War

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Spazio autrice
Chiedo umilmente scusa per non aver aggiornato per due settimane, ma purtroppo sono stata impegnata con la scuola dato che manca un mese alla fine e i miei cari professori non finiscono mai di fissare verifiche su verifiche, per non parlare delle interrogazioni giornaliere. Per farmi perdonare, pubblico due capitoli e spero che vi piacciono. Inoltre mi sono accorta dei numerosi errori che ci sono e che cercherò di sistemare al più presto possibile. Colgo anche l'occasione per ringraziare chi segue la storia, l'apprezzo davvero molto. Vi auguro buona lettura!

Lexa fu chiamata nella sala del trono, dove tutti gli ambasciatori la stavano aspettando, Titus la raggiunse poco dopo.

"Che diavolo sta succedendo qui?" Domandò minacciosamente Lexa

"Gli eserciti della regina del ghiaccio si stanno avvicinando pericolosamente alle porte della città, sono più di 500 uomini e sono tutti armati. Ci stanno dichiarando esplicitamente guerra. Cosa pensa di fare, Heda?"

"Dove sono i delegati della Nazione del ghiaccio?" Chiese furiosa la comandante

"Siamo qui" disse Kyle, uno dei due ambasciatori della Nazione del Ghiaccio, mentre stava andando verso la comandante, affiancato da Costia.

"La vostra regina sta avanzando minacciosamente verso la mia capitale, voglio immediatamente una spiegazione!" Ordinò Heda

"La regina sta venendo a prendersi ciò che è suo. Verrà a prendere il vostro trono che non vi appartiene" rispose con schiettezza Kyle

"Questo è un atto di guerra e tutti coloro che hanno partecipato a questo colpo di stato, verranno giustiziati uno ad uno con l'accusa di alto tradimento" Minacciò Lexa, con gli occhi pieni di rabbia

"Portate via i due rappresentanti della Nazione del Ghiaccio, metteteli in due celle separate, non devono avere contatti con nessuno e assicuratevi che nessun individuo entra o esca dalla Polis. Date l'allerta a tutta la città, siamo sotto attacco!" continuò la giovane dagli occhi verdi

Costia e Kyle furono portati in due celle opposte, Lexa, nel frattempo, stava preparando un piano di attacco, questa avanzata l'aveva colta di sorpresa e doveva pensare un modo per riunire i suoi eserciti.
Mentre il comandante faceva su e giù per preparare la sua prossima mossa, Titus stava là a guardarla, fin quando non ruppe il silenzio che c'era fra i due e disse: "Heda, ho bisogno di parlarti"

"Non ora, Titus. Abbiamo ben altro di cui discutere"

"È importante"

"Anche questo. Quindi se non hai dei suggerimenti validi per respingere le truppe di Nia, ti consiglio di uscire da questa stanza e lasciarmi sola, ho bisogno di spazio per pensare"

"È colpa mia. È colpa mia se Costia se n'è andata e ti ha lasciato"

"Di cosa stai parlando?"

"Le ho detto io di andarsene, è stata colpa mia. Ero a conoscenza di Nia e dei suoi piani e sapevo che non avrebbe smesso fin quando non ti avesse visto morta, così insieme a Costia, abbiamo escogitato un piano che non includeva la tua partenza nel regno dei morti. L'accordo con Nia è stata una mia idea, le ho chiesto io di proporlo perché ero sicuro che avrebbe accettato."

"Perché adesso? Perché me lo stai dicendo adesso?"

"Così che tu possa fidare di lei. Non m'importa affatto della sua incolumità ma m'importa della tua, mia cara Heda, siamo in guerra e dobbiamo capire di chi fidarci."

"Lei ti ha chiesto di dirmi la verità?"

Titus annuì. Lexa sentiva che qualcosa non andava, perché mai Costia avrebbe dovuto chiedere al suo consigliere di riverlarle la verità riguardo alla sua partenza? Perché in questo momento? Quando la guerra era alla porte. I diversi dubbi affollavano la mente della comandante che non trovava una via d'uscita per questo gran dilemma, perciò decise di fare l'unica cosa che era in suo potere di fare: parlare faccia a faccia con Costia.

"Lexa! Che sorpresa vederti! Riguardo alla regina, ti giuro che non ne sapevo niente."

"hai detto a Titus di dirmi la verità su di te. Perché?"
"perché dovevi saprei la verità"
"quindi non c'entra il fatto che sei un suddito della regina?"
"di che stai parlando? Ti ho già spiegato le mie ragioni e non stavo assolutamente mentendo, perché credi che io stia ancora qua in polis? Sono restata per te. Non pensi che se lavorando veramente con la regina, me ne sarei scappata il prima possibile prima che tu mi scoprisse? Lexa, mi conosci, non ti farei mai una cosa del genere"
"provalo. Dimmi cosa ha in mente la regina, solo in questo modo potrò crederti. "
"io... io non lo so, okay? Te l'ho già detto, io non so niente"
"non ti credo, penso che tu sappia più di quanto dici, come penso che tu abbia costretto Titus a mentirai su di te"
"Lexa, ti prego, non sto mentendo. Sono io, sono Costia, la stessa Costia con cui giocavo tanto tempo fa, la stessa ragazza che hai detto di amare. Lexa, per favore, sono io, sono io..." Disse Costia disperata, urlando inutilmente il nome della comandante, la quale aveva già intrapreso la via di uscita.
Lexa tornò in camera, cercando di capire come controbattere la Nazione del Ghiaccio, ma si era dimenticata che la sua stanza non era vuota e che all'interno l'aspettava una persona che le stava molto a cuore.
"Clarke!" esclamò la giovane comandante
"Ci hai messo un po'. Che sta succedendo? "
"Siamo quasi sotto attacco, la nazione del ghiaccio si sta avvicinando alle porte della città, ha intenzione di attaccarci, ha intenzione di uccidermi" spiegò a Clarke
"E quindi cosa faremo?" Domandò preoccupata la bionda
"Le andremo incontro. È L'unica possibilità rimasta. Tu resta qui, ho bisogno che tu rimanga al sicuro"
"Cosa? No. Non puoi lasciarmi qua per sempre. Vengo con te"
"È pericoloso, Clarke. È meglio che tu resti"
"Lo so. Ma non posso rimanere qua e pregare che tutto vada bene. Non posso rimanere qua, sapendo che tu sei là fuori a rischiare la tua vita. Non posso. Non ci riesco" Disse Clarke, con la voce che le tremava.
Lexa si impietosì, rendendosi conto che la sua amata aveva ragione. Se fosse stata lei a dover rimanere intrappolata in quelle quatto mura, probabilmente avrebbe dato di matto, perciò decise di portare con sé Clarke, prendendo ovviamente le giuste precauzioni.
E così, Lexa, Clarke, I due ambasciatori della Nazione del Ghiaccio e altri 500 uomini partirono, uscirono dalla città e si diressero verso nord, dove il nemico stava avanzando lentamente. I due prigionieri erano legati con delle corde ai polsi, per quanto sarebbe stato divertente e di lezione trascinarli, decisero di trasportarli a cavallo, uno messo in un cavallo assieme a una guardia che lo controllare e l'altra in un altro. Il viaggio durò poco, sia per la velocità con cui era partiti, sia l'avvicinamento del nemico. 200 metri di distanza, si sentiva già le urla dei soldati che stavano venendo, Lexa fermò il suo esercito, avrebbe aspettato in quel luogo.

Clexa's storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora