Capitolo 7

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I raggi filtrano dalla finestra illuminandomi il viso. Apro un occhio... Cazzo!!! Sono le 7 e 45!! Non mi è suonata la sveglia e il campanello non smette di suonare. Mi alzo di scatto e scendo frettolosamente le scale. Chi caspita è a quest'ora che rompe le palle? Mi precipito alla porta per rivolgere quattro chiacchiere con chiunque sia ma appena la apro mi blocco di scatto. Un ciuffo castano e quei gli occhi così penetranti  mi hanno pietrificata. La sua espressione non è arrabbiata ma furiosa. Rimaniamo entrambi a bocca aperta finché la sua voce non mi sveglia dal mio stato di trans.

"Perché sei ancora in pigiama!!"-non capisco perché questa domanda così sto per chiudergli la porta in faccia ma lui la blocca come se già lo sapesse. Emetto un urlo di frustrazione e me ne vado in camera mia lasciandoli lì in palato con uno sguardo confuso e con la mascella praticamente a terra.

Faccio dei respiri per riprendimi.

'Che diavolo ci fa lui qui!'

Entro in camera mia e velocemente prendo la biancheria intima e corro in bagno a lavarmi. Mi sciacquo la faccia e mi cambio. Cerco di pettinarmi il mostro che mi ritrovo in testa ma con scarsi risultati. Alla fine decido di farmi una coda alta. Mi lavo i denti e apro la porta del bagno.

Mi ritrovo Luca davanti. Merda sto in intimo! Ci mancava solo questo.

"Chiudi gli occhi!"

Sul suo volto si forma quel sorriso strafottente. Mi sta squadrando. Il suo sguardo si ferma sul mio seno fasciato con un reggiseno di pizzo nero che mi fa risaltare la terza che mi porto.

Dopo quella manciata di secondi i suoi occhi fissano i miei. Mi sento andare a fuoco e non solo perché sono abbastanza imbarazzata ma perché il suo sguardo mi brucia la pelle.

"Perché? Mi piace quello che guardo"

"Oddio..."-lo scanso e mi precipito in camera mia per mettermi qualcosa a dosso.

Ho la consapevolezza che mi stia guardando e anche che mi stia seguendo. Provo a non farci caso e vado a prendere qualcosa nell'armadio.

Mi metto una maglietta bordò che mi arriva all'ombellico e un paio di jeans a vita bassa. Mi infilo le mie vans bianche e prendo una felpa. Controllo l'ora. Cazzarola le otto e dieci. Come caspita faccio ad arrivare a scuola. 

"Tutto ok?"

Mi giro verso quella voce. Luca è appoggiato allo stipide della porta con un sorretto pervertito stampato in faccia. Mi ero completamente dimenticata che lui stesse lì. 

Questa giornata già è iniziata da schifo.

"No,sono le otto e dieci,sto in ritardo per scuola,mi hai visto mezza nuda e hai quel sorriso da cretino in faccia e ancora non ho capito perché tu stia qui"

Il suo sorriso si allarga e con qualche passo me lo ritrovo a due centimetri dalla faccia.

"Sono qui perché ti avevo detto che ti portavo io e che pranzavi con me..."

Oddio me l'ero completamente scordata. Ma perché proprio oggi la sveglia non doveva suonare? Non poteva farmi questo scherzo domani?

"A scuola ti ci porto io con lo scooter e entreremo in seconda ora. E poi anche tu mi hai visto mezzo nudo quindi....siamo a posto"

Mi allontano un po da lui ricominciando a respirare. Non so per quale motivo stavo trattenendo il fiato e non voglio nemmeno scoprirlo. Insomma lo conosco da ieri non mi può già piacere. E poi lui è uno di quelli stronzi,e io non mi innamoro mai degli stronzi.

"E sono sicuro che non sarà nemmeno l'ultima volta"

Ti prego,ti prego fa che non l'abbia detto veramente. La mia mascella è finita sul pavimento. Lui mi rivolge un sorriso furbo accennando alla fossetta e con due dita mi chiude la bocca. Poi mi fa l'occhiolino e  si gira dicendomi che va a preparare lo scooter.

Mamma mia quanto è spacciato questo ragazzo,mi fa venire i nervi a fior di pelle.

Lo seguo con lo zaino in spalla e il mio adorato telefono in mano. 

Quando esco non lo vedo più. perfetto ora mi tocca andare a scuola a piedi. A questo punto potevo anche rimanere a letto. Ad un tratto un boato mi fa sussultare. Mi giro e vedo Luca sopra un toro. Oddio preferisco andare a piedi più tosto che spezzarmi il collo.

"Dove vai? Ti ho detto che ti portavo io"

"No grazie preferisco andare a piedi"-continuo a camminare finché non sento qualcuno tirarmi per i braccio. Mi giro di scatto e mi ritrovo intrappolata tra le braccia di Luca. Il suo respiro mi accarezza una guancia. Il suo profumo mi invade i sensi. Sa di buono,di menta e muschio.

"Non mi dire che hai paura"-e di nuovo quel suo solito sorrisino ma stavolta forse,un pò meno scontroso.

Non riesco a parlare,è troppo vicino e mi fa uno strano effetto. Lui sembra accorgersene infatti si abbassa fino al mio orecchio e mi sussurra:-"Sei sicura che non ti sia già innamorata di me?"

Scuoto la testa e in un sussurro riesco a parlare "Non sono innamorata di te..."

Si alza di scatto. Il suo sorriso è scomparso e il suo sguardo è più rassicurante,più dolce. 

"Allora che c'è"

Oddio,non lo so nemmeno io perché mi sono imbambolata così. Un nodo alla gola mi toglie il respiro ma cerco di non farlo vedere,come sempre d'altronde. Ha sempre funzionato dando certezze a chiunque me l'avrebbe chiesto ma lui...lui no. Se ne deve accorgere. Una sua mano mi si posa sulla guancia. Mi scruta con quegli occhi così profondi che cercano di aprirmi,di scoprire cose che non ho mai detto a nessuno. Istintivamente abbasso lo sguardo.

"Guardami"

Scuoto la testa e sento le lacrime uscire.

"Ti prego guardami"-lo dice più dolcemente con un sorriso timido e una scintilla negli occhi.

Dai Chiara non puoi cedere,fai finta di niente o fingi un mal di pancia,mantieni la calma come sempre e ritorna in te. A lui non frega niente dei tuoi problemi,proprio come gli altri. Vuole vincere una scommessa. Mi ricorda il mio subconciolo.

Lo guardo per poi tirarmi un po indietro. Sembra spaesato,come se non si aspettasse che mi ritirassi.

"Andiamo?"-dice dopo avermi guardata negli occhi per vari secondi.

Annuisco e lo seguo verso la moto.

"Ci sei mai salita?"-mi chiede porgendomi il casco. Scuoto la testa e me lo infilo come fa lui. Poi con estrema naturalezza se lo allaccia e cerco di imitarlo con il risultato di mandare a quel paese i laccetti.

Lui sembra accorgersene e mi aiuta con un piccolo sorriso divertito in faccia. Sbuffo silenziosamente e cerco di reprimere un sorriso. Mi aiuta a salire e poi lui sale davanti a me. Mi prende le mani e se le porta sull'addome in modo tale che lo abbracci. Con un boato accende lo scooter.

"Reggiti"

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