Truth

2.8K 112 19
                                        

Narratore's POV
La luce del giorno penetrò le finestre della camera di Costia, che stava tranquillamente riposando sul suo letto, non si sentiva assolutamente a suo agio in quel posto, erano passati ormai anni dall'ultima volta che aveva visto la Polis ed erano cambiate tante cose di cui adesso voleva esserne a conoscenza. Ma il suo obiettivo principale era quello di parlare pacificamente con Lexa, però avrebbe aspettato un po' di tempo a farlo data l'ultima discussione che avevano avuto. Ma tutto cambiò quando la guardia entrò nella sua camera e disse "Heda gaf ai yu op" (il comandante vuole vederti) *non so se sia giusto ma ci ho provato xD*
Lei annuì e rispose "arrivo subito". La guardia aspettò fuori e chiuse la porta, poi quando lei finì di prepararsi uscì dalla sua camera , andarono insieme verso la sala comune dove Lexa stava aspettando.

"Lasciateci" ordinò la comandante e così le guardie fecero

"Spiegati" continuò il leader dei grounders

"Spiegare cosa?" Chiese un po' confusa Costia

"Dovresti essere morta, hanno lasciato la tua testa sul mio letto, quindi adesso spiegami com'è possibile che tu possa essere davanti a me in carne ed ossa" disse arrabbiata Lexa, alzando un po' la voce

"La regina sapeva che tu saresti stata il prossimo comandante, perciò ti voleva ferire, ti voleva morta perciò mandò dei sicari ad uccederti, si erano infiltrati a palazzo senza che nessuno se ne accorgesse, ti avrebbero uccisa durante la notte, quando dormivi, ma qualcosa andò storto e quel qualcosa eravamo noi. La notte in cui saresti dovuta morire, venni in camera tua e come tu ben ricordi, passammo la notte assieme, quindi non ebbero l'occasione di farti fuori, ma allo stesso tempo, seppero della nostra relazione, che poi la regina ha abilmente usato come arma contro di te. Il giorno successivo mi rapirono, mi portarono da Nia e con lei feci un accordo, che consisteva nel fingere la mia morte con solo scopo di ferirti, di ucciderti dentro che per lei sarebbe stato più efficace che toglierti realmente la vita. Come ben sai, accettai l'accordo, non perché non ti amassi, ma per proteggerti, perché sapevo che non si sarebbe mai fermata finché non ti avesse visto morta e poi aveva già fatto entrare i suoi uomini una volta, non le sarebbe risultato difficile farlo una seconda volta. Ho lasciato che prendesse me per lasciare in vita te e non mi pento affatto di questa mia decisione, perché preferisco che tu viva odiandomi che morire, amandomi. Non è stato difficile fingere la mia morte, è bastato solo trovare una ragazza che più mi assomigliava, truccarla nel mio stesso modo e poi tagliarle la testa, non eravamo totalmente sicuri che non avresti controllato se fossi davvero io, ma ho confidato nel tuo buon cuore che non avresti guardato un secondo di più la mia testa mozzata. So come ti senti, ferita, addolorata, delusa, tradita, ma ho fatto tutto ciò proprio perché ci tenevo a te e ci tengo ancora, per questo sono qua oggi, per assicurarmi che la regina non provi ancora ad ucciderti, per tenerti al sicuro" spiegò con le lacrime agli occhi e quasi sul punto di piangere e con la voce tremolante dal dolore causato nel ripercorrere i vecchi tempi, dove erano felici, ma che ora non rimane solo che un bel ricordo.

A Lexa gli occhi si erano già fatti lucidi, quel racconto l'aveva davvero colpita, non avrebbe mai immaginato una cosa simile ma nonostante capisse la ragione per cui l'aveva fatto non riusciva comunque a perdonarla perché l'aveva ferita troppo profondamente.

"Tu non hai idea di quanto io abbia sofferto. Quando vidi la tua testa sul mio letto, tutto quanto mi crollò addosso, sapere che tu eri morta, mi distruggeva dentro, perché il motivo per cui lo eri, ero io. I giorni seguenti sono stati pessimi, non uscivo dalla mia camera, passavo le notte insomnie perché c'era quel senso di colpa che mi tormentata tutto il tempo, ma il giorno peggiore è stato il giorno del tuo compleanno, il giorno che aspettavi da tanto e sapere che tu non lo potevi festeggiare a causa mia, mi faceva ancora più male. Durante gli anni, mi sono chiusa in me, non ho lasciato che nessun'altra entrasse nella mia vita, nel mio cuore, seguendo il consiglio di Titus perché il pensiero di te mi tormentava ogni giorno, il senso di colpa mi stava mangiando dentro e pensavo veramente che stando con un'altra ti avrei mancato di rispetto però poi, quando ti ho vista fianco a fianco alla regina, la ferita si è riaperta ma questa volta faceva male più di prima, perché poi ho capito, mentre il senso di colpa mi consumava dentro tu eri dalla parte del nemico" Queste parole uscirono tutto in un colpo, il dolore stava prendendo il sopravvento, in quel momento era controllata dalla rabbia e dalla tristezza.

"Lexa" disse molto a bassa voce, questa parola le uscì dalla bocca in modo istintivo, ed era piena di dispiacere e dolore, non era sia intenzione ferirla così tanto, ma nel momento della decisione, aveva tenuto in conto tutto perciò sapeva di aver fatto la cosa giusta

"Mi dispiace, so che adesso non mi vuoi perdonare e forse non lo farai mai, però era giusto che tu sapessi la verità, puoi odiarmi quanto vuoi ma io non smetterò mai di amarti, puoi credere o meno alle mie parole però voglio che tu sappia che io ti amo ancora nonostante il tempo passato" continuò l'ex amante

In quel momento Lexa riflettè se lei provasse ancora qualcosa per la ragazza che le era davanti, il problema era che era troppo in preda alle emozioni che non riusciva a controllare, però capì una cosa, cioè che fra loro due c'era ancora qualcosa che le legava, perché Costia era sempre la solita a farle perdere il controllo e in quel momento lo stava facendo ancora.

"Hai detto che sei qua per prottegermi, allora dimmi, quali sono i piani della regina?" Con questa domanda Lexa tornò un pochino in sè

"Mi dispiace, ma non posso rivelarteli"

"E quindi come pensi di prottegermi?"

"Anche questo è un'altra informazione che non mi è concessa dirti"

Costia rimase a guardarla per un paio di minuti, poi se ne andò, voleva ancora lasciarle spazio per farla riflettere sulle parole che le aveva detto e se ne andò dicendo "a dopo Heda"

Lexa ebbe poco tempo per pensare e stare sola, perché Titus entro nella stanza, lei disse subito "non è il momento Titus" ma lui rispose annunciando: "Skaikru sono qui e vorrebbero parlare con te"

"Di cosa vorrebbero discutere? Se è per Clarke riferiscili che sarà nostra ospite ancora per un po' per ragioni politiche e di sicurezza"

"Sono qua per parlare di Lincoln e della sua condanna a morte"

"Okay, chiama tutti gli ambasciatori, stasera decideremo la sorte di quell'uomo"

"Sì heda"

Spazio autrice
In questo capitolo c'è una citazione presa da Arrow (una serie TV che va in onda sullo stesso canale di The 100) ed è la seguente "preferisco che tu viva odiandomi che morire amandomi", questa frase mi è rimasta impressa in mente e ho deciso di metterla nel capitolo.

Clexa's storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora