La conversazione tra Titus e Costia continuò.
"La terrà al sicuro da te" rettificò Costia
"Lei non ha nessun motivo per avere paura di me" si giustificò Titus
"Non sto parlando della paura, bensì delle tue bugie"
"Che le sono servite per sopravvivere" aggiunse Titus
"È questo che ti ripeti ogni volta che ti guardi allo specchio? Che hai fatto tutto questo per tenerla al sicuro? Mi domando come sei riuscito a dormire dopo quello che hai fatto, perché dopo ciò che ho commesso, mi ha tormentato giorno dopo giorno e non c'è stato notte in cui ho dormito tranquillamente, senza svegliarmi all'improvviso, turbata e spaventata"
"Il fine giustifica i mezzi"
"Continua a ripetertelo, perché sta funzionando, ci stai realmente credendo. Adesso è l'ora che tu vada, tutto ciò che c'era da dire ce lo siamo detti ma prima voglio avvertiti che se proverai ancora una volta ad entrare nella mia stanza senza il mio permesso, verrai severamente punito"
"Da quando ti sei messa a minacciare?"
"Da quando mi hai costretto a lasciarla, a lasciare la mia vita. È tutta colpa tua se adesso sono così, sappilo"
Titus andò via, lasciando Costia sola nella sia camera, che in quel momento rifletteva sulla persona che era diventata, su cosa era ormai capace di fare.
Lexa andò nella camera di Clarkee vide che stava preparando le valige per andare via dalla capitale, sapeva che un giorno questo sarebbe successo, che l'avrebbe lasciata, ma non si sarebbe mai aspettata che quel giorno fosse oggi.
"Te ne stai andando?" Chiese il comandante
"Non è piuttosto ovvio? Non ho più nessuna ragione per qui, è ora per me ritornare a casa"
"Non hai più nessuna ragione? Qual era quella che avevi prima?"
"Io..." Clarke prima di dire qualunque cosa ci riflettè su, non sapeva esattamente cosa dire, quindi cercò di raggirare la risposta
"Per la mia sicurezza" mentì la bionda
"Certo. Hai detto che tornerai a casa, quindi adesso hai finalmente capito qual è la tua casa"
"Sì"
Gli occhi verdi del comandante mostravano chiaramente segni di dissenso, dolore, sofferenza, amarezza e dispiacere, vedere la ragazza che ama andarsene, le spezzava il cuore, purtroppo non poteva opporsi a questa decisione perciò decise di appoggiarla e l'aiutò a preparare tutto il necessario per il lungo viaggio
"Non devi per forza aiutarmi" disse Clarke rivolgendosi a Lexa
"Lo so, ma voglio farlo"
Quando tutto fu pronto per la partenza, Lexa si avvicinò a Clarke e la avvertì di stare attenta, lei annuì e poi insieme al suo popolo partì per tornare a casa. il comandante restò a guardarli andarsene, finché non fossero spariti del tutto dalla sua vista, poi rientrò nelle sue stanze per avere un po' di tempo da sola a meditare.
Il gruppo del popolo del cielo si era fermato per la notte, sarebbero ripartiti la mattina successiva, il cielo si era ormai fatto scuro quindi accesero il fuoco per illuminare la zona di appostamento e per arrostire la carne che era stata fornita in precedenza dai terrestri. Clarke era seduta davanti al fuoco, Octavia la raggiunse e parlarono per un po', riflettendo sulla situazione che si era creata.
"Sono felice che tu abbia preso questa decisione, era ora che tu tornassi dal tuo popolo" disse Octavia guardando dritto negli occhi azzurri della ragazza
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Clexa's story
FanfictionÈ il continuo dopo la seconda stagione, incentrata su Clarke e Lexa.