Recovery

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Clarke aprì gli occhi lentamente ma appena vide Lexa sveglia, si tirò immediatamente su e sgranò gli occhi.
"Lexa? Sei veramente tu? Questo non è un sogno vero?" Domandò con un filo di voce, mentre con le mani accarezzava il viso della Heda. La donna dagli occhi color smeraldo sorrise, e rispose dolcemente di sì. La bionda tirò un sospiro di sollievo e poi l'abbracciò istintivamente, stringendola fra le sue braccia come se non volesse più lasciarla.
"Mi sei mancata anche tu" affermò la ragazza con un tono di voce lieve, a causa della presa troppo forte dell'amata.

"Pensavo che mi stessi lasciando. Per sempre" rispose l'altra a bassa voce, facendo percepire la profonda tristezza che aveva, nel dire quella frase.

"La morte non è la fine" ribattè la comandante

Clarke mollò la presa e la guardò dritto negli occhi  per qualche secondo,  poi abbassò la testa e fece un timido sorriso; si ricordò di quel giorno in cui la giovane leader gliel'aveva detto, quando entrambe scapparono da un gorilla ed erano un passo ad essere uccise.

"Ho fatto un sogno strano" disse Lexa

"Cosa vuoi dire?" Domandò la bionda

"Non saprei come spiegartelo, è tutto così confuso"

"Se era un sogno allora deve essere bello. E poi avevi un'espressione molto tranquilla quando eri in coma"

La leader dei 12 clans si sforzò di fare  chiarezza nella sua mente così che potesse raccontarlo all'amata.

"Ho rivisto mia madre, o almeno sembrava lei. Io, io ero piccola, avrò avuto 5 anni al massimo, lei mi aveva chiamato per mangiare e io corsi immediatamente a lavarmi le mani per poi andare in sala da pranzo, dove tutto era preparato e pronto a dovere. Appena mi sedetti sulla sedia, iniziai a ingurgitare tutto velocemente, finché mia madre non mi sgridò, consigliandomi di rallentare prima che mi venisse il mal di pancia.
Successivamente degli uomini vennero a casa mia, mi portarono via da mia madre e poi..."
Lexa sospese il suo racconto, la testa iniziava a farle male, ricordare le faceva male, la bionda si avvicinò alla comandante preoccupatissima, la seconda le fece segno di star bene e continuò la storia:
"Mi ritrovai improvvisamente in un luogo sconosciuto, strano. Era come se fossi sospesa nel nulla, ma non ero sola, con me c'era Costia, mia madre e..."
Ancora una volta la storia fu interrotta, Lexa adesso ricordava ogni singolo particolare, ricordava come finì quel suo misterioso sogno.

"E? E chi, Lexa? Chi?" Domandò incuriosita e ansiosa Clarke

"Tu, Clarke. Insieme a me, Costia e mia madre, c'eri anche tu. Costia mi ha chiesto di scegliere fra te e mia madre, che eravate intrappolate in queste enormi gabbie per uccelli, prima però, ebbi l'occasione di ascoltare, dopo tanto tempo, la voce di mia madre, era così dolce e calma, proprio come me la ricordavo. Mi disse che era dispiaciuta per avermi lasciato, che le sarebbe piaciuto vedermi crescere e che mi voleva bene. E poi, poi la terra iniziò a tremare e il tempo a scorrere, quindi Costia mi  costrinse a fare questa maledetta scelta e io ero indecisa, volevo correre da entrambi le parti, non volevo perdere nessuna delle due, ma quando quelle gabbie si sono aperte e voi iniziavate a cadere, ho lasciato che il mio istinto, il mio cuore facesse questa scelta"

"Chi scelsi?"

"Ricordi cosa mi hai detto quando decidessi di ritornare ad Arkadia ma ritornassi da me?"

Clarke la guardò un po' confusa, non capiva cosa le voleva dire.

"Sì. Ti dissi che anche se poteva sembrare assurdo, tu eri la mia casa e che  dovunque andrai o saresti, io sarei tornata sempre a casa, sarei sempre tornata da te" rispose

"Ed è quello che ho fatto" disse la mora con le lacrime agli occhi

"Sono tornata a casa dal nulla solo per te. Perché così come tu tornasti e torneresti da me, io sono tornata e tornerò da te. Da quando ti ho ritrovata dopo Mount Weather, l'unica cosa che volevo, era che tu fossi al sicuro, e che poi mi perdonassi per quello che ti avevo fatto, ma ciò che desideravo di più, era che tu stessi al mio fianco, che tu stessi con me, e dopo che tutto quello per cui avevo lavorato così duramente per otternerlo era accaduto, non volevo e non voglio che svanisca, per questo sono tornata da te, perché finché il tuo cuore batterà, io avrò sempre una ragione per vivere, per lottare.
Sei la mia salvezza, Clarke. Sei la luce nell'oscurità, il calore durante il freddo ma soprattutto l'amore quando c'è solo ed esclusivamente odio.
Prima che tu dica qualcosa, lasciami finire il mio discorso. Sei stata la prima a farmi credere che l'amore non è una debolezza, ma che è forza, quel tipo di forza che ti fa superare ogni avversità, ogni dolore e ogni male, facendoti oltrepassare ogni limite, che ti fa sperare in qualcosa di più bello, di migliore, e grazie a te, sono riuscita a capirlo e non potrei esserti più grata. È grazie a te, Clarke Griffin kom skaikru, se sono ancora viva."

La ragazza del popolo del cielo non si aspettava un simile discorso, soprattutto fatto dalla persona che le stava di fronte, a quanto pare stare faccia faccia con la morte, le aveva tirato fuori quella parte più vulnerabile e umana, infatti la giovane dagli occhi azzurri rimase sorpresa e non disse nulla per qualche minuto per poi aprire bocca e dire:
"Non devi ringraziarmi proprio di nulla, Lexa. Penso che sei ora sei qua, è solo grazie a te, alla tua forza e alla tua perseveranza nel raggiungere i tuoi obiettivi. Tu sei quel tipo di persona che continua ad andare avanti nonostante il mondo ti stia cadendo addosso, che sa riconoscere i propri sbagli e a farsi perdonare per ciò, sei quel tipo di ragazza che nasconde i suoi sentimenti ma che li apre nel momento giusto, sei quel genere di guerriera che farebbe a pezzi il mondo e che lo ricostruirebbe migliore ma soprattutto sei quel genere di comandante che riesce a pensare e ragionare nelle condizioni più tese e difficili, che mostra la sua spietatezza e la sua misericordia a coloro che se la meritano, che sa quando è tempo di guerra e di pace, ma quello che mi ha colpito di più è stata la tua saggezza, le tue parole non solo hanno colpito il tuo popolo, hanno colpito anche me. E per tutto questo, io mi inchinerei e giurerei fedeltà a te, Lexa. Mi hai chiesto di perdonarti e io l'ho fatto, adesso sta a te, perdonare te stessa, perché sotto tutta quell'aria da dura, so che c'è quella ragazza di cui ti ho parlato, so che c'è di più della grande e spietata comandante Lexa.
Mi hai insegnato ad essere un leader, ad essere migliore e ti sono infinitamente grata.
Quindi non sei tu che devi ringraziare me ma io che devo ringraziare te, per essere la fantastica persona che sei veramente"

Una lacrima scese alla mora che stava ascoltando attentamente, parola dopo parola, la sua dolce amata, colpita dalla sia risposta. Clarke posò delicatamente la sua mano sulla guancia destra della ragazza, e asciugò la goccia con un tocco leggero del pollice.

Spazio autrice
E dopo tanto tempo sono ritornata con un nuovo capitolo e spero che vi piaccia

Clexa's storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora