
Prese la gatta, la infilò nella borsa e uscì dalla camera.
Quando arrivò al piano di sotto cercò di non far caso a tutto quello che stava succedendo e uscì subito dalla porta di ingresso.
Gianluca la aspettava in macchina.
Quando entró fece un respiro profondo e tentò di sorridergli.
Gianluca: "Apposto?"
Anna: "Dai, andiamo. Ho bisogno di sviarmi un pó..."
Gianluca le diede un bacio,cpoi mise in moto e si dirissero verso il parco.
Intanto...
Iris chiuse la porta della camera con violenza.
Si buttò a sedere per terra con le spalle appoggiate alla porta e cominciò a piangere forte.
Perché tutto quel casino? Perché?
Voleva solo passare un po' di tempo con la persona che amava.
Che aveva fatto di male?
Cercò di non piangere più e prese il cellulare.
Piero l'aveva tempestata di messaggi. Era preoccupato.
Le mancava.
Aveva bisogno di lui in quel momento, più che mai.
Il suo Piero.
Era l'unica cosa che voleva davvero.
Pensò ai giorni precedenti.
Sarebbe tornata indietro se solo avesse potuto.
Le tornò in mente anche il ricordo di quella sera.
Lui, il suo profumo, il calore della sua pelle, i fiati sul collo, i brividi.
Digitó il numero e lo chiamò.
Non sarebbe rimasta chiusa lì, no.

Erano appena arrivati a destinazione.
Si vedevano già le montagne russe.
Fecero i biglietti per l'entrata e si dirissero subito verso il punto prestabilito.
Esmeralda e Franz erano già arrivati.
Erano bellissimi.
Si tenevano per mano.
Anna: "Ragazzi!"
Esmeralda: "Annina!"
Anna: "Oddio quanto siete belli!"
Franz: "Lei è stupenda."
Esmeralda gli diede una gomitata affettuosa.
Franz: "Ma è vero che sei stupenda. Sei la ragazza più bella che abbia mai visto."
Poi qualcosa interruppe la loro conversazione.
X: "UN TALIARE A ME ZITA, CURNUTO!"
Si girarono.
Ignazio ed Alessia erano appena arrivati e stavano ancora facendo i biglietti.
Ignazio era come al solito impegnato in una questione diplomatica.
Questa volta con quello che faceva la fila dietro di loro.
Ignazio: "Provaci di nuovo e ti rompo i denti!"
X: "Ma chi la guardava la tua ragazza!"
Ignazio: "TI HO VISTO!"
Ignazio stava per alzargli le mani ma Alessia lo fermò e lo trascinò via.
Anna: "Accuminciamo bone."
Ignazio: "NON FINISCE QUI!"
Alessia: "Ma la smetti di urlare? Deficiente!"
Ignazio: "LO AMMAZZO."
Gianluca: "Ma perché sempre queste figure?"
Ignazio: "GUARDAVA IL CULO AD ALESSIA, LO AMMAZZ..."
Alessia: "SSH, calmati..."
Lo accarezzó e piano piano cominciò a calmarsi.
Rividero passare il tizio di prima ed Ignazio gli alzò il medio.
Anna: "Che geloso..."
Ignazio: "Tu zitta."
Anna: "Ancora con me ce l'hai?"
Ignazio: "Ancora aspetto te che vieni a rimontarmi la mensola."
Anna: "Pi mia ta poe tenire buttata in garage."
Ignazio: "TI UCCID..."
Alessia: "E basta!"
Franz: "Andiamo? Dai, che volevo provare insieme ad Ignazio le montagne russe."
Ignazio: "Proprio quelle...?"
Franz: "Paura?"
Ignazio: "Io paura? Andiamo a fare quelle montagne di merda."
*five minutes later*
Franz: "Dio che figata!"
Alessia: "Ignazio?"
Franz: "In bagno, a vomitare."
Alessia: "Ah..."
Anna: "Chi omo!"

~Anna

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