Capitolo 11

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Arrivai al museo dove lavoravo. Il capo mi guardò male dalla testa ai piedi.

Capo: Sei in ritardo di 5 minuti

Sbuffai.

Io: Scusi, capo
Capo: Non succederà mai più, vero?
Io: Si, assolutamente

Entrai nello stanzino degli armadietti, mi cambiai e cominciai a lavorare. Mi bloccai alla visione di un ragazzo. Biondo. Occhi azzurri. Figo.

Io: Ha bisogno di aiuto?
X: Si, mi sono perso
Io: Okay, la posso aiutare io
X: Si, mi chiedevo deve fosse il museo del Novecento
Io: È questo
X: Perfetto

Mi sorrise e io feci lo stesso.

X: Cercavo Abbie Miller
Io: Sono io
X: Perfetto

Mise la mano in tasca ed estrasse un bigliettino da essa.

Io: Cos-

Non mi fece finire.

X: Chiamami

Mi sorrise.

Ma chi è questo. Pensai. Sul bigliettino c'era scritto un numero di telefono.

Io: Sai che non lo farò

Se ne andò con un sorriso malizioso e io continuai a fare il mio lavoro.

11:35 a.m.

Era arrivata, finalmente, l'ora di tornare a casa. Tornai nello stanzino degli armadietti e presi i miei effetti personali. Mi avviai verso casa e intanto fissai in continuazione quel numero di telefono. Arrivai a casa e aprii la porta. Lorenzo era sdraiato sul divano a guardare i Simpson.

Io: Ciao

Lorenzo saltò in piedi dallo spavento.

Lorenzo: Ciao

Il silenzio scese fra di noi.

Lorenzo: Com'è andata oggi a lavoro?
Io: Bene

Ci sedemmo entrambi sul divano e rimanemmo molto distanti. Avevo ancora in mano quello stupido bigliettino.

Lorenzo: Che cos'hai in mano?
Io: Niente

Lui mi prese la mano e mi rubò il fogliettino. Lo lesse.

Lorenzo: Ma io lo conosco questo numero, oh cazzo
Io: Cosa succede?
Lorenzo: Questo è il numero di un mio amico
Io: Un tuo amico?
Lorenzo: Si, un pervertito

Lorenzo si alzò e prese il telefono.

Io: Che fai?
Lorenzo: Chiamo il mio amico
Io: Lascia perdere, non è importante
Lorenzo: Si che lo è
Io: Questo ragazzo era uscito con te ieri sera?
Lorenzo: Si, perché?
Io: Ieri sera, tu e i tuoi amici, siete veduti a casa nostra, io mi stavo mettendo il pigiama, tu sei entrato in camera e mi hai trovata quasi nuda, mi hai portata davanti a tutti e i pervertiti mi toccavano il sedere, credo di averlo visto quel ragazzo, si, era seduto in cucina sopra il tavolo
Lorenzo: Abbiamo fatto tutte queste cose io e i miei amici?
Io: Forse anche di più
Lorenzo: Adesso faccio venire quì
Io: NON È IMPORTANTE

Cominciai ad alzare la voce.

Lorenzo: Calmati, ho capito "non è importante"

Mi calmai.

Io: Lo hai capito finalmente, ci hai messo un po

Mi sorrise. Ci fu un momento di imbarazzo fra di noi.

Io: Emh, i-io, beh, io devo cucinare
Lorenzo: Ti aiuto?
Io: No no, grazie

Mi alzai dal divano, andai in cucina e mi misi a cucinare.

12:06 p.m.

Appena finì di cucinare guardai in sala e vidi che Snobby guardava ancora i suoi DVD dei Simpson.

Io: Barbone è pronto da mangiare

Portai i piatti sul tavolo precedentemente apparecchiato. Il Barbone arrivò in cucina e si sedette al suo posto per mangiare la pasta al sugo, che avevo cucinato.

Lorenzo: Buon appetito

Coinquilini [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora