Clarke aveva preso una decisione: restava. Restava perché non aveva nessun'altra parte dove andare, ritornare alla stazione agricola era fuori discussione, i boschi erano pieni di insidie e anche se avesse deciso di correre il rischio, sarebbe sorto un altro problema come mancanza di acqua o cibo. Aveva vissuto nei boschi per un po' di tempo, quindi sapeva com'era vivere in quelle condizioni e non le era piaciuto affatto. Il problema di restare era un altro, che era lo stesso motivo per cui si era allontanata dal suo popolo: Lexa. Per Lexa provava sentimenti confusi ma molto confusi. Era un mix tra odio e amore, la odiava per ciò che aveva fatto, ma sapeva benissimo che in fondo al suo cuore, provava qualcosa per lei ed era certa che non era odio. Fece fatica a prendere sonno quella notte ma si era stancata troppo durante il giorno, perciò poco dopo fu immersa in un sonno profondo da cui si svegliò a causa del nitrito dei cavalli fuori dalla sua tenda. Si alzò di scatto, si vestì velocemente e corse fuori a vedere cosa stava succedendo, tutti quanti erano già molto attivi quella mattina, c'erano dei soldati accanto a quei cavalli e fra di loro intravide Lexa. Non capì cosa stava accadendo, si fece largo tra la folla e andò dritto verso Lexa.
"Che sta succedendo? " chiese Clarke molto confusa
"Stiamo partendo. Forza, sali su a cavallo"
"Ma di che stai parlando? Dove stiamo andando?"
"Stiamo andando alla Polis, la capitale. Te lo avevo già accennato precedentemente"
"Perché sei così sicura che verrò?"
"Perché non hai altra scelta"
Clarke ci ragionò un po' su e Lexa aveva ragione, senza la protezione del comandante non sarebbe resistita molto all'accampamento. Perciò salì sul cavallo, e dopo aver preso tutti i rifornimenti necessari per il viaggio, partirono.Durante il viaggio....
Il primo giorno passò in silenzio, nessuno disse nulla se non per avvertire dei diversi ostacoli che c'erano per la strada. Clarke non aveva intenzione di rivolgere la parola a Lexa, era decisa in questa sua impresa, Lexa invece, cercò di trattenersi nell'interragire con la biondina, voleva darle spazio, tempo per pensare, tempo per rimarginare le ferite, se voleva riconquistare la sua fiducia doveva mostrarle che si poteva fidare ancora di lei, e che quella situazione che l'aveva spinta a prendere quella decisione, non sarebbe più accaduto. Questa specie di quiete era abbastanza imbarazzante per tutti, nessuno diceva niente e appena gli sguardi delle due leader si incontravano accidentalmente, si giravano dall'altra parte. Il viaggio procedette tutto secondo i piani, ma ci fu un piccolo intoppo prima di arrivare alla capitale: un piccolo esercito della nazione del ghiaccio si era appena scontrata con l'esercito dei grounders.
"Clarke, nasconditi, adesso!" Ordinò Lexa
"Cosa? Cosa sta succedendo?" Chiese Clarke confusa
"La nazione del ghiaccio! Vai, adesso vai!" Ripeté il comandante
"Cosa? No, io resto a combattere!" Ribatté la biondina
"A meno che tu non abbia imparato a combattere con la spada è meglio che tu ti nasconda, qua ci penso io. Tu vai con lei, assicurati che stia bene" disse Lexa, ordinando a un suo soldato di scortare Clarke
Clarke capì la situazione è decise di fare come diceva lei, perciò annuì come segno di approvazione.
Il leader degli skaikru scappò, si nascose dietro l'albero senza perdere di vista Lexa, intanto il leader dei grounders estrasse la spada e con il suo esercito andò in contro all'esercito nemico. I'm quel momento Clarke poté ammirare le doti di combattimento di Lexa, non l'aveva mai vista combattere prima d'ora, e questo le faceva molto effetto, infatti rimase a guardarla con ammirazione per tutto il combattimento. Dopo un estenuante battaglia, i grounders erano finalmente riusciti a battere i loro nemici, anche se ciò aveva portato delle vittime, ma questo era inevitabile. Clarke uscì dal suo nascondiglio e corse verso Lexa, che nel frattempo si stava ripulendo del sangue del nemico.
"Sei ferita da qualche parte?" Domandò preoccupata Clarke
"Sto bene" rispose subito Lexa, però apprezzando la sua preoccupazione.
Il leader del popolo del cielo si guardò attorno, erano circondati da corpi senza vita, non ne aveva visti così tanti da Mount weather, ciò le fece molto impressione e anche molto male. Lexa notò l'espressione preoccupata della sua compagna, e disse per rassicurla
"I sacrifici sono inevitabili quando si tratta di guerra, Clarke. Queste persone hanno sacrificato la loro vita per una buona causa"Clarke aveva ripreso a parlarle in un certo senso e questo non diede altro che gioia al cuore della giovane grounder, pensava infatti che si stava avvicinando a lei in qualche modo, anche se a piccoli passi. La verità è che Clarke era veramente preoccupata, non ci aveva pensato due volte a correre verso di lei, era stato un gesto molto istintivo come la domanda che le aveva fatto. Questo tipo di legame che c'era tra le due era strano, misterioso, entrambe cercavano di proteggere l'una e l'altra, e ogni gesto che facevano, ogni parola che dicevano non faceva altro che rivelare i loro sentimenti, le loro emozioni, ma purtroppo nessuno delle due era consapevole di ciò.
Spazio autrice
Eccomi qua! Cerco di fare il mio meglio per allungare questi capitoli e rendergli interessanti, purtroppo non mi viene l'ispirazione, quindi mi sono sforzata di buttare giù qualcosa. Onestamente non mi piacciono molto gli ultimi capitoli che ho scritto (nonostante non ne abbia scritti tanti) però spero che mi arrivi la giusta ispirazione per rendere migliore questa storia.Ps. Per chi seguisse la programmazione americana della serie TV, vorrei chiedere cosa ne pensa del nuovo episodio che è uscito (3x05) A parer mio Lexa ha fatto bene a non vendicarsi, non avrebbe fatto altro che spargere altro sangue, ma penso comunque che giustizia deve essere fatta per le 300 persone innocenti che sono state uccise. E se c'è qualcuno che merita di morire per ciò che è successo è Pike. Con questo concludo e vi auguro buona lettura!

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Clexa's story
FanfictionÈ il continuo dopo la seconda stagione, incentrata su Clarke e Lexa.