Primo allenamento

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V:- Perché mi hai portato qua Jack? Non dovevo tornare a casa? -
Si volta e mi sorride.
Jack era rimasto molto sorpreso quando ho raccontato di essere stata attraversata da un signore sconosciuto, sapeva perfettamente come mi sentivo però ancora una volta sia lui che North non potevano darmi un aiuto concreto ma solo del sostegno morale.
Durante i vari giorni mi hanno sempre tenuta d' occhio senza che io me ne accorgessi fino ad ad oggi. Non hanno mai smesso di assicurarsi che stessi bene e tengono a me più di quanto io pensi. Ma non possono fare a meno di pensare che lo facciano perché hanno paura che Pitch mi possa mettere contro di loro. Io non sto dalla parte di nessuno, ne da quella dei Guardiani ne da quella dell' Uomo Nero.
Successivamente abbiamo parlato di cose futili e poi Jack gentilmente si é proposto per accompagnarmi a casa ma non prima che North gli sussurrasse delle raccomandazioni.
N:- Tu fare in modo che lei tornare sana e salva nel suo letto e che non finisca per sbaglio in qualche tana come la scorsa volta. -
J:- Sarà fatto signore- portò la mano aperta vicino alla fronte facendo il saluto militare.
Vedendomi ridacchiare mi fece l' occhiolino e aprì il portale con la sfera.
Ma ora siamo al lago ghiacciato che non ha niente a che vedere con il mio letto.
Jack aggrotta la fronte.
J:- Non hai freddo?-
Mi guardo e solo ora mi ricordo di indossare solo il pigiama e che non ho un giubbotto. Il freddo non mi infastidisce anzi quasi non lo sento, le dita delle mani sono ancora calde e i piedi ricoperti solo dai calzini sono immersi dalla neve ma non sento brividi di freddo attraversare il mio corpo.
Faccio una smorfia.
V:- Sarà colpa della trasformazione che sembrerebbe essere in atto nel mio corpo.-
J:- Ormai gli elementi che indicano chi sei veramente si mostrano sempre di più-
V:-Comunque, perché mi hai portato qui? -
J:- Vorrei allenarti-
V:- C-cosa? -
J:-Ehm ho detto che vorrei.... allenarti-
V:- Speravo di aver capito male-
J:- Non ho ancora spiegato le mie intenzioni non puoi già pensare male-
V:- Mi basta la parola allenamento-
J:- Che cocciuta-
V:- Cocciuta? -
J:- Il punto é che mi sento inutile-
V:-Inutile-
J:- Voglio fare qualcosa-
V:-Qualcosa-
J:- Di utile-
V:- Di utile-
J:- Hai finito di ripetere tutto quello che dico?-
Mi metto a ridere e mi sdraio nella neve approfittando di poterla toccare senza tremare dal freddo.
V:- Adesso capisco come fai ad adorare il freddo-
Qualcosa mi colpisce in pieno viso e mi ritrovo a dover togliere dei fiocchi di neve mentre Jack inizia a ridere.
V:- Jack sei un ragazzo morto-
Inizia scappare e io cerco di prenderlo.
J:- Aspetta!- si ferma di colpo e vado sbattere contro la sua schiena- Ma io sono già morto-
Ricomincia a correre e a ridere più forte.
J:-Aspetta!-
Si ferma di colpo e io gli vado ancora addosso. Mi massaggio la fronte.
V:- Guarda che non ti devi fermare così continuamente-
J:- Anche tu sei morta-
Sorride come un bambino il giorno di Natale e finalmente ricomincia a correre. Alzo gli occhi al cielo e invece di inseguirlo gli tiro le palle di neve.
Si libra nel cielo rendendomi più difficoltoso riuscire a colpirlo così decido di fermarmi un attimo.
Appoggiato su un tronco disteso in orizzontale c' é una grande lanterna che Jack ha acceso permettendo di aprire uno squarcio in mezzo all' oscurità che ci circonda. I fasci di luce colpiscono la neve e il ghiaccio circostante così da essere riflessi aumentando in maniera spettacolare la possibilità di vedere.
Qualcuno mi tocca la spalla e lancio un urlo.
V:-JACK, NON FARLO MAI PIÙ-
Mi porto una mano al cuore sentendo il battito accelerato cercare di tornare normale.
J:- Che ridere, eri così sovrappensiero che non ti eri accorta che mi ero nascosto dietro di te-
Mi sistemo i capelli in disordine e mi tolgo la neve di dosso.
V:- Finito di ridere? -
Mi guarda serio e mi fissa negli occhi.
J:-No-
E ricomincia a ridere.
Vado a sedermi sul tronco mentre lui cerca di riprendersi.
Dopo qualche minuto si avvicina e si siede di fronte a me per terra.
J:- Adesso posso esporti la mia proposta? -
V:- Se proprio insistiti-
Alza gli occhi al cielo per la mia risposta e inizia a parlare.
J:- Allora, partiamo dal principio. Tu hai delle caratteristiche molto importanti per quanto riguarda la paura. Più il tempo passa e più stai diventando.... beh non so se se c' é un nome per quello che sei, comunque ormai non puoi più ritornare indietro ed quindi secondo me é arrivato il momento di andare avanti. Pitch sta preparando un attacco che potrebbe essere domani, fra una settimana oppure fra qualche mese e noi dovremo essere pronti. Abbiamo bisogno del tuo aiuto e anche Manny ha detto che questa volta serve la paura per sconfiggere la paura. Io voglio aiutarti e proteggerti e fino adesso non ho potuto fare niente perché non sapevo cosa fare. Quindi quello che volevo dirti fin dall' inizio é: vorresti che ti aiutassi a usare i tuoi poteri e in questo modo potrei sentirmi utile? É vero che dopo la gente che non ti conosce non potrà vederti ma già adesso sta iniziando ad essere così. Quindi?-
V:- Non saprei-
J:- Please-
V:- Beh, se ci tieni tanto potremmo fare tentativo-
Se prima Jack era felice ora é raggiante.
V:- Però non iniziamo adesso-
J:- Uffa va bene. Iniziamo oggi pomeriggio? -
Mi alzo in piedi e unisco le mani una a pugno e una aperta davanti a me e mi piego leggermente in avanti chiudendo gli occhi.
V:- Si maestro. Ora però portami a casa-
Gli salgo in groppa e spiccando un balzo ci ritroviamo in mezzo al cielo con le stelle che ci osservano.
V:- Sicuro di sapere dove stiamo andando con questo buio? -
J:- Si fidati di me, in caso di bisogno posso orientarmi con le stelle-
Iniziamo a sorvolare velocemente le varie città illuminate dai lampioni per poi ritrovarci sopra un bosco. Il freddo non é pungente come una volta, é una sensazione meravigliosa.
V:- Jack! Prima o poi dovrò dirlo ai miei genitori-
In risposta rallenta per poter comunicare senza che vento ci impedisca di sentire quello che diciamo.
V:- E a scuola come farò? Dovrò stare attenta che gli altri studenti non mi vengano addosso? -
Si ferma completamente e atterriamo in mezzo ad una radura, mi fa scendere dalla sua schiena e si volta verso di me.
J:- Non sarà facile convincere i tuoi genitori, non é come con i bambini, ma é importante dirglielo per poter vivere serenamente con loro-
V:- Potremmo iniziare a dirlo a Simon-
J:- Non vorrei coinvolgere tuo fratello ma se può darci una mano forse é meglio di si. Però dobbiamo fare una cosa alla volta, e io consiglio di incominciare prima con l' allenamento-
Rimaniamo in silenzio a pensare per qualche minuto e poi ricominciamo a volare verso casa.

Dopo svariati minuti che volavamo ad una velocità pazzesca finalmente arriviamo nel mio giardino, appoggio i piedi sull' erba e mi sgranchisco le gambe.
V:- Temevo che avresti trovato un altro motivo per fermati tipo non so.... andare in bagno? -
J:- Ah ah ah, molto divertente-
Si passa una mano fra i capelli candidi e li sistema spostandoli dalla fronte.
V:- Quindi oggi dobbiamo iniziare questo 'allenamento'?-
J:- Assolutamente sì. Oggi pomeriggio, scegli te l' ora-
V:- E se facessimo di notte? -
J:- Ma non devi dormire? -
V:- Non l' ho fatto neanche stanotte-
Fa una smorfia e assume uno sguardo pensoso. Riesco a immaginare gli ingranaggi che lavorano nel suo cervello cercando di trovare una soluzione e al pensiero mi viene da sorridere.
J:- E se stanotte ti viene sonno? -
V:- Va bene allora facciamo oggi pomeriggio, però non so quando e se potrò uscire-
J:- Non fa niente starò appollaiato su quell' albero e appena uscirai dalla porta io ti vedrò-
Gli sorrido riconoscente, capisco quanto ci tiene e sono sicura che mi aiuterà come meglio potrà e mi sosterrà sempre.
V:- Allora ciao!-
J:- Ciao!-
Mi dirigo verso la porta principale e quando sono d' avanti abbasso la maniglia. É chiusa. Ma certo che chiusa avevo girato io stessa la chiave quando ero ritornata a casa qualche ora fa.
E ora cosa faccio?
Mi viene da piangere.
No no no no. Non é il momento di deprimersi per una cavolata.
Pensa Viola pensa. Se non puoi entrare dalla porta prova dalla finestra.
Faccio l' intero giro della casa fin quando non arrivo a quella che si affaccia alla cucina. La osservo attentamente: é aperta solo sopra quindi per poterla spalancare del tutto dovrei chiuderla dall' interno, girare la maniglia e infine aprirla. Facile no? Il punto che io sono fuori non dentro.
Appoggio la fronte al vetro e sospiro esasperata. Perché a me?
Ad un tratto mi viene un idea.
Faccio un passo indietro e inizio a osservarmi le mani, piano piano inizia a spuntare la sabbia nera fin quando non diventa un mucchietto. Con la forza del pensiero e facilitandomi muovendo le mani la sollevo, la faccio entrare nella casa e la faccio scendere circondando la maniglia. Chiudo la mano a pugno e la sabbia fa stessa cosa, spingo la finestra fino a chiuderla e poi la apro correttamente.
Finalmente ce l' ho fatta, meno male che papà si é dimenticato di abbassare la tapparella.
Mi dirigo in camera per poi cambiare il pigiama bagnato per colpa della neve. Mi sdraio nel letto e chiudo gli occhi.

°

La mattinata passa normalmente e quando é pomeriggio chiedo ai miei genitori se posso uscire a fare un giro.
M:- Non ti incontri più con qualche tua amica? -
Amica? Quale amica?
V:- No mamma vado da sola-
M:- Non inviti qualcuno? -
E chi mamma, la mia amica che non esiste? Un fantasma come Jack basta e avanza.
V:- É inverno mamma, nessuno vuole uscire con il freddo-
P:- Lasciala uscire, é sempre meglio che vederla ad annoiarsi in parte alla stufa-
V:- Grazie papi-

Prendo il giubbetto ed esco dirigendomi verso il solito parchetto isolato. Vedo Jack seguirmi volando tutto sorridente. Quando arriviamo lui si siede sull' altalena accanto a me.
J:- Sei pronta? -
V:- Più o meno-
J:- Allora-si alza in piedi- Secondo me dovremmo partire dal volo-
V:- Dal volo? So volare? -
J:- Pitch solitamente utilizzava una nuvola di sabbia nera per volare-
V:- Io. Non. Sono. Pitch. -
J:- É per questo che siamo qui per scoprirlo. Adesso alzati in piedi-
Faccio quello che mi dice, poi mi ordina di chiudere gli occhi e di svuotare la mente.
J:- Dimentica che hai un peso e immaginati che stai sollevata pochi centimetri da terra, ascolta la forza che circola nel tuo sangue e vola-
Libero la mente e mi immagino sollevata da terra, sento una scarica di energia riempirmi. Il mio corpo diventa più leggero, sento il vento scompigliarmi i capelli, il cinguettio di qualche uccello solitario farsi più intenso, e il mondo intorno a me sembra in movimento.
V:- Sto volando? -
J:- Ehm no-
Apro un occhio e mi ritrovo nello stesso punto di prima. Due uccellini ci passano sopra e li guardo male.
J:- Non é successo niente-
V:- Qualcosa sì. Sento un energia scorrermi nelle vene, servirà a qualcosa no? -
J:- Allora dobbiamo capire a cosa serve. Mmh magari puoi smaterializzarti. Prova a immaginarti dietro di me e vedi se riesci ad apparire in questo punto-
Chiudo di nuovo gli occhi e ascolto il mio corpo. Il cuore batte forte pompa il sangue nelle mie vene, sento l' adrenalina invadere i miei sensi e mai mi sono sentita così forte. Inizio a immaginarmi dietro il corpo di Jack e per un attimo avverto una strana sensazione. Sento Jack sobbalzare così riapro gli occhi.
Il ragazzo é vicinissimo a me e sento il suo respiro sul mio viso.
V:- Ha funzionato o ti sei avvicinato da solo? -
J:- No. Tu prima eri là-
Mi volto verso la direzione indicata e spalanco gli occhi.
V:- Ha funzionato. HA FUNZIONATO-
Entrambi ridiamo felici e ci abbracciamo iniziando a saltare.
J:- Come hai fatto? Magari me lo puoi insegnare. -
V:- Non lo so, ho eseguito il tuo consiglio-
Sorrido felice, passo dopo passo capirò chi sono come quando si compone un puzzle, e quando anche l' ultima tessera sarà inserita potrò fermare Pitch anche se in questo momento non ho le idee chiare su quello che voglio fare.

Una nuova amica per Jack FrostDove le storie prendono vita. Scoprilo ora